La difesa delle colture per garantire cibo sano, sicuro e per tutti. Confagricoltura Piemonte ha incontrato la Prof. Gullino (Agroinnova)

06/05/2015

“Con gli OGM non si sfama il mondo, ma sicuramente si risolvono alcuni problemi” . Ad affermarlo è la professoressa Maria Lodovica Gullino, ordinario di Patologia vegetale all’Università di Torino e direttore di Agroinnova, il prestigioso Centro di competenza per l’innovazione in campo agroambientale, all’incontro organizzato da Confagricoltura Piemonte sul tema “Cibo sano, sicuro e per tutti: gli obiettivi di un’agricoltura innovativa e sostenibile”, svoltosi stamane al Circolo dei lettori di Torino.

La conferenza è una delle iniziative organizzate da Confagricoltura durante l’Expo per riflettere sul tema dell’esposizione universale “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, che culminerà con un convegno internazionale dedicato alle biotecnologie il 16 luglio all’Auditorium di Palazzo Italia all’Expo di Milano.

L’intervento della prof. Gullino si è focalizzato in particolare sul legame tra la ricerca in campo agroambientale e i risvolti su alimentazione, società ed economia. “La difesa delle colture – ha affermato - può fare la differenza anche in termini alimentari: in molti casi, infatti, le malattie delle piante hanno causato danni economici e sociali che si potevano evitare attraverso una rete mondiale condivisa di biosicurezza, ovvero di prevenzione del passaggio di parassiti da un continente all’altro. In questo senso l’ingegneria genetica è in grado di fornire numerose applicazioni non solo in campo alimentare”.

L’approccio di Confagricoltura a questi temi non conosce pregiudizi. Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte, lo ha ribadito: “Fare innovazione oggi in agricoltura significa non rifiutare le tecnologie, se queste servono a raggiungere migliori livelli di sostenibilità ambientale ed economica”.

“In questo contesto  - ha aggiunto Coscia - è necessario intervenire su più fronti, puntando decisamente sull’innovazione, sperimentando le biotecnologie verdi per ridurre la dipendenza dai prodotti chimici convenzionali. Ciò consentirà anche di ridurre l’inquinamento atmosferico, sviluppando piante più resistenti alle avversità e in grado di ‘catturare e sequestrare’ con maggior efficacia il carbonio nel suolo”.