Ecomondo, Confagricoltura: «La bioeconomia è l’economia del futuro che mette insieme innovazione tecnologica, territori, imprese e cittadini»

10/11/2016

“La bioeconomia riguarda le risorse naturali della terra e del mare per produrre cibo, materiali per gli ingredienti ed energia. Unisce tutte le operazioni di trasformazione tecnologica delle risorse biologiche, vegetali, animali. Per l’agroalimentare è chiaro cosa sviluppa; appare interessante la sua applicazione nel settore no food, i tessuti naturali (canapa, lino, seta), l’edilizia naturale (legno e fibre), la carta, il cuoio, i nuovi enzimi (bioplastiche), i processori ed i fermentatori (recupero sottoprodotti) e, non da ultimo, le bioenergie (a partire dal biogas)”. Lo ha ricordato il delegato per la ricerca e l’innovazione di Confagricoltura, Daniele Rossi, intervenendo al convegno sulla bioeconomia svoltosi a Rimini a Ecomondo. L’incontro è stato promosso dall’Agenzia pubblica per la coesione territoriale, dai cluster Agrifood e Spring (chimica verde) e da Confagricoltura, insieme ad alcune regioni particolarmente vitali per la bioeconomia, a partire da Umbria e Marche, proprio le due realtà che oggi soffrono particolarmente a causa del terremoto.

Daniele Rossi ha ricordato l’attualità e l’importanza di questa realtà : “In Italia la bioeconomia rappresenta circa 269 miliardi di euro ed oltre 2 milioni di occupati. È la prima economia del Paese. Tutta l’Europa si sta fortemente focalizzando sui temi dell’economia circolare e della bioeconomia. È un nuovo paradigma produttivo molto innovativo che obbliga gli operatori pubblici e privati a dialogare ed i cittadini/consumatori a partecipare responsabilmente per raggiungere l’obiettivo di un mondo più pulito e che non spreca le sue risorse”.

Ha quindi indicato come l’agenda intelligente di Confagricoltura abbia individuato il seguente approccio generale alle materie di primo utilizzo: la determinazione delle specie colturali più adatte e delle biomasse da utilizzare nei processi di bioraffineria, limitando le emissioni di gas climalteranti associato con l'uso del territorio e la condivisione dei benefici derivanti dall'utilizzo delle risorse genetiche locali; l'identificazione e l'utilizzo di  terreni economicamente marginali e/o contaminati; la promozione dell'uso efficiente della biomassa; la costruzione di nuove reti di fornitura con il mondo agricolo.

“La bioeconomia – ha concluso il rappresentante di Confagricoltura – è l’economia del futuro, non solo perché circolare ma perché consente di mettere insieme innovazione tecnologica con i territori, le imprese agricole ed alimentari, la cittadinanza attiva nelle operazioni di recupero e riciclaggio”.