Agricoltura sociale: oltre 3000 aziende nel nuovo welfare

04/07/2016

Se l’agricoltura traina la crescita del Sud, dove il Pil risale per la prima volta dopo sette anni di discesa, un pezzettino di merito si deve anche all’agricoltura sociale. Il connubio fra due mondi apparentemente distanti, l’agricoltura e il sociale, funziona ed è una realtà in costante crescita, che sta producendo risultati importanti sia sul piano economico che su quello socio-sanitario. In Italia sono oltre tremila le esperienze di agricoltura sociale che danno lavoro a 30mila addetti e sviluppano più di 200 milioni di euro di fatturato.
Ma che cosa sono le fattorie sociali? Aziende agricole nelle quali si coltiva, molto spesso con metodi biologici, si allevano animali, si producono conserve alimentari: l’unica differenza è che ci lavorano persone cosiddette “svantaggiate”, con handicap fisici o psichici, problemi di dipendenze da alcol o droga alle spalle, ex detenuti, disoccupati o persone che hanno perso il lavoro e non riescono a trovarne un altro. Come a Milano nella Cascina Biblioteca, dove si lavora sull'inclusione dei disabili anche attraverso l'ippoterapia, insieme a numerose attività di formazione per bambini dai campi estivi all'agri-nido. O vicino a Roma, a Grottaferrata, dove l’Agricoltura Capodarco porta avanti il progetto "VivaIo" laboratorio sociale per persone con disabilità psichica che esercitano principalmente attività florovivaistiche in serra, a contatto con piante e natura come terapia. O in Campania, nella Terra dei fuochi, dove la Fattoria Sociale "Fuori di zucca" ha riconvertito gli spazi dell'ex Ospedale psichiatrico di Aversa, trasformandolo in un'azienda agricola biologica multifunzionale che occupa persone svantaggiate e sviluppa attività didattiche nel territorio.
Ad agosto 2015 il Parlamento è riuscito, dopo un inter molto lungo e travagliato, ad approvare finalmente la legge 141 che regolamenta il settore, fissando le linee guida di un comparto in larga espansione e che ha la possibilità di attingere a ingenti fondi messi a disposizione dall’Unione europea. Ma, per la definitiva concretizzazione delle linee fissate dal provvedimento legislativo, mancano i decreti attuativi che devono essere emanati dal governo. Per questo motivo oggi il deputato Pd Massimo Fiorio, vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera e primo firmatario della legge 141, ha tenuto una conferenza stampa alla Camera, in compagnia di Ilaria Signoriello e Marco Berardo Di Stefano, rappresentanti rispettivamente del Forum nazionale Agricoltura Sociale e della Rete delle Fattorie Sociali, per sollecitare l’esecutivo ad emettere i decreti ministeriali mancanti. E per annunciare il convegno a Montecitorio il 26 luglio che farà il punto sul tema.
"Vogliamo sollecitare i ministeri competenti a non fermarsi sull’agricoltura sociale – afferma Fiorio - chiediamo inoltre che venga insediato l’Osservatorio nazionale. Si tratta di un fenomeno che si è profondamente radicato in Italia dalla fine degli anni ’70 e che ha allargato i suoi confini dopo l’approvazione definitiva del ddl “Dopo di noi” sulla disabilità e dopo il protocollo approvato con gli istituti penitenziari. I fronti aperti sono tanti".
Un nodo da sbloccare è il rapporto fra mondo della cooperazione sociale, che si sente un po’ messo da parte, e quello agricolo che teme di perdere i fondi messi a disposizione dai Psr regionali (Piani sviluppo rurale). "La Sardegna ha messo a disposizione 30 milioni di euro sul settore, L’Abruzzo 10, La Toscana 15, le risorse a disposizione sono tante - conclude Fiorio - e bisogna distribuirle equamente fra tutti i soggetti, cooperanti e agricoli”.
Rassicurazioni arrivano dal ministero delle Politiche Agricole, che tranquillizza sul fatto che legge è già applicata aldilà degli ultimi decreti attuativi mancanti: “L’Italia ha un patrimonio importante di esperienze di agricoltura sociale che vogliamo valorizzare sempre meglio - afferma il capo del Mipaaf Maurizio Martina - Il governo ha dato subito applicazione alla nuova legge destinando mille giovani del servizio civile nazionale verso le aziende e le cooperative sociali. Ora potremo supportare ancora di più queste attività anche con il coinvolgimento delle Regioni”.

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