Danni da ungulati fuori controllo

02/10/2013

Nelle scorse settimane, dopo intense polemiche, derivanti dalle decisioni del Tar Piemonte che, bocciando il calendario venatorio della Regione, aveva sostanzialmente bloccato l’attività venatoria nelle nostra regione (con grandissime preoccupazioni del mondo agricolo…), si è finalmente aperta la stagione della caccia in Piemonte. Confagricoltura, proseguendo l’opera di sensibilizzazione iniziata assieme alla CIA, che aveva portato alla raccolta e consegna all’Assessore Sacchetto di circa 12.000 firme (e fra queste più di 100 Sindaci), ha partecipato nel frattempo a diverse riunioni in Provincia, nell’intento di dare una decisa sterzata all’opera di contenimento degli ungulati, partendo da un dato purtroppo ormai inconfutabile: l’aumento di danni da ungulati alle colture agricole è oramai totalmente fuori controllo. La Provicia di Alessandria ha recentemente approvato un nuovo regolamento che modifica sostanzialmente i piani di controllo della specie cinghiale, spostando il prelievo tramite “braccate” ad una caccia da appostamento fisso, che potrà essere praticata anche da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, regolarmente dotati di porto d’armi, all’interno del loro fondo. Questo cambio di modo di cacciare preoccupa abbastanza la nostra confederazione, non tanto per la sua filosofia, ma per il tempo che sarà necessario ai cacciatori per assimilare i cambiamenti e modificare le proprie abitudini, considerato che prevede la costruzione di altane da appostamento, l’uso della carabina a canna rigata con relativi corsi per la caccia di selezione. Meglio sarebbe, a nostro avviso, un passaggio graduale ai nuovi metodi di caccia, per non rallentare, nei primi anni di applicazione, il prelievo dei capi. Di sicuro vigileremo per evitare che alla fine, come sempre,gli unici a pagare siamo noi agricoltori, che dobbiamo confrontarci con danni in costante aumento e risarcimenti in cronico ritardo, pur avendo sempre mantenuto la nostra protesta in termini più che civili. Riteniamo anche che, viste anche le disastrate finanze regionali, sarebbe opportuno cercare di effettuare dei contenimenti preventivi, piuttosto che intervenire a danni avvenuti. I danni dei caprioli, che stiamo registrando in questi giorni sulle uve dei nostri soci, ci confermano che anche per questa specie, la misura ormai è colma e urgono provvedimenti finalmente decisivi. Da sempre rispettiamo la sensibilità di tutti, sulle questioni ambientaliste e venatorie, pertanto pretendiamo uguale rispetto per le nostre esigenze e soprattutto serietà nelle decisioni, virtù di questi tempi abbastanza rara.

Luca Brondelli