Coronavirus, il Coordinamento delle associazioni dei pensionati invita a ripensare l'assistenza agli anziani

29/04/2020

Lettera aperta al ministro della Salute, ai governatori delle Regioni ed agli assessori regionali della Sanità

Il CUPLA - Coordinamento nazionale del Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo (Anap Confartigianato, Anpa Pensionati Confagricoltura, Associazione Nazionale Pensionati Cia, 50&Più Associazione Confcommercio, CNA Pensionati, Federpensionati Coldiretti, Fipac Confesercenti, Fnpa Casartigiani) vuole ringraziare le migliaia di medici, infermieri ed operatori sanitari che ormai da quasi due mesi fronteggiano la pandemia scatenata dal coronavirus Covid-19.

Ognuna delle otto Associazioni di agricoltori, artigiani e commercianti a cui fa riferimento il CUPLA, in diverse forme e modalità, sta sostenendo questo grande sforzo collettivo, anche attraverso donazioni ad ospedali, enti di volontariato e Protezione civile, ma soprattutto veicolando e divulgando verso i propri associati pensionati la corretta informazione su come contrastare la malattia. Purtroppo pensionati ed anziani sono la fascia di popolazione più colpita dalla forza del virus, rappresentando gli over 70 anni oltre l’80 per cento dei deceduti.

Esprimiamo in particolare una forte preoccupazione per la situazione venutasi a creare nelle case di riposo e RSA e in generale per l’assistenza agli anziani. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sui decessi nelle residenze per anziani, in 1.082, su 3.320 contattate, da febbraio al14 aprile si sono registrate quasi 7 mila vittime con oltre il 40% per Covid-19. Ma i dati reali probabilmente sono ancora più allarmanti. Dobbiamo tener conto che, sono le donne e gli uomini che hanno ricostruito questo paese dopo la guerra.

Purtroppo rileviamo che la sanità pubblica e la medicina territoriale, in molte Regioni, sono state da molti anni trascurate e depotenziate, mentre invece l’esperienza della drammatica fase attuale dimostra la fondamentale importanza del ruolo dei medici di famiglia e della presenza dei presidi medici anche nei piccoli comuni.

Dobbiamo altresì evidenziare che non si è investito sulla assistenza domiciliare e chiediamo lo sviluppo del care giver.

In questi anni sono stati tagliati oltre 50 mila posti letto e altrettanti posti di lavoro nella sanità e si è trascurata la prevenzione attraverso le strutture pubbliche, che rappresentano un baluardo per la salvaguardia della salute degli Italiani.

Non possiamo accettare l’accesso alle cure in base alla età, come purtroppo appare sia avvenuto nel momento di maggiore criticità nelle strutture ospedaliere. Dobbiamo, nostro malgrado, constatare che non si è saputo proteggere i nostri anziani.

Intravedendo dai dati diffusi qualche spirale positiva nella propagazione del virus, auspichiamo che nella “fase 2”, nella quale vanno assunte e imposte - se necessario - tutte le misure di precauzione e di protezione affinché il virus non riprenda a diffondersi, che gli anziani siano considerati al pari degli altri cittadini e non dei soggetti da mettere in segregazione.

Il nostro appello è quello di agire tempestivamente in tutto il territorio nazionale effettuando tamponi a tutti gli operatori sanitari e tutti gli ospiti delle RSA, case di riposo, residenze per disabili e anche alle persone asintomatiche.

Pertanto chiediamo che, a tutti i livelli, le Organizzazioni degli anziani e loro Coordinamenti, tra cui il Cupla, siano ascoltati affinché possano mettere a disposizione le loro conoscenze dirette per coadiuvare le Istituzioni nell’assumere importanti decisioni in questo difficile momento.