In breve del 23 Ottobre 2014

23/10/2014

Rinnovato il contratto nazionale degli operai agricoli
Ieri è stato firmato a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, l’accordo per il rinnovo del CCNL operai agricoli e florovivaisti per il quadriennio 2014-2017. Soddisfazione è stata espressa dal presidente di Confagricoltura Mario Guidi “per la chiusura di un importante contratto che interessa oltre 200.000 imprese e più di 1 milione di lavoratori”.  L’aumento retributivo previsto è del 3,9 per cento ed è ripartito in due tranche. Si tratta di un aumento che cerca di coniugare l’esigenza di salvaguardare il potere di acquisto dei lavoratori con quella di mantenere un costo del lavoro sostenibile per l’impresa. Particolarmente rilevanti le novità introdotte in materia di orario di lavoro finalizzate ad ampliare sensibilmente la possibilità per imprese e lavoratori di ricorrere all’orario modulare e allo straordinario per la gestione dei picchi di lavoro che caratterizzano il settore agricolo. Sono state inoltre definite linee guida per favorire l’erogazione a livello territoriale di elementi retributivi legati all’aumento della produttività, dell’efficienza, della qualità del lavoro. Si tratta di un importante strumento per modernizzare l’organizzazione del lavoro e, al contempo, incentivare i prestatori di lavoro.

Cereali, stock a livelli record
AMIS - Sistema di informazione del mercato agricolo - è un'agenzia nata per iniziativa dei ministri dell'agricoltura del G20 nel 2011 per migliorare la trasparenza dei commerci alimentari e favorire il coordinamento delle azioni politiche in risposta alle incertezze del mercato. AMIS concentra la sua attenzione su quattro colture che sono particolarmente importanti nei mercati alimentari internazionali, in particolare grano, mais, riso e soia.

AMIS pubblica periodicamente monitoraggi del mercato: l’ultimo rilasciato è quello del 9 ottobre; gli altri previsti per quest’anno verranno pubblicati il 6 novembre e il 4 dicembre.

In base all’ultimo rapporto disponibile, per quanto riguarda il mais in particolare, si  evidenzia come le prospettive di produzione nell'emisfero settentrionale siano nel complesso favorevoli. Negli Stati Uniti ci sarà un raccolto record. Buone le attese anche per l'Unione europea, mentre in Cina la situazione è più complessa; le pianure settentrionali e del nord-est  hanno patito la siccità. Buone le prospettive anche nell’emisfero sud; in Brasile le condizioni meteorologiche sono favorevoli per la semina del primo raccolto. Gli stock sono a livelli record. Per quanto riguarda il grano la produzione è più alta di quanto prospettato soprattutto in Cina, India Russia e Ucraina. Gli stock sono in forte aumento, a livello massimo dal 2010.

Riso, annata in ritardo e quotazioni in ribasso
Le operazioni di raccolta del riso sono giunte quasi al termine, ma l’annata è fortemente in ritardo a causa dell’andamento climatico. La superficie italiana coltivata si attesta sui 219mila ettari, leggermente in crescita rispetto allo scorso anno (+3mila), ma il comparto è in difficoltà sia per la forte concorrenza dai Paesi meno avanzati (PMA), sia per i ridotti consumi interni. “L’andamento generale dei mercati ci fa dire che è impensabile raggiungere le superfici coltivate fino a qualche anno fa, che hanno sfiorato i 250mila ettari – afferma il presidente dell’Ente Risi Paolo Carrà. L’importazione da alcuni PMA è favorita dalla mancanza dei dazi a livello europeo: il documento presentato dal governo italiano ai fini dell’applicazione della cosiddetta “clausola di salvaguardia”, per cercare di limitare le importazioni senza barriere dai Paesi asiatici e non affossare il comparto italiano, è stato più volte oggetto di revisione e si è ancora in attesa di un pronunciamento da parte della Commissione europea. Nel frattempo le importazioni di riso lavorato, solo dalla Cambogia, sono arrivate a sfiorare le 290mila tonnellate. La nostra produzione, coltivata da 4mila aziende risicole, è qualitativamente superiore, ma i prezzi sono in caduta libera a causa proprio delle forti importazioni: per i risi Indica (Lunghi B) le quotazioni sono di 25 euro al quintale; lo scorso anno si aggiravano sui 32 euro. I Tondi sono valutati tra i 28 e i 30 euro, lo scorso anno 33 €/q.  I risi Lunghi A (parboiled e da risotti) a fatica raggiungono i 35 euro. “Gli unici a mantenere quotazioni alte sono le cosiddette varietà storiche (Carnaroli, Baldo, S. Andrea, Roma, Vialone nano) – afferma la presidente di Confagricoltura Novara e produttrice di riso Paola Battioli – che superano ampiamente i 50 euro al quintale. Ma si tratta di varietà che rappresentano soltanto il 10% dell’intera produzione risicola italiana”. Alessandro Quaglia, presidente della Sezione Riso di Confagricoltura Piemonte, aggiunge: “Dobbiamo valorizzare la nostra produzione ed essere trasparenti con il consumatore, ma il percorso è lungo: noi esportiamo circa il 70% dei raccolti, ma la richiesta esterna non si focalizza sulle nostre varietà storiche, bensì sulle qualità che hanno nei paesi PMA i principali concorrenti. Infine – conclude -  bisogna lavorare sodo anche per rilanciare i consumi interni, fermi da anni”.