In breve del 4 Febbraio 2014

04/02/2014

I prezzi dei cereali e della soia (Fonte: Newsletter Obiettivo Cereali de L’Informatore Agrario)
Sia in Italia sia all’estero i mercati del grano tenero sembrano indecisi sulla tendenza dei prezzi. Da una parte è evidente il trend al ribasso, con quotazioni che sono tornate, ad esempio sul Matif, ai livelli di fine settembre – inizio ottobre 2013, dall’altra si nota però un po’ di resistenza a prenderne atto. A Milano il listino è rimasto invariato per tutte le categorie merceologiche; il panificabile resta pertanto fermo a 218,50 euro/t arrivo molino Lombardia.

La Borsa Merci di Bologna ha segnato invece un ribasso: il fino è quotato a 209,50 euro/t (-2 euro/t). Certo è che le transazioni spot sono esigue: i venditori sono restii a vendere sotto i 215 euro/t partenza e i molini sono alle prese con un mercato delle farine a prezzi invariati, ma con i cruscami che proseguono la loro corsa al ribasso (da -4 a -13 euro/t).

Anche i mercati a termine internazionali sono indecisi. A Parigi il future di marzo ha chiuso venerdì a 192,50 euro/t, più o meno il livello della settimana precedente. Ormai lo schema sembra consolidarsi: non appena il prezzo accenna a riprendersi (lunedì era a 194,75 euro/t), gli operatori si affrettano a vendere, cercando di incamerare nel brevissimo periodo gli eventuali profitti. A Chicago l’andamento è analogo, seppur meno pronunciato: venerdì il future di marzo ha chiuso a 556,6 cent/bushel, in calo rispetto alla settimana precedente, ma in recupero rispetto al minimo settimanale di 551,4 cent/bushel registrato mercoledì.

Per quanto riguarda i dati fondamentali che influenzano il mercato, spiccano le esportazioni comunitarie verso i paesi terzi, giunte ormai a 17,3 milioni di tonnellate contro i 10,8 della campagna 2012-13.

Il rafforzamento del dollaro (da 1,37 a 1,35 dollari/euro) non è però sufficiente a sostenere i prezzi per pronta consegna. A Rouen il grano tenero francese ha chiuso venerdì a 189 euro/t fob. L’Igc (International grain council) intanto ha aggiornato il dato sul raccolto mondiale a 707 milioni di tonnellate, più o meno il livello atteso.

I listini nazionali del mais  sono rimasti invariati: Milano a 189,50 euro/t e Bologna a 183 euro/t. L’unica variazione degna di nota è la quotazione del mais extra-UE che è aumentato di 2-4 euro/t, plausibilmente a causa dei recenti avvenimenti politici in Ucraina che potrebbero incidere negativamente sulle importazioni Ue.

D’altronde anche dai mercati a termine giungono segnali di stabilizzazione delle quotazioni. A Parigi il future di marzo ha chiuso venerdì a 173,50 euro/t, in lieve rialzo rispetto alla settimana precedente e comunque in recupero dopo una settimana difficile. A Chicago il mais quota 434 cent/bushel, anche qui in leggero recupero. Il peggio è passato? Forse sì, ma la disponibilità di prodotto, anche in presenza di una domanda costante e di un commercio internazionale vivace (impegni di esportazione Usa all’87% del raccolto contro il 62% della media dell’ultimo quinquennio), è tale da rendere difficile un rialzo nel breve periodo: l’Igc ha rivisto le stime del raccolto 2013 da 950 a 959 milioni di tonnellate. Per quanto riguarda il mercato per pronta consegna di mais origine Ue, vale ciò che abbiamo scritto sul frumento tenero. Visto il cambio dollaro/euro, per restare competitivo il mais europeo non può costare più di 170 euro/t fob.

Il calo del prezzo dell’orzo al livello europeo (e soprattutto del frumento tenero in Italia) non poteva restare senza conseguenze. A Milano l’orzo nazionale resta momentaneamente invariato a 216 euro/t, mentre l’orzo comunitario perde 2 euro/t (225 euro/t). A Bologna il nazionale perde invece 3 euro/t, chiudendo a 212 euro/t, l’orzo estero ribassa di 4 euro/t (217 euro/t).

Vista la pressione competitiva sui mercati internazionali, accentuata dalla svalutazione del peso argentino contro il dollaro USA, il prezzo in Francia è in ribasso. Venerdì la chiusura è stata di 162 euro/t per merce resa al porto di Rouen.

Per quanto riguarda la soia la settimana di Chicago è stata caratterizzata da una grande volatilità. Tra prezzi massimi e minimi si è arrivati a spread attorno ai 30 cent/bushel, e ciò denota una grande incertezza da parte degli operatori istituzionali riguardo alla decisione se vendere o mantenere i titoli in portafoglio. Il risultato netto non è comunque del tutto negativo: venerdì il future di marzo ha chiuso a 1.282,6 cent/bushel, più o meno come il venerdì precedente.

Per la soia nazionale, l’incertezza globale si traduce in lieve calo delle quotazioni. A Milano la chiusura di martedì è stata di 447,50 euro/t (-2 euro/t), a Bologna giovedì di 441,50 euro/t (invariato).

Per il riso, in base alle rilevazioni dell’Ente Risi, rispetto all’anno scorso le transazioni totali risultano in calo di 53.727 t (-7,6%), ma con un collocamento maggiore (45,2 contro il 43% di un anno fa). Il totale dei titoli di importazione richiesti per la campagna è di 331.687 t, base lavorato; rispetto all’anno scorso – evidenzia l’Ente Risi - si registra un aumento di 19.377 t (+6,2%) grazie alla crescita delle importazioni di riso semi lavorato e lavorato (+31,1%). In calo le importazioni di riso semigreggio Basmati che passano da 129.224 t della scorsa campagna a 84.298 t (-34,8%) dell’attuale campagna.

In aumento i prezzi dei risoni sulla piazza di Vercelli. Il mercato del 28 febbraio ha fatto registrare un aumento delle quotazioni di 10 euro per le varietà Balilla, Centauro e similari (da 250-260 a 260-270 euro/t) e Loto (da 370 a 380). In aumento anche il Sant’Andrea (da 530-535 a 570-575), il Baldo (da 525-530 a 570-575), il Thaibonnet (da 244-254 a 249-259) e l’Arborio (da 590-630 a 630-670), varietà quest’ultima che ha così raggiunto la stessa la quotazione del Carnaroli.

 
Politica europea per il vino, confermata la ristrutturazione dei vigneti
La nuova organizzazione Comune di mercato del vino prevede la conferma delle misure per la ristrutturazione dei vigneti e la vendemmia verde e la promozione dei vini sui mercati dei paesi terzi. Si tratta della misura che nel precedente periodo di programmazione ha riscosso il maggior successo in termini di adesioni e contributi, stanziati ed erogati a livello nazionale. I particolari nell’articolo di Terra e Vita al link http://www.agricoltura24.com/01NET/HP/0,1254,95_ART_7959,00.html

 
Rivalutazione del costo fiscale dei terreni agricoli, delle aree edificabili e delle quote societarie
Sono riaperti i termini per la rideterminazione del costo dei terreni agricoli, delle aree edificabili e delle quote di partecipazione in società non quotate ai fini della determinazione della plusvalenze tassabili ex art. 67 del TUIR. Più in particolare, la disposizione fissa all' 01/01/2014 la data in cui i beni oggetto della rivalutazione devono risultare in possesso del contribuente e al 30/06/2014 quella entro la quale redigere la perizia ed effettuare il pagamento dell'imposta sostitutiva (pari al 4% per i terreni, per le aree edificabili e per le partecipazioni qualificate e al 2% per le partecipazioni non qualificate) ovvero della prima rata dell'importo dovuto.

Si ricorda che con la riapertura dei termini è possibile rideterminale anche al "ribasso" il valore dei terreni già oggetto di una precedente rivalutazione, in caso di svalutazione del valore degli stessi, e che l'imposta dovuta sull'ultima rivalutazione è compensabile con quanto già versato, allo stesso titolo, in sede della precedente rivalutazione.