In breve del 14 Ottobre 2014

14/10/2014

Cuneo, quotazioni stabili per i bovini
Dopo la leggera flessione che si era registrata la scorsa settimana ( circa 5 centesimi al chilo),  prezzi stabili sul mercato di Cuneo di ieri (lunedì 10 ottobre). I vitelloni maschi Charolaise (fino a 700 kg) valgono 2,35-2,45 euro al chilo; le vacche grasse di prima qualità vanno da 2,05 a  2,55 euro; le femmine Piemontesi della coscia (da 430 a 520 kg) da 3,35 a 3,60; i vitelloni Piemontesi della coscia maschi (oltre 600 kg) da 2,63 a 3,25; i vitelloni maschi Garronesi fino a 650 kg da 2,90 a 3,00, i maschi di razza Limousine leggeri, fino a 620 kg, vanno da 2,65 a 2,75 euro.

Il mercato dei cereali e dei semi oleosi  
Sul mercato nazionale non si può ancora parlare di un vero e proprio trend rialzista, ma i prezzi del grano tenero stanno vivendo una fase di consolidamento su livelli leggermente superiori rispetto alle settimane precedenti. A Milano restano stabili i frumenti di qualità superiore, mentre i frumenti panificabili e biscottieri aumentano di 2 euro/t, chiudendo entrambi a 185,50 euro/t. A Bologna l’aumento del fino è stato di un euro (185 euro/t).  Il motivo di questi lievi incrementi è che il frumento francese non è più così a buon mercato. A Milano il comunitario panificabile è infatti aumentato di 3 euro alla tonnellata. Anche dai mercati a termine vengono segnali positivi, anche se ridimensionati durante la seconda metà della scorsa settimana.  Il future di novembre del Matif ha chiuso venerdì a 158,75 euro/t. A Chicago il future di dicembre ha chiuso a 498,4 cent/bushel (144,42 euro/), con buone possibilità di tornare stabilmente sopra i 5 dollari/bushel.  In sintesi le motivazioni: l’Usda ha rivisto al ribasso gli stock finali per la campagna in corso, e la maggior produzione comunitaria (+ 3 milioni di tonnellate rispetto alle stime precedenti) è destinata ad essere assorbita, sempre secondo l’Usda, ai maggiori consumi al livello mondiale (+4 milioni di tonnellate). In Francia il frumento panificabile per pronta consegna quota ora 167 euro/t fob Rouen, ma la classe 1 viene trattata a La Pallice anche a 177 euro/t.

La situazione e le prospettive per il mais non sono ancora molto chiare. A Milano il listino ha ceduto di un euro alla tonnellata (mais nazionale a 154,50 euro/t), mentre a Bologna c’è un rimbalzo di +5 euro/t (157,50 euro/t). La trebbiatura sta procedendo piuttosto bene, con rese unitarie molto alte e qualche preoccupazione a macchia di leopardo per quanto riguarda le micotossine.  Sui mercati a termine sembrava che si avviasse un’ondata di rialzi analoghi quanto è avvenuto per il frumento, ma tra giovedì e venerdì c’è stata una vera e propria doccia gelata con forti ribassi. A Parigi il future di novembre era arrivato a quotare quasi 145 euro/t, per poi chiudere venerdì a 140,75 euro/t.  A Chicago l’andamento è stato analogo: dai circa 345 cent/bushel di mercoledì si è nuovamente scesi (per il future di dicembre) a 334 cent/bushel (103 euro/t). La pubblicazione del report della Wasde ha infatti messo in chiaro che a differenza del frumento non ci sono particolari cambiamenti rispetto alle stime di produzione e degli stock precedenti.  Ne ha risentito anche il mercato francese all’esportazione. A Bordeaux l’ultima quotazione fob è di 137 euro/t.

Analogamente al mais, l’orzo nazionale è rimasto stabile a Milano (171,50 euro/t) ed è aumentato a Bologna di 3 euro alla tonnellata (176 euro/t per l’orzo pesante).  L’orzo francese, dopo i vistosi aumenti delle ultime settimane, si è posizionato venerdì sui 151 euro/t per merce resa a Rouen. C’è da dire che con l’euro relativamente debole, a questi prezzi l’orzo comunitario è tornato fortemente competitivo sui mercati internazionali.

I semi di soia nazionali sono calati a Milano (-3 euro/t, 319,50 euro), mentre a Bologna il listino è rimasto invariato a 315 euro/t. Stabili anche i semi di girasole, che a Bologna quotano 253,50 euro/t.  A Chicago c’è stata una serie di aumenti che sembravano promettere bene, ma le quotazioni dei semi di soia sono poi scese nuovamente sotto i 930 cent/bushel (il future di novembre ha chiuso venerdì a 922,50 cent/bushel, 268,40 euro/t).  Insomma, anche l’Usda ha rivisto in leggero calo le stime produttive, ciò non ha influito molto sui mercati che sembrano molto ben approvvigionati. I semi di colza (future di novembre del Matif) sono calati bruscamente nel corso della settimana, chiudendo venerdì a 324 euro/t.

A Vercelli martedì scorso sono iniziate le quotazioni della nuova produzione di riso. Il raccolto è ancora indietro (siamo al 40% circa) e le piogge degli ultimi giorni ritardano le operazioni di trebbiatura. Le buone condizioni meteo del mese di settembre e dell’inizio di ottobre hanno favorito la maturazione, consentendo di recuperare, in parte, il resto della stagione che non è stato certamente favorevole. Complessivamente, secondo le prime stime dei tecnici, si raccoglierà il 15% in meno rispetto all’anno scorso. Le prime quotazioni danno il Balilla, Centauro e similari a 278-288 euro/t, il Selenio e similari a 300-310, il Ribe a 278-288 , il Loto e similari a 326-336, l’Augusto a 310-320, il Roma e similari a 450-480, il Baldo e similari a 470-500, l’Arborio e Volano a 500-525, il Carnaroli e similari a 470-500, il Thaibonnet e similari a 230-240. L’Ente Risi rileva che nell’ultima settimana le vendite di risone dei produttori hanno interessato 23.424 t di lunghi A, 16.607 t di lunghi B, 8.850 t di tondi e 1.886 t di medi, per un totale di 50.767 tonnellate. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – fa notare l’Ente Risi - le vendite risultano in aumento di 37.917 t (+27,3%), così ripartite: +30.811 tonnellate di lunghi B, +7.546 tonnellate di tondi, +1.365 tonnellate di medi e -1.805 tonnellate di lunghi A.