IMU e agricoltura: la spremitura del Governo Monti

02/05/2012

Siamo sulla strada giusta, ma non basta.Potrebbe essere questo il pensiero comune sulla questione Imu, sorto durante l’incontro congiunto del Comitato di Presidenza di Confagricoltura Alessandria e la Giunta di Cia Alessandria che hanno preso in esame l’evoluzione del dibattito parlamentare sottolineando i passi in avanti fatti grazie alla mobilitazione degli agricoltori, che ha visto le due Associazioni in prima fila.
“Tuttavia – commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Alessandria -rileviamo come siano tuttora presenti elementi di forte insoddisfazione e preoccupazione, che richiedono il proseguimento della mobilitazione per superare la palese iniquità del provvedimento, che permane, nonostante le positive modifiche apportate al testo iniziale”.
Secondo la stima dell’Ufficio Fiscale di Confagricoltura- l’impatto dell’IMU sulle aziende agricole alessandrine, anche considerando le ultime modifiche, potrebbe portare ad un aumento dei costi per azienda fino al 300%, a seconda della tipologia dei fabbricati rurali strumentali utilizzati per lo svolgimento dell’attività; immobili che servono per la produzione, ed il cui reddito risulta già compreso nelle potenzialità del terreni stessi sui quali insistono.
“Chiediamo che siano esclusi dall’Imu i fabbricati strumentali adibiti a ricoveri attrezzi, magazzini– prosegue il presidente di Confagricoltura
Alessandria - fienili, cantine, stalle e capannoni quali strumenti indispensabili e funzionali per l’agricoltura. Inoltre è necessario che vengano riviste l’entità sia dei coefficienti di rivalutazione che delle franchigie inserite negli ultimi emendamenti di fonte governativa, in quanto non sufficienti a mitigare l’impatto della nuova imposta.
Infine– dice Coscia – il mondo agricolo vuole fare la propria parte ma non deve essere penalizzato da un aggravio fiscale così pesante”.
Critico anche il giudizio del presidente della Cia Alessandria – Carlo Ricagni - sull’assoggettamento all’Imu dei fabbricati rurali: “L’assoggettamento all’imposta dei fabbricati rurali strumentali viene operata scindendo in modo non corretto i terreni coltivati dai fabbricati utilizzati, gravando quindi in maniera impropria ed insostenibile su immobili che costituiscono nel loro insieme beni essenziali sui quali opera l’azienda agricola.
Inoltre – aggiunge Ricagni - con questa operazione vengono stravolti alcuni principi fiscali fondamentali del settore, superando i concetti di ruralità e di bene strumentale.
Sarebbe invece necessario abbassare ulteriormente i moltiplicatori applicati ai terreni agricoli condotti direttamente da agricoltori, al fine di differenziare beni che sono produttivi di reddito e non di “rendita”, anziché introdurre, di fatto, “una patrimoniale”su tali immobili”.
“Nel complesso – prosegue il presidente Cia Alessandria – il sovraccarico dell’Imu penalizza in particolare le nostre aziende ed i territori
caratterizzati da un’agricoltura fortemente appoderata, senza tener conto della funzione pubblica che tali aziende svolgono come presidio diffuso sul nostro territorio”.
Fra i punti del cammino governativo finora intrapreso sull’Imu che Cia e Confagricoltura Alessandria ritengono positivi, è quello del ripristino delle esenzioni per i terreni condotti direttamente da coltivatori diretti e
imprenditori agricoli professionali, seppur in misura molto ridotta, e l’attenzione posta alle aziende situate in comuni montani con l’introduzione dell’esenzione dalla tassazione per i fabbricati rurali strumentali.
“Queste aziende – aggiungono Ricagni e Coscia- svolgono un ruolo importante di presidio del territorio e, pertanto, occorre ridurre gli oneri a loro carico per non comprometterne ulteriormente la tenuta del tessuto
sociale”.
Le due Associazioni infine, si sono impegnate a proseguire tutte le iniziative di sensibilizzazione anche nei confronti dei Comuni, al fine di non vedere penalizzato il sistema delle imprese agricole associate, cardine
essenziale dell’agricoltura alessandrina.