Agriturismo in difficoltà

02/11/2020

Le nuove restrizioni in atto e quelle che, con ogni probabilità, arriveranno nei prossimi giorni, impongono un brusco stop all’agriturismo e il Decreto Ristori non basterà, purtroppo, nemmeno ad attenuare i pesanti problemi economici.
Nei mesi scorsi sono state colpite dallo stop forzato le fattorie didattiche, la vendita diretta dei prodotti e la ristorazione. Sono anche crollate le vendite nel canale Ho.Re.Ca, tutti gli eventi e le cerimonie. L’estate, seppur con presenze minori del 2019, aveva fatto ben sperare.
Sono le forti incertezze a preoccupare, in generale, gli imprenditori agricoli e queste si amplificano per le aziende agrituristiche. Le aziende hanno investito per ottemperare alle normative sanitarie contando che proprio la caratteristica delle strutture, con gli ampi spazi che offrono un distanziamento naturale, permettesse di chiudere la stagione salvando in qualche modo i bilanci aziendali.
Agriturist – Confagricoltura chiede di indirizzare le risorse non spese del bonus vacanza verso operatori turistici e agrituristici, attivare casse integrazioni rapide per i dipendenti, intervenire sulle tasse e sull’interesse dei mutui, l’esenzione da Imu e Tari. Inoltre occorre programmare insieme, con campagne promozionali ad hoc, il dopo pandemia per la ripresa dell’attività”.
Dei 24.000 agriturismi italiani, quelli senza ristorazione sono convenzionati con strutture rurali vicine, circa 10.000 offrono pasti e quasi 12.000 propongono attività ricreative, culturali e didattiche.
In Piemonte ci sono 1.316 aziende agrituristiche di cui 914 con alloggio. Le aziende con ristorazione sono 793 (il 60% del totale); quelle che offrono un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) sono 687 (il 52 % del totale). Sono 1.013 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche – educative, agri-asilo.