Contributi Pac solo con il certificato antimafia

27/11/2017

Controllare il rispetto dei requisiti di legge, in particolare l’onorabilità degli imprenditori che ricevono contributi pubblici è giustissimo, ma un eccesso di zelo può creare il caos. La legge 17 ottobre 2017, n. 161 (che contiene “Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al Codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del Codice di procedura pena- le e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate”), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 258 del 4 novembre 2017, corre il rischio di rallentare troppo l’erogazione degli aiuti Pac. Tra le norme del provvedimento, all’articolo 28, relativo a “Acquisizione dell’informazione antimafia per i terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei” è previsto infatti che “All’articolo 91 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo il comma 1 è inserito il seguente: 1-bis. L’informazione antimafia è sempre richiesta nelle ipotesi di concessione di terreni agricoli demaniali che ricadono nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla Politica agricola comune, a prescindere dal loro valore complessivo, nonché su tutti i terreni agricoli, a qualunque titolo acquisiti, che usufruiscono di fondi europei”. Questo significa che da ieri per l’erogazione degli aiuti comunitari, Pac e Psr per citare gli esempi più diffusi, è richiesta la certificazione antimafia. Ora il Parlamento sta cercando di correggere la decisione (che il Parlamento stesso ha adottato!) introducendo una norma nel cosiddetto “decreto fiscale” per fissare una soglia di 5.000 euro, sotto la quale non servirebbe la certificazione antimafia. Ma la soluzione individuata non risolverebbe il problema, in quanto le prefetture verrebbero intasate da migliaia di pratiche, con conseguenti rallentamenti nell’erogazione dei contributi. E in questo caso, come prima conseguenza, gli agricoltori potrebbero dover dire addio alla scadenza del 30 novembre per l’erogazione dell’anticipo Pac. Una domanda sorge spontanea: perché i legislatori non si sono resi conto di quello che hanno approvato? O l’hanno fatto apposta?


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