Oltre ai danni degli ungulati, anche la beffa dei rimborsi parziali

17/08/2015

La Giunta Regionale, con la delibera n. 39- 1996 del 31 luglio 2015, ha disposto il trasferimento agli ATC/CA dei fondi relativi al risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle colture agricole nel 2014. Tuttavia, durante l’anno 2014, a livello comunitario, sono intervenute importanti modifiche normative che hanno mutato il quadro legislativo all’interno del quale possono essere erogati i contributi per il ristoro dei danni. L’Unione Europea ha infatti stabilito che il risarcimento dei danni da fauna selvatica rientra tra gli aiuti di Stato erogati in regime “de minimis“. Il “de minimis” si sostanzia nella definizione di un tetto massimo alle somme che possono essere erogate, a diverso titolo, dallo Stato all’impresa privata nell’arco di tre esercizi finanziari. Tale somma, per le imprese agricole, è stabilita in euro 15.000, in pratica il risarcimento non può più avvenire tramite la semplice quantificazione del danno e successiva liquidazione, ma impone che il beneficiario autocertifichi la somma complessiva percepita a titolo di aiuti di Stato nei tre anni precedenti. Si fa inoltre presente che la Regione ha provveduto a stanziare le risorse di cui al Fondo Regionale per il risarcimento dei danni e ha effettuato il riparto delle medesime tra gli ATC/CA tenendo conto delle dovute compensazioni. Il problema delle coltivazioni distrutte principalmente dagli ungulati, che proliferano sempre più numerosi, già grave di per sé, con le nuove disposizioni regionali che regolano la liquidazione dei danni rischia di aggravarsi ulteriormente non pagando tutto il danno alle aziende agricole. Il commento del presidente di Confagricoltura Alessandria, Luca Brondelli di Brondello, circa la situazione venutasi a creare con il nuovo sistema di risarcimento danni parla chiaro: “Trovo francamente inconcepibile che gli agricoltori che già subiscono pesanti danni alle loro coltivazioni da parte di cinghiali e caprioli debbano vedere considerati ‘aiuti di Stato’, quelli che altro non sono che giusti risarcimenti. La legge dice molto chiaramente che la selvaggina è ‘Patrimonio indisponibile dello Stato’ e pertanto è lo Stato che deve preoccuparsi di risarcire i danni procurati da essa. Purtroppo è ormai evidente che nè lo Stato, nè la Regione Piemonte, nè tanto meno le Province sono in grado non dico di risolvere, ma nemmeno di gestire questo problema, che ha ormai esasperato gli agricoltori. Abbiamo subito informato il nostro ufficio legale di Roma della situazione e i nostri funzionari avranno a breve degli incontri al Ministero, ma stiamo seriamente valutando di ricorrere in giudizio contro questa vera e propria ‘bestialità giuridica’”.

Paolo Castellano