In breve del 26 Febbraio 2015

26/02/2015

Imu agricola, nessuna sanzione se si paga entro il 31 marzo
Ieri il Senato ha approvato le modifiche votate dalla Commissione Finanze e Tesoro del Senato sull’Imu agricola che stabiliscono che chi pagherà l'Imu sui terreni agricoli in ritardo, ovvero oltre la scadenza del 10 febbraio, ma prima del 31 marzo, non incorrerà in alcun tipo di sanzione. Il testo emendato passa ora all’esame della Camera. Inoltre sarà possibile chiedere i rimborsi se si sono pagate somme non dovute.

Latte: gli aiuti proposti aiutano poco
Martedì 24 febbraio si è tenuta, al Ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali, una prima riunione sulla bozza di DM sul Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario per gli anni 2015, 2016 e 2017 che attua la previsione dei commi 214-217 della Legge di Stabilità 190/2014, che ha istituito il Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario. Il Ministero ha specificato che i contributi provenienti dal Fondo sono destinati alla copertura delle spese di garanzia e alla copertura parziale o totale degli interessi relativi a prestiti concessi alle aziende di allevamento. L’allevatore, quindi, è subordinato ad aderire a un piano di consulenza aziendale di durata almeno annuale, di cui il Ministero fornirà nei prossimi giorni una bozza da allegare al DM. Per accedere al Fondo gli allevatori dovranno prevedere progetti operativi di miglioramento della qualità del latte bovino intervenendo su misure per il benessere animale e sul miglioramento e aggiornamento delle strutture produttive. Il contributo massimo per ciascuna operazione è commisurata al quantitativo di latte prodotto, calcolato sulla media delle ultime tre campagne produttive, andando da un minimo di 60 tonnellate prodotte con un importo massimo dell’aiuto di 10.000 euro ad un massimo di oltre 3.000 tonnellate prodotte che potrà accedere a un importo massimo dell’aiuto di 50.000 euro. I finanziamenti dovranno comunque soddisfare le condizioni stabilite agli aiuti “de minimis” nel settore agricolo primario, 15.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari, e a quelli per gli altri settori dell’agroalimentare, 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari e di 100000 euro per un’impresa che opera nel settore del trasporto di merci su strada per conto terzi. Il Ministero ha specificato che la misura riguarderà le aziende agricole, con priorità per quelle ubicate in zone montane e svantaggiate, di giovani agricoltori e per quelle aderenti ad organizzazioni di produttori (OP). Non potranno accedere le aziende non in regola con i pagamenti dei prelievi sulle eccedenze di produzione lattiera. Le domande potranno poi essere presentate anche da società cooperative, da OP riconosciute o loro associazioni, purché tutti i soggetti coinvolti siano in regola con il pagamento dei prelievi. Ismea e Agea provvederanno a verificare che le aziende di allevamento interessate abbiano i requisiti per accedere al Fondo. L’Ismea procederà, per ogni singola azienda, alla liquidazione direttamente nei confronti dell’Istituto di credito interessato, per quanto concerne le garanzie e gli interessi. Il testo del DM dovrà essere condiviso con il Ministero dell’Economia e Finanza e con quello della Salute, prima di essere approvato in Conferenza Stato Regioni. Confagricoltura esprime perplessità sulla misura che non appare significativa per poter risolvere nel breve periodo la situazione di crisi del comparto. Gli investimenti previsti in ambito di benessere animale, per quanto importanti, non avrebbero il dovuto effetto di portare benefici economici al settore. Confagricoltura propone di integrare le misure con i piani di risanamento delle malattie, quali la paratubercolosi, che in un futuro prossimo potrebbero incidere sulle esportazioni dei prodotti italiani. Inoltre, sono state evidenziate criticità sulle tempistiche nella concessione dell’aiuto nei tre anni di finanziamento, anche in relazione alle priorità degli aderenti previste dalla bozza di DM. Infatti, non è ben chiaro se le adesioni che non rientrano nel budget di un anno potranno rientrare automaticamente in quelle dell’anno successivo. Inoltre, tali aziende dovrebbero avere una priorità sulle aziende che fanno richiesta nell’anno successivo, così da non essere nuovamente soggette a rispettare le priorità previste dal DM, rischiando di non essere nuovamente incluse nel finanziamento. A una prima valutazione del testo Confagricoltura rileva ancora la debolezza dell’aiuto previsto dal Ministero per la produzione primaria, rientrando nell’applicazione del de minimis (aspetto comunque già previsto dalla legge). Inoltre, l’adesione delle strutture cooperative che potranno richiedere un finanziamento fino a 50.000 euro, rientrando nel de minimis dell’agroalimentare, sottrarranno maggiori risorse ai singoli allevatori che potranno richiedere aiuti solo fino a 15.000 euro. Preoccupa, infine l’obbligo di adesione dell’allevatore a un piano di consulenza aziendale che dovrà essere gestito da un professionista riconosciuto, sottraendo ulteriori utili risorse agli allevatori.