Dopo quattro mesi di accelerazione, a settembre l’inflazione rallenta. A decelerare di alcuni decimi di punto è anche l’inflazione che pesa sulle spese quotidiane (Beni alimentari, per la cura della casa e della persona e prodotti ad alta frequenza d’acquisto) a causa del rallentamento sia delle componenti più volatili del paniere, come frutta, vegetali freschi e carburanti, sia dei prodotti alimentari lavorati. Per i prodotti di largo consumo, così come per gli Energetici regolamentati (gas ed elettricità) la crescita dei prezzi rimane comunque più alta di quella che si registra per il paniere nel suo complesso.
Rallentano i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati sia non lavorati. I primi decelerano da +1,9% di agosto a +1,2% con il rallentamento dei prezzi della Pasta secca, pasta fresca e preparati di pasta da +6,0% a +3,7% (-1,6% rispetto al mese precedente) e dei Vini da Uve da +6,9% a +6,3% (-0,4% su base mensile). I Beni alimentari non lavorati passano da +3,1% del mese precedente a +2,4% (+0,4% in termini congiunturali) a causa della dinamica dei prezzi della Frutta fresca e refrigerata (da +8,0% di agosto a +4,6%, -3,3% rispetto al mese precedente) mentre i Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate crescono del 6,2% in termini congiunturali, stabilizzando la crescita su base annua (da +2,9% a +3,0%).
Tra i servizi, i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti calano del 4,9% rispetto al mese precedente per lo più per fattori stagionali, in particolare per effetto dei prezzi del Trasporto marittimo (-35,4%) e di quelli del Trasporto aereo passeggeri (-26,2%). Su base tendenziale i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti rallentano (da +2,8% a +2,5%) a causa esclusivamente della dinamica dei prezzi del Trasporto marittimo (da +2,8% di agosto a -3,3%), mentre i prezzi del Trasporto aereo passeggeri accelerano da +9,4% a +11,0% a causa dei Voli aerei internazionali (i cui prezzi diminuiscono del 28,2% rispetto ad agosto e passano da +6,3% osservato nel mese precedente a +9,7% in termini tendenziali), mentre i prezzi dei Voli aerei nazionali calano del 20,0% in termini congiunturali ma rallentano su base annua (da +20,1% registrato nel mese precedente a +15,6%).
I DATI DEL TERRITORIO
A settembre 2018, nelle diverse ripartizioni geografiche la crescita dei prezzi o registra una decelerazione o è stabile rispetto al mese precedente: il Nord-Est (stabile a +1,7%) e il Nord-Ovest (da +1,8% a +1,5%) mostrano un’inflazione superiore alla media nazionale, mentre il Centro (da +1,5% a +1,3%), il Sud e le Isole (entrambi stabili a +1,3%) al di sotto.
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150 mila abitanti si rilevano aumenti su base annua ovunque (Figura 6). Reggio Emilia (+2,2%), Bologna e Ravenna (+2,1% per entrambe) sono i capoluoghi in cui i prezzi presentano gli incrementi più elevati, Perugia (+0,5%), Potenza (+0,6%) e Ancona (+0,8%) quelli con gli aumenti i più contenuti.
LE DIVISIONI DI SPESA
A settembre, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dell’1,7% su base mensile, per effetto della fine dei saldi stagionali di Abbigliamento e calzature, che registrano una crescita di +33,1% in termini congiunturali (-0,6% il tendenziale). Su base annua l’IPCA subisce un lieve rallentamento da +1,6% registrato nel mese precedente a +1,5%, imputabile per lo più ai prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (che passano da +2,1% del mese precedente a +1,6%).
GLI AGGREGATI SPECIALI
Il rallentamento dell’indice generale osservato a settembre è dovuto ai prezzi degli Alimentari lavorati (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (in decelerazione da +2,0% di agosto a +1,5% in termini tendenziali, -0,6% in termini congiunturali) e a quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +2,5%, -5,0% su base mensile).
La componente di fondo, calcolata al netto di energia e alimentari freschi, risulta in decelerazione da +0,8% a +0,7%; rallenta anche l’inflazione al netto di energia, alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (da +0,6% a +0,5%) e quella al netto dei soli beni energetici (da +1,0% a +0,9%).
Fonte: agricolae.eu