Cattive notizie per il settore agricolo dal Decreto Stabilità

01/11/2012

Il disegno di Legge sulla Stabilità colpisce le aziende agricole, andando a limitare le loro agevolazioni fiscali. Le società agricole di capitale e di persone (Srl, Sas, Snc e coop), che svolgono esclusivamente attività agricola, non potranno più optare per una tassazione su base catastale; inoltre, per i periodi d’imposta 2012/2014 è prevista una maggior tassazione dei redditi agrari e dominicali attraverso un aumento dei coefficienti di rivalutazione. Nello specifico la Legge 296/2006 (Finanziaria per il 2007) aveva introdotto all’articolo 1 il comma 1093, il quale prevedeva che le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società cooperative, che rivestono la qualifica di società agricola ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, come da ultimo modificato dal comma 1096 del presente articolo, potevano optare per l’imposizione dei redditi sulla base delle rendite fondiarie, ai sensi dell’articolo 32 del Testo Unico delle imposte sui redditi. Tale misura aveva dato contenuto fiscale alla riforma dell’agricoltura (Legge di orientamento del 2001 e decreti legislativi del 2004 e 2005) che puntava dritto sulle forme più evolute di aggregazione per vincere le nuove sfide dell’agricoltura globale. La Legge di Stabilità per il 2013 prevede l’abolizione del comma 1093 che introduceva l’opzione catastale per le società di capitali e persone e pertanto se tale normativa non verrà modificata dal 1° gennaio 2013 si torna al “passato”, tornando alla tassazione a bilancio dicendo addio anche alla semplificazione del regime catastale. Questa norma, se approvata definitivamente produrrà, dal prossimo anno, diversi problemi in modo particolare alle società del settore energetico-agricolo, che avevano pianificato gli investimenti tenendo in considerazione la tassazione su base catastale; numerose infatti sono le società agricole a responsabilità limitata, che hanno effettuato investimenti consistenti nel settore delle energie alternative sulla base di business plan di durata quindicinale o ventennale prevedendo una tassazione catastale, che ora viene cambiata “in corso d’opera”. Resta l’unica speranza che almeno, l’abrogazione della facoltà di optare per il reddito agrario non riguardi le società già in attività e che hanno già optato ai sensi del comma 1093 articolo 1 della Legge n. 296/2006. Le società semplici mantengono ovviamente la tassazione catastale, trattandosi di soggetti non inquadrati nel reddito d’impresa. Per quanto riguarda l’aumento impositivo nel disegno di Legge sulla Stabilità, è prevista l’introduzione per i periodi d’imposta 2012, 2013 e 2014, la rivalutazione del 15% del reddito agrario e dominicale e un moltiplicatore pari a 115. Per i terreni agricoli, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola, la rivalutazione scende al 5% e il moltiplicatore a 105. Ad oggi il moltiplicatore è pari all’80% per i redditi dominicali e al 70% per quelli agrari della rendita catastale. Naturalmente sono già state prese tutte le iniziative sindacali necessarie per cercare di evitare tale aggravio fiscale sulle aziende agricole già pesantemente investite dall’impatto dell’IMU.

Marco Ottone