Confagricoltura scrive a Bruxelles: servono più risorse contro il Covid

06/11/2020

“Per contrastare la seconda ondata dei contagi da Covid-19, sono stati varati in Italia ulteriori provvedimenti che incidono sull’ordinaria commercializzazione dei prodotti destinati all’alimentazione. Misure analoghe sono già in vigore in altri Stati membri. In questa nuova e difficile fase, che non sarà di breve durata, è indispensabile approfondire l’esame sulle prospettive dei mercati agricoli, con l’obiettivo di salvaguardare la stabilità e l’efficienza delle imprese”. E’ la richiesta contenuta in una lettera che il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha indirizzato al commissario Ue all’agricoltura e sviluppo rurale, Janusz Wojciechowski.
“La chiusura, in particolare, di bar e ristoranti avrà un impatto negativo sulle vendite e sulle esportazioni di alcuni prodotti che non sarà compensata dall’incremento dei consumi domestici”, evidenzia Giansanti.
L’impatto dei nuovi provvedimenti sarà rilevante, considerato che i consumi alimentari extradomestici – rileva Confagricoltura – ammontano a circa 80 miliardi di euro l’anno, con un’incidenza del 30% sul totale.
“Alcuni Stati membri hanno già avanzato la richiesta di nuovi aiuti della Ue al settore delle carni bovine, dopo quelli già accordati a marzo – spiega Giansanti - Le difficoltà in atto impongono di procedere con una visione globale, mobilitando finanziamenti straordinari nel quadro del bilancio dell’Unione per l’anno venturo”.
Secondo il presidente di Confagricoltura servirà un ammontare di risorse superiore a quello stanziato (circa 80 milioni di euro) per contenere l’impatto della prima ondata della pandemia.
“Ci auguriamo che la discussione possa essere avviata in occasione della prossima sessione del Consiglio Agricoltura della UE, in programma il 16 novembre” - conclude Giansanti, che ha anche sollecitato un significativo aumento dei massimali per la concessione degli aiuti pubblici nell’ambito del regime straordinario varato dalla Commissione. L’aumento è giustificato dall’intensità e dalla durata della crisi in atto. E’ necessario limitare le difficoltà a carico della prima filiera produttiva italiana, quella agroalimentare, che esprime un fatturato complessivo annuale che sfiora i 540 miliardi di euro.