Inaccettabile la soluzione della Regione per il risarcimento dei danni da selvaggina

01/10/2015

Verso la fine di luglio, durante una riunione in assessorato a Torino sui problemi legati alla caccia, ci veniva data come un fulmine a ciel sereno la notizia che una nuova interpretazione della Commissione Europea imponeva di rivedere i criteri con i quali la Regione, tramite gli Ambiti Territoriali caccia e i Comparti Alpini, risarciva i danni procurati dalla fauna selvatica. A fronte di una interrogazione quanto mai improvvida e inutile di un funzionario della Regione Marche, la risposta dell’allora Commissario all’Agricoltura della Commissione Europea, Dacian Ciolos, è stata che i risarcimenti per i danni da selvaggina dovessero essere considerati “aiuti di Stato”. Pertanto alcune Regioni italiane emanavano delle direttive che obbligavano gli enti preposti ad agire in tal senso. La Regione Piemonte si è adeguata il 31 luglio 2015 e pertanto tutti i danni peritati dopo il 30 giugno 2014 dovranno essere risarciti con il sistema de minimis, che ricordo è molto penalizzante per il sistema agricolo, prevedendo un massimale di 15.000 euro in tre anni, che viene già eroso da altri regolamenti e finanziamenti (prestiti di conduzione, anticipi PAC, bandi INAIL, ecc). Tutto questo avveniva quando le proteste di tutto il mondo agricolo erano già vibranti per l’aumento dei danni di cinghiali e caprioli e i risarcimenti della Regione molto tardivi. Ci siamo ovviamente subito attivati sia a livello regionale che nazionale per correggere questo vero e proprio “non senso giuridico”, visto che la legislazione italiana è molto chiara e stabilisce che la selvaggina è “Patrimonio indisponibile dello Stato” e pertanto esso è responsabile dei danni che procura alle coltivazioni. Abbiamo sollecitato i politici del territorio ad attivarsi prontamente con il Ministero e lo stesso abbiamo fatto con i Consiglieri regionali. Stiamo anche valutando di ricorrere al Tar per impugnare la delibera regionale e far valere i nostri diritti. Non possiamo infatti accettare che un giusto risarcimento per un danno sia confuso con un aiuto di Stato, penalizzando ulteriormente le nostre aziende, che già non vivono momenti facili. Pertanto ci batteremo con determinazione per far cambiare indirizzo alla Regione.

Luca Brondelli