Pac, arrivano i primi acconti

26/10/2017

Entro la fine del mese di ottobre una buona parte di imprese agricole piemontesi riceverà un acconto di circa il 70% dei cosiddetti “contributi Pac”, il premio per la Domanda Unica 2017 riservato ai conduttori di terreni agricoli. L’anticipo del 70% del contributo – erogabile, in base alle norme comunitarie, dal 16 ottobre – riguarda il regime di pagamento di base (titoli Pac), il regime dei piccoli agricoltori, il greening e il premio per i giovani agricoltori. Con questa prima erogazione – spiega Confagricoltura Piemonte – verrà accordata priorità alle imprese che coltivano riso, per venire incontro alla crisi di mercato di questo cereale che sta attraversando un periodo di forte difficoltà, anche a causa della concorrenza internazionale provocata dall’azzeramento dei dazi all’importazione dai Paesi meno avanzati. Entro ottobre, se i tempi saranno rispettati, verranno erogati circa 104 milioni di euro, dei quali circa la metà destinati a poco più di 1.500 imprese risicole. Un’altra tranche di pagamenti, di circa 100 milioni di euro, dovrebbe essere erogata entro la fine del mese di novembre. “È necessario – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – che la Regione acceleri il più possibile l’operazione di pagamento degli acconti Pac, sia per la prima, sia per la seconda tranche. Infatti il settore primario quest’anno vive un periodo particolarmente delicato, a causa della siccità estiva che ha ridotto le produzioni e di un mercato non particolarmente favorevole”. Allasia ricorda le difficoltà degli allevatori, specie di quelli che pascolano in alpeggio, e dei frutticoltori, colpiti dall’andamento di mercato sfavorevole e dalle fitopatie, moria del kiwi e cimice asiatica in particolare. “Sollecitiamo la Regione a fare in fretta, per dare una boccata d’ossigeno ai nostri agricoltori: la tenuta delle imprese è messa a dura prova – conclude Allasia – e le istituzioni hanno il dovere di intervenire con rapidità, non per fare regali, ma per mettere gli agricoltori piemontesi nelle stesse condizioni dei loro colleghi europei”.