La risicoltura è all’avanguardia, ma non supera la prova dell’aggregazione dell’offerta

15/02/2018

“Dal fertilizzante al seme fino alla difesa delle piante in campo, la precision farming è in grado di controllare operazioni e dosaggi intervenendo nella riduzione degli sprechi con l’obiettivo della massima efficienza possibile, del risparmio dei costi di produzione e del rispetto dell’ambiente”. Così Giovanni Perinotti, presidente della Federazione nazionale del riso di Confagricoltura, che al recente Forum europeo sul riso di Bruxelles ha ribadito la necessità di attivare al più presto la clausola di salvaguardia per ridurre le massicce importazioni di riso dalla Cambogia che penalizzano le produzioni Ue e in particolare quelle nazionali, rilancia anche sul tema dell’innovazione. ”Oggi il comparto si avvale di sistemi di geolocalizzazione che permettono di dosare al meglio ogni apporto, dai fertilizzanti alle sementi ai prodotti per la difesa delle piante, nel momento di necessità. In risicoltura – sottolinea Perinotti - siamo quindi molto  avanti come agricoltura di precisione, ma  restiamo indietro nella commercializzazione. Manca ancora una capacità di aggregazione dell’offerta che consenta di aumentare il potere contrattuale sul mercato. Stiamo cercando di spingere sull’associazionismo di prodotto, ma su 1 milione e mezzo di tonnellate di riso prodotte complessivamente in Italia da 4 mila aziende risicole  solo il 10% è oggi gestito dalle cooperative. Così la risicoltura italiana rischia di non sopravvivere”.