Un’annata che insegna molte cose

02/12/2013

L’annata agraria appena terminata, (anche se per molti agricoltori non è proprio così, visto che molte mietitrebbie sono ancora all’opera), a mio avviso insegna molte cose. Per quanto riguarda i seminativi, l’eccezionale piovosità della primavera ha reso molto difficile il periodo delle semine e dei trattamenti, impedendo in molti casi la loro stessa esecuzione. Ci siamo trovati a dover decidere se diserbare e trattare i grani oppure iniziare le semine del mais, sapendo che in molti casi scegliere una strada avrebbe potuto ritardare di molto l’altra. In alcune zone abbiamo visto gli elicotteri che concimavano i campi di grano, ridotti a veri e propri acquitrini, comunque quasi tutti abbiamo operato in condizioni di emergenza, e ci siamo trovati con i nostri trattori, sempre più grandi e pesanti, fermi sotto i capannoni. I più fortunati rispolveravano vecchie macchine ormai considerate d’epoca e attrezzature ormai in disuso come ruote a gabbia o altro. Una piovosità così elevata lascia poche possibilità, ma sicuramente chi ha operato bene nella pulizia delle scoline o ha effettuato dei drenaggi nei terreni più a rischio ha potuto lavorare meglio di altri, e comunque anche i risultati produttivi a macchia di leopardo hanno insegnato che, al di là della diversa tessitura dei terreni che ha sicuramente influito, gli agricoltori che hanno lavorato bene hanno anche raccolto. Tutto quanto sopra scritto, naturalmente vale anche per il mais, partito molto in ritardo e in condizioni molto difficili. I risultati produttivi di questa ultima annata, insegnano però che gli ibridi attualmente a disposizione, si comportano bene anche in situazioni estreme, a patto che le nascite siano regolari e quindi il letto di semina ben preparato. Meglio quindi aspettare qualche settimana piuttosto che preparare un terreno non in tempera? Possiamo discutere all’infinito, ognuno a casa sua conosce bene la propria realtà e soprattutto la prossima annata sarà comunque diversa…. Gli stessi discorsi fatti per i seminativi si possono fare anche in viticoltura, dove la situazione era ancora più complessa perché oltre alla lotta alle crittogame si è aggiunta l’instabilità dei terreni più in pendenza. Anche qui, a mio modesto avviso, abbiamo imparato che le corrette sistemazioni dei terreni sono basilari, in particolare in momenti storici come questo, dove assistiamo a dei veri e propri stravolgimenti climatici, con fenomeni mai avveratisi precedentemente: basti pensare alle grandinate, che sono cominciate già in aprile e si sono abbattute anche oltre la metà di novembre su alcune zone risicole a noi vicine. Stavamo comunque registrando una serie di vendemmie molto anticipate rispetto alla norma ed ecco arrivare il 2013 con un raccolto ritardato di più di un mese rispetto al 2012, quasi a riportarci ai tempi in cui in Monferrato la vendemmia iniziava sempre dopo il primo di ottobre. Se la natura ha messo a dura prova le nostre capacità tecniche e di organizzazione del lavoro, i mercati nella stragrande maggioranza dei casi non ci stanno premiando, vanificando gli sforzi fatti durante l’anno. Questo deve farci comprendere quanto sia importante migliorare ulteriormente l’organizzazione dell’offerta dei nostri prodotti, aspetto sul quale in Italia dobbiamo ancora imparare molto dai nostri colleghi di altri paesi Europei.

Luca Brondelli