Piano Colao. Le principali misure per il settore agricolo

10/06/2020

Esperti al lavoro per la ripartenza del sistema Italia. Di seguito AGRICOLAE riporta le misure principali per il comparto agricolo previste dal Piano Colao, obiettivi e proposte che puntano a cambiare e rilanciare in modo deciso il Paese.

Iniziative importanti sono state predisposte per aiutare imprese ed aziende in difficoltà. Dunque modificare il decreto liquidità così da permettere il sostegno finanziario anche alle imprese con esposizioni UTP che presentano possibilità concrete di risanamento.

ACCESSO ALLA LIQUIDITA PER IMPRESE IN CRISI

• Le imprese con esposizioni UTP rappresentano 75 mld di esposizioni bancarie e hanno 750k addetti oltre all’indotto (fonte Prelios).

• Alcune di queste pre-Covid non presentavano derive rispetto al piano e hanno tuttora concrete possibilità di risanamento.

• La situazione è eterogenea e accanto a realtà di grandi dimensioni ve ne sono anche di medie dimensioni.

• In sede di conversione il dl liquidità è stato approvato dalla Camera un emendamento che parrebbe consentire l’accesso alla garanzia SACE se l’impresa non presentava alla data del 29 febbraio 2020 esposizioni deteriorate a centrale rischi ed esposizioni UTP nei confronti del soggetto finanziatore, sempreché non fosse in difficoltà al 31/12/19 secondo il reg. UE 651/14.

• In tal senso la norma sarebbe ragionevole in quanto talune banche possono differire nel tempo la rimozione dalle esposizioni dagli UTP anche se l’impresa performa.

• L’emendamento approvato dalla Camera presenta peraltro una contraddizione laddove continua a fare riferimento all’assenza di esposizioni deteriorate «presso il sistema bancario», pur precisando «come rilevabili dal soggetto finanziatore».

• La garanzia del fondo di Garanzia è ammessa alle imprese con esposizioni UTP alla data del 31 gennaio 2020 a condizione che esse non siano più classificate deteriorate alla data della richiesta del finanziamento.

a. Prevedere espressamente che eventuali esposizioni UTP verso banche diverse rispetto a quella finanziatrice non pregiudichino la spettanza della garanzia SACE se l’impresa ha concrete possibilità di risanamento.

b. Adeguare di conseguenza il quadro normativo superando l’apparente contraddittorietà.

ESCLUDERE CONTAGIO COVID DA RESPONSABILITA PENALE E RIDURRE TEMPORANEAMENTE IL COSTO DELLE MISURE ORGANIZZATIVE ANTI-CONTAGIO

Escludere il “contagio Covid-19” dalla responsabilità penale del datore di lavoro per le imprese non sanitarie e neutralizzare fiscalmente, in modo temporaneo, il costo di interventi organizzativi (ad es. turnazione, straordinari) conseguenti all’adozione dei protocolli di sicurezza e al recupero della produzione perduta per il fermo, per non penalizzare la competitività dell’impresa e i redditi dei lavoratori.

• Il possibile riconoscimento quale infortunio sul lavoro del contagio da COVID-19, anche nei settori non sanitari, pone un problema di eventuale responsabilità penale del datore di lavoro che, in molti casi, si può trasformare in un freno per la ripresa delle attività. D’altro canto, per il lavoratore che è esposto al rischio di contagio per il tragitto che deve fare per andare al lavoro e per il permanere a lungo nel luogo di lavoro, magari a contatto con il pubblico, il trattamento del contagio quale infortunio garantisce un livello di tutela, per se ed i propri famigliari, ben maggiore del trattamento di semplice malattia. Si tratta quindi di individuare una soluzione di compromesso che salvaguardi le due esigenze.

• L’adozione di misure organizzative dirette ad attuare i protocolli di sicurezza, ed il principio del distanziamento, comporta un aumento del costo del lavoro (indennità di turni, maggiorazioni per lavoro festivo), cosi come gli eventuali straordinari necessari per recuperare le produzioni perdute. Si tratta di intervenire, in via temporanea, per evitare o minimizzare questo aumento del costo del lavoro, senza incidere sulle maggiorazioni spettanti da contratto ai lavoratori.

a. Per quanto attiene al rischio di responsabilità penale, questo è fortemente ridotto laddove si preveda che l’adozione, e di poi l’osservanza, dei protocolli di sicurezza, predisposti dalle parti sociali (da quello nazionale del 24 aprile 2020, a quelli specificativi settoriali, ed eventualmente integrativi territoriali), costituisce adempimento integrale dell’obbligo di sicurezza di cui all’art. 2087 del codice civile. Si evidenzia che essendo la materia della sicurezza sul lavoro, intesa come contenuto dell’obbligo di sicurezza, e quella relativa ai contratti, di competenza Statale esclusiva, è la legislazione nazionale che deve prevedere questo meccanismo, a garanzia dell’uniformità su tutto il territorio nazionale di una disciplina prevenzionale.

b. Il datore che adempie all’obbligo di sicurezza, nei termini di cui sopra, non andrebbe incontro ne a responsabilità civile ne a responsabilità penale, pur in presenza di un eventuale riconoscimento da parte dell’INAIL dell’infortunio su lavoro da contagio Covid-19. Peraltro si è già previsto che gli infortuni da contagio Covid-19 non vengano contabilizzati per l’azienda ai fini dell’andamento infortunistico, e quindi non hanno conseguenze sul piano dei premi assicurativi. Quindi il riconoscimento dell’infortunio sarebbe neutro per l’azienda.

c. Per quanto riguarda l’aumento del costo del lavoro per le misure organizzative, o recupero di produzione, si tratterebbe di introdurre una defiscalizzazione temporanea delle maggiorazioni, previste dai contratti collettivi, per indennità di turni aggiuntivi e lavoro festivo o notturno, introdotte per adottare i protocolli di sicurezza ed attuare il distanziamento. Così come anche per quegli straordinari richiesti per recuperare la produzione persa in questi mesi di blocco.

Incentivare strumenti di capitale (ad es. azioni di risparmio a termine con limite al rendimento massimo o strumenti finanziari partecipativi di capitale) con la sottoscrizione dei quali il capo-filiera possa patrimonializzare per alcuni anni fornitori e distributori e facilitarne l’accesso a liquidità (tramite credito bancario, factoring, ecc.) e a capitali esterni.

SOSTEGNO STRUTTURALE ALLE SOCIETA NON QUOTATE, SOPRATTUTTO PMI, DI FILIERA

• Gli impatti economici della crisi hanno determinato situazioni di grave tensione patrimoniale e finanziaria in molte società, specie nelle PMI, con conseguenti potenziali impatti sulle filiere produttive: molti produttori dipendono infatti da un elevato numero di fornitori e sub-fornitori di piccole dimensioni, non immediatamente sostituibili.

• Fornitori e subfornitori hanno un difficile accesso al mercato dei capitali/del credito, per una molteplicità di fattori, fra i quali: necessità di due diligence, incertezza sul ciclo economico, ecc.. Essi sono dunque esposti all’alternativa fra il fallimento e l’apertura del capitale a investitori-speculatori, già alla ricerca di imprese- preda.

• I capo-filiera hanno un particolare interesse alla salvaguardia dell’indotto, e potrebbero essere interessati a sottoscrivere – a condizioni non predatorie – strumenti temporanei di equity.

• In presenza di questi interventi, fornitori/subfornitori avrebbero maggiore facilità nell’accesso al credito e/o al capitale di rischio di privati.

a. Sottoscrizione da parte del produttore di azioni di categoria speciale / strumenti finanziari partecipativi di equity.

b. Caratteristiche principali:

- Voto limitato (ad esempio, nomina del presidente del collegio sindacale, e altri limitati diritti essenzialmente di controllo)

- Estinzione automatica in caso di rimborso dell’apporto iniziale, maggiorato di un rendimento «ragionevole»: il rimborso dovrà avvenire esclusivamente tramite dividendi (solo se civilisticamente distribuibili). In aggiunta, possibilità di riscatto da parte della società (alle medesime condizioni)

- Conversione in azioni ordinarie un caso di mancata estinzione ai sensi del bullet che precede entro un determinato periodo di tempo. Il rapporto di conversione determinato, su delega dei soci ed entro un massimo prefissato, dal CdA al momento della conversione, sulla base di una perizia di un terzo indipendente

c. Massime del notariato allegate che chiariscono come questo tipo di azioni o quote siano possibili senza modifiche legislative

d. Eventuale successivo accordo con Confindustria / associazioni di categoria / ABI per: – Definizione modelli e condizioni standard

– Protocolli sulle regole di intervento (ad esempio, gestione delle problematiche legate alla disciplina in materia di subfornitura.

Tra le varie misure anche quelle per favorire l’emersione del lavoro nero attraverso opportunità di Voluntary Disclosure ai fini della regolarizzazione, prevedendo un meccanismo di sanatoria e incentivazione riducendo contribuzione cuneo fiscale, nonché sanzioni in caso di falsa dichiarazione o mancato perfezionamento delle procedure di emersione.

EMERSIONE LAVORO NERO

• Il lavoro nero costituisce, nelle dimensioni che assume, uno dei problemi strutturali del nostro paese ed una sua peculiarità negativa rispetto ad altri paesi comparabili

• L’emergenza COVID ha evidenziato ulteriori, rispetto a quelle classiche, implicazioni negative del lavoro nero: l’impossibilità di raggiungere i lavoratori in nero con gli strumenti straordinari di sostegno dei lavoratori messi in campo per fronteggiare la crisi da COVID; l’impossibilità di implementare azioni prevenzionali per la salute per questi lavoratori, con ripercussioni anche sulla capacità di controllo dell’andamento epidemiologico

• L’eccezionale presidio e controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, di questo periodo, e le ingente risorse che il Governo sta mettendo a disposizione per sostenere il mondo delle imprese possono costituire due importanti leve per attuare iniziative che favoriscano l’emersione del lavoro nero, favorendo un cambiamento strutturale del mercato del lavoro

L’iniziativa si muove su un mix di premialità e sanzioni innovative:

a. Sul piano della premialità, favorire la dichiarazione di lavoro nero, prevedendo: da un lato un meccanismo di sanatoria, per il pregresso, sulla scorta di quanto previsto nel decreto rilancio per l’emersione del lavoro irregolare degli immigrati in alcuni settori; dall’altro, un periodo medio di riduzione contribuzione e cuneo fiscale su retribuzione.

b. Condizionare concessione benefici economici per sostegno imprese ad autodichiarazione, a valere quale autocertificazione assimilata a quelle di cui all’art. 46 DPR n.445/2000, in ordine alla assenza di lavoro nero, ovvero, con dichiarazione di emersione dei lavoratori irregolari presenti, con impegno ad avviare la procedura di emersione.

c. Sul piano sanzionatorio, in caso di falsa dichiarazione, con accertamento della presenza di lavoro nero, ovvero di mancato perfezionamento della procedura di emersione per i lavoratori dichiarati, revoca dei benefici non ancora concessi o pervenuti, obbligo di restituzione di quelli già percepiti, con interessi, oltre alla sanzione penale per falsa autocertificazione nel primo caso. Naturalmente il tutto in aggiunta alle ordinarie sanzioni previste per l’accertamento del lavoro nero.

RETI, FILIERE E AGGREGAZIONI

i. Potenziare e agevolare l’utilizzo di strumenti collaborativi e aggregativi (ad es. Reti d’impresa, Associazioni Temporanee d’Impresa, ecc.).

ii. Incentivare le aggregazioni (ad es. defiscalizzazione della quota di maggior reddito derivante dall’aggregazione, ammortamento del goodwill riveniente dalla fusione), con ulteriori agevolazione per le aggregazioni di imprese in crisi (riduzione cuneo fiscale).

Le PMI rappresentano quasi il 70% del valore aggiunto industriale non-finanziario e l'80% della forza lavoro.

Ciononostante, la frammentazione e le ridotte dimensioni possono portare nel lungo periodo a problemi di competitività, soprattutto nei settori dove sono maggiormente rilevanti le economie di scale e la capacità di investimento. La mancanza di consolidamento e di dimensione genera inoltre un minor ricorso al mercato dell'equity.

Esiste infine un problema di competitività sul mercato del lavoro in cui la dimensione può risultare penalizzante quando si tratta di attrarre talenti e competenza manageriali di livello.

a. Potenziare ed agevolare l’utilizzo di strumenti collaborativi e aggregativi:

– Potenziare e semplificare dal punto di vista normativo gli strumenti che permettono collaborazioni e aggregazioni tra imprese nell'ambito di filiere (ad es. Reti d'impresa, Associazioni Temporanee d'Impresa, ecc.), favorendo la condivisione di risorse e competenze, pur mantenendo identità ed l'autonomia dei partecipanti, aumentandone la competitività

b. Incentivare fiscalmente le aggregazioni tra imprese indipendenti operative da almeno 2 anni:

- Escludere i soggetti finanziari dall'applicabilità dei benefici derivanti da aggregazioni, favorendo così le operazioni tra realtà operative

- Incrementare da 5 a 10 M€ l’importo dei maggiori valori fiscalmente riconosciuti derivanti da operazioni di aggregazione di cui al "Bonus Aggregazioni" (Art. 11 del DL n 34/19)

- Introdurre un super-ammortamento accelerato del goodwill derivante da operazioni di aggregazione tra società con una soglia di fatturato (ad es. pari a 100 M€ nella somma delle due società)

- Escludere da imposizione per i successivi 5 anni una quota del maggior reddito rispetto alla somma dei redditi imponibili dichiarati in media da ciascuna delle imprese partecipanti all’aggregazione nei due periodi d’imposta anteriori all’aggregazione. In alternativa, per incentivare l’aggregazione anche di imprese in difficoltà economica, consentire conversione in credito d’imposta delle attività per imposte anticipate riferibili alle perdite fiscali, eccedenze ACE ed interessi passivi non dedotti

- Ridurre il cuneo fiscale del lavoro nel caso di aggregazione delle imprese in difficoltà economica

- Introdurre, per le azioni fiscalmente non neutrali (cessione di azienda o di ramo d'azienda), un'imposta di registro fissa (ad es. 200€) in sostituzione all'attuale imposta proporzionale al 3% sul valore dell'azienda.

SEMPLIFICAZIONE PA

Lo schema della legge generale sul procedimento amministrativo era quello di ( far decidere i procedimenti complessi 1 da Conferenze dei Servizi 2 ;;( prevedere come regola generale la decisione per silenzio assenso entro 30 giorni;( far sostituire i pareri non resi nel termine dall’autorità competente con pareri rilasciati da strutture tecniche.

Questi sistemi di semplificazione non hanno dato il risultato sperato perché cittadini ed imprese hanno spesso preferito negoziare i propri diritti piuttosto che farli valere; l’amministrazione ha agito in modo difensivo; la distinzione tra attività amministrativa ed indirizzo politico è spesso stata scalata dai funzionari per ottenere copertura politica alle proprie decisioni; una serie di amministrazioni 4 sono sottratte agli istituti di semplificazione

a. Effettuare interventi mirati di “manutenzione” del set normativo esistente per renderlo effettivo nell’applicazione

– Introdurre la formazione telematica del documento che provi la formazione del silenzio assenso, già previsto come regola generale di decisione pubblica

– Utilizzare strumenti telematici per conseguire documenti già in possesso di altre amministrazioni, con divieti espressi e sanzionati di richiesta degli stessi ai privati nei procedimenti amministrativi avviati su loro istanza

– Delegare il Governo per una più massiccia estensione del regime della D I A ..(ad es autorizzazione alla cessione di aziende con contratti o autorizzazioni, innovazioni tecnologiche su impianti, impianti di depurazione o recupero ambientale, etc

– Istituire procedure telematiche per la formazione dei pareri sostitutivi ove quelli previsti non siano rilasciati nel termine

– Estendere selettivamente le procedure di semplificazione (silenzio assenso, pareri sostitutivi, conferenze dei servizi) anche a larghi segmenti delle aree oggi escluse (ambiente, paesaggio, territorio), da identificare non per amministrazioni ma per singoli atti

– Ridurre l’area di responsabilità dei dipendenti pubblici conseguente all’adozione di procedure governate da algoritmi Cons St sentenza n 8472 2019

Promuovere un codice di comportamento – volontario ma fortemente sponsorizzato a livello governativo – per il pagamento rapido dei fornitori (ad es. a 30 giorni) al fine di riattivare la circolazione dei flussi di liquidità soprattutto a favore delle imprese piccole e deboli negozialmente. Se necessario, intervenire in sede legislativa.

PAGAMENTO RAPIDO DEI FORNITORI PER FAVORIRE LIQUIDITA

• Nonostante lo storicamente basso costo del denaro per molte imprese, in Italia i tempi di pagamento sono abnormalmente elevati e vengono spesso utilizzati dalle imprese di maggiori dimensioni per due scopi: ottenere sconti per pagamenti in termini brevi; o dilazionare i tempi di pagamento in prossimità delle chiusure di bilancio, per migliorare il cash flow annuale ufficialmente riportato.

• Entrambe le pratiche sono particolarmente dannose per le piccole e piccolissime aziende, con posizioni patrimoniali e di cassa limitate e posizioni di fornitura che non permettono di ribaltare i termini sfavorevoli a monte.

• In diversi paesi europei sono state introdotte norme, o policy volontarie con forte sponsorizzazione governative, che impegnano le imprese a contrattualizzare termini brevi (30gg o meno) per annullare la pratica descritta e garantire tempi brevi per la gestione dei debiti dl fornitura (NB con benefici/costi one off)

Azioni specifiche:

a. Istituire un codice di comportamento volontario e sponsorizzarlo fortemente a livello governativo:

– Chiedendo alle maggiori aziende del paese e a tutte le quotate di sottoscrivere impegno cogente alla rapida adozione della pratica di pagamento a breve

– Chiedendo ai firmatari di inserire l’impegno tra i prerequisiti di qualificazione clienti e fornitori per le loro aziende

– Pubblicizzando l’iniziativa tramite ad esempio l'apposito sito web con l'elenco delle aziende firmatarie

b. In alternativa, o nel caso in cui la moral suasion non desse risultati soddisfacenti, procede con intervento legislativo, ad esempio:

• Valutando il modello già in vigore dal 2012 per i pagamenti tra la GDO ed i fornitori di prodotti agricoli ed alimentari

• Identificando a quali altri settori applicarlo (e se necessario apportando modifiche)

• In ogni caso, escludendo quei settori industriali e trasformativi nei quali l'attività finanziaria integra quella industriale.

Fondamentale sarà sostenere il rilancio dell’export italiano con un piano volto a minimizzare gli impatti dell’emergenza Covid-19 sul sistema di credito (ad es. estendendo e rafforzando le azioni di SACE a supporto dei crediti per export) e sul sistema fieristico, e valutare incentivi all’export di carattere più generale.

SOSTEGNO EXPORT

• L'export incide per più del 30% del PIL, specialmente in settori ad alto valore aggiunto (ad es. artigianato di lusso, meccanica di precisione, materiali da costruzione pregiati, ecc.).

• L'impatto del Covid-19 sulle esportazioni è stato particolarmente forte (-7,5% nel 1°trimestre rispetto al 2019; picchi di -40% per autoveicoli e -32% per articoli in pelle nel mese di Marzo).

• Le imprese, soprattutto quelle più piccole, non sono ancora dotate delle competenze e infrastrutture necessarie per sfruttare al massimo il potenziale del Made in Italy tramite soluzioni digitali.

• L'export B2C rappresenta solo lo 0,26% del PIL Italiano - 4,4 mld € nel 2019 (Polimi Digital Export Observatory), rispetto al 3% in Germania e a circa il 7% in UK.

• Per fronteggiare la crisi, sono state previste misure per l'export, tra le altre il Fondo di Promozione Integrata (400 M€), con risorse dedicate alla promozione del Made in Italy e contributi ai finanziamenti rilasciati da Simest, ed il potenziamento del Fondo rotativo 394-81 di Simest (+ 200 M€), per il sostegno dell'internazionalizzazione delle PMI.

a. Sostegno finanziario e riduzione dell'impatto Covid-19 sulla competitività delle imprese

- Estendere e rafforzare nel biennio 2020-2021 gli interventi di SACE a supporto dell'export per le PMI (moratorie sui finanziamenti garantiti, coperture assicurative, nuove garanzie,...)

b. Rafforzamento delle capacità di internazionalizzazione delle imprese

- Promuovere ulteriormente nelle PMI l'assunzione/ formazione di figure professionali per attività di digital marketing, e-commerce e internazionalizzazione (Temporary Export Manager), ad es. con sgravi contributivi, credito d'imposta, finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto. Necessario stabilire criteri di erogazione sulla base del potenziale e dei risultati del piano di internazionalizzazione (ad es. privilegiando piani a lungo termine, parametrando gli aiuti sul delta valore aggiunto o quota export rispetto a periodi precedenti)

- Promuovere l'accesso delle PMI ai canali di e-commerce B2B e B2C, incentivando ulteriormente gli investimenti per lo sviluppo di progetti di digitalizzazione e piattaforme proprietarie di vendita diretta (ad es. con approccio simile a quello di Industria 4.0, includendo anche beni e servizi di carattere non strumentale)

c. Salvaguardia e sviluppo del sistema fieristico

– Salvaguardare il sistema fieristico, definendo iniziative promozionali ad hoc e garantendo omogeneità tra protocolli sanitari italiani ed esteri

– Incentivare la nascita di piattaforme per fiere virtuali e rafforzare gli incentivi per la partecipazione a fiere/mostre all'estero

ECONOMIA CIRCOLARE DI IMPRESA, GESTIONE RIFIUTI E ACQUE REFLUE

Adeguare norme, incentivi e fondi relativi al trattamento di rifiuti e scarti per favorire l’attivazione di progetti di economia circolare a livello aziendale, anche su piccola scala, attraverso un piano strategico specifico sul modello della transizione energetica (che includa anche finanziamenti a centri di ricerca dedicati e incentivi a fondi di Venture Capital che agevolino technology transfer tra aziende). Definire e finanziare investimenti infrastrutturali nel ciclo dei rifiuti urbani e industriali e nella depurazione e riutilizzo delle acque reflue, con particolare attenzione a quei comuni che rientrano in procedura infrazione UE

• La gestione dei rifiuti e delle attività di depurazione dell'acqua non è equamente sviluppata sul territorio nazionale e non soddisfa per la maggior parte dei casi le direttive Cee imposte dall'UE (e.g, direttiva 91/271/Cee per la depurazione) esponendo lo Stato ad avvisi reiterati che si traducono in sanzioni pecuniarie e processi di moratoria

• La gestione dei rifiuti e l'economia circolare stanno assumendo sempre più rilevanza in quanto ogni anno l'Italia genera ca. 170 Mln di tonnellate di rifiuti in continua crescita (2-3x vs crescita Pil nel '19) e a causa della mancanza di impianti per la gestione di rifiuti sono in aumento le quote esportate (+15%, di cui ca.40% esportato in Paesi del Far-east)

• È necessario ridurre e valorizzare i rifiuti (industriali e urbani) sfruttandoli in maniera virtuosa e incentivando spillover positivi con l'obiettivo di sviluppare un'economia circolare sostenibile e profittevole

a. Sviluppare un piano strategico specifico per l'economia circolare sul modello della transizione energetica comprensivo di norme, incentivi e fondi per la gestione e il riciclo dei rifiuti urbani e industriali

– Incentivare adeguatamente biocombustibili e bioplastiche, oltre alla gestione e conversione dei rifiuti sotto tutte le forme "waste-to" (-material, -energy, -fuel, -hydrogen, -chemical)

– Incentivare recupero e corretto smaltimento delle plastiche, non solo imballaggi, anche attraverso l’applicazione della cosiddetta legge Salvamare, opportunamente modificata

– Introdurre agevolazioni fiscali per aziende che utilizzano una quota minima di materiali riciclati rivedendo anche alcuni limiti normativi (e.g. percentuale del materiale riciclato, utilizzo del 50%+ di materia vergine nelle bottiglie di plastica -DM 21/03/1973, normative su prodotti con materie prime certificate)

– Finanziare investimenti di aziende/ centri di ricerca che innovano e sviluppano nuovi materiali eco- sostenibili, anche incentivando la nascita di fondi di Venture Capital a favore di technology transfer

– Semplificare i requisiti per accesso a fondi R&D di nuove tecnologie, di valorizzazione di rifiuti e acque reflue, e il successivo impiego sperimentale1

– Semplificare e revisionare le normative esistenti al fine di rendere efficace sia il trattamento dei rifiuti che la gestione dell' End of Waste, favorendo il recupero e corretto smaltimento delle plastiche

– Regolare in modo puntuale la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) per favorire riciclo e riutilizzo dei materiali in coerenza con gli obiettivi comunitari dell'economia circolare

– Rafforzare gli appalti verdi della PA (green public procurement), aggiornando i criteri ambientali minimi (CAM) seguendo i principi di circolarità

b. Adeguare l'infrastrutturazione degli impianti per il ciclo dei rifiuti e per la depurazione e riutilizzo delle acque reflue con priorità per i comuni che ne sono sprovvisti e che rientrano in procedura di infrazione EU

c. Definire iter alternativi ed efficienti per il riutilizzo delle acque reflue

– Privilegiare l'utilizzo di acque reflue nel settore agricolo per ridurre lo stress idrico, assicurando un piano di monitoraggio dei requisiti minimi qualitativi delle acque e incentivando l'utilizzatore

1. art. 211 del Testo Unico Ambientale (TUA), Fonte: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, Rapporto Rifiuti Urbani 2019), Ministero dell'Ambiente, Legambiente (Rapporto sull'economia circolare in Italia)

INFRASTRUTTURE IDRICHE E BACINI IDRICI

Incentivare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture idriche (adduzione e trasporto), anche attraverso la rivisitazione del sistema normativo e tariffario e la revisione del meccanismo di governance del settore. Finanziare interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per lo sfruttamento dei bacini idrici, per valorizzarne l’utilizzo in agricoltura e per la transizione energetica.

• Contesto normativo molto articolato, complesso e frammentato, a discapito degli interventi di ammodernamento e sviluppo delle infrastrutture, sia territoriali sia nazionali

• Sistema di governance multilivello, con interazione di organismi di livello sovra-nazionale (direttive UE), nazionale (Ministero Ambiente, per gestione risorse e perdite, ARERA1 , per

metodo tariffario e regolazione servizi idrici) e territoriale (Regioni, Province, ATO2 , per approvazione nuovi progetti, attribuzione nuove concessioni ed operazioni su infrastrutture esistenti)

• Bassa qualità della rete idrica, con perdite di acqua notevoli ed affidabilità della fornitura idrica non in linea rispetto altri Paesi UE3 , con conseguente necessità di investimenti

• Progressivo invecchiamento delle centrali idroelettriche (alcune costruite oltre 70 anni fa) a discapito della produttività di una delle più rilevanti fonti di energia rinnovabile4

a. Rivisitare il sistema normativo per accelerare le procedure autorizzative per opere infrastrutturali, in particolare, procedimenti per emissione della valutazione di impatto ambientale (VIA) e per affidamento della progettazione, dei servizi e dei lavori di costruzione

b. Incrementare efficienza del settore idrico attraverso la revisione di un nuovo meccanismo di governance del settore, al fine di incentivare investimenti (ad esempio, acquedotto pugliese che coinvolge più regioni, Puglia, Campania e Basilicata)

– Definire modalità decisionali cogenti fra Ministeri e Regioni competenti per individuare il perimento di investimenti e incentivando lo sblocco di investimenti già individuati, già finanziati ma non ancora attuati/ avviati (in particolare nel Sud Italia)

– Prevedere separazione societaria tra operatori di approvvigionamento/adduzione di acqua (che richiede in genere grandi opere ed investimenti) e operatori della distribuzione

– Ripensare il metodo tariffario per incrementare da un lato l'attrattività per gli operatori del comparto (favorendo anche le aggregazioni e la creazione di partnership pubblico-private anche con operatori multi- utilities e del settore energetico), mantenendo dall'altro l'accessibilità, anche economica, al bene pubblico

c. Rafforzare i meccanismi di riscossione dei crediti di tutta la filiera idrica, con l'obiettivo di sostenere gli investimenti e migliorare la qualità dei servizi

VERDE E DISSESTO IDROGEOLOGICO

(i) Definire un piano di investimento finalizzato ad aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e gli ecosistemi nazionali – ad es., finanziando la bonifica dei siti inquinati, e incoraggiando le imprese a quantificare nei loro bilanci e reporting non-finanziario il capitale naturale che gestiscono e i servizi ecosistemici di cui beneficiano (ii) Contrastare il consumo di suolo e il conseguente dissesto idrogeologico – ad es., inserendo obiettivi di conservazione e ripristino del capitale naturale in tutte le strategie e politiche che comportano un maggior consumo del suolo.

• Gli ecosistemi rappresentano un capitale naturale non sostituibile e da tutelare, in quanto regolano i processi ecologici e biologici che contribuiscono alla conservazione delle specie e dei processi evolutivi generando benefici diretti e indiretti per gli esseri umani1. In tale contesto, è fondamentale pertanto preservare le aree verdi e il territorio, contrastando fattori quali il consumo del suolo adeguandosi alle direttive europee di "No Net Land Take" per il 2050, l'abusivismo edilizio, gli incendi boschivi e l'inquinamento

• Il territorio italiano è altresì esposto ad alti rischi di dissesto idrogeologico: i Comuni italiani ad alta pericolosità di frana e pericolosità idraulica sono oltre 7.000, (più del 90% del totale). In termini di superficie, i rischi idrogeologici maggiori riguardano ca. 50.000 km2 del territorio nazionale, pari circa a un sesto del totale.

a. Per la definizione di un piano di investimento finalizzato ad aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e gli ecosistemi nazionali

– Rendere prioritari i finanziamenti ad infrastrutture blu e verdi che favoriscano la conservazione della biodiversità e la generazione di servizi eco-sistemici (inclusi quelli sociali, sanitari ed economici)

– Finanziare la bonifica dei siti inquinati orfani e semplificare le procedure di intervento sui siti di interesse nazionale (SIN) (ad es., gli iter di certificazione di avvenuta bonifica di aree dismesse)

– Incentivare attraverso concessioni di credito e/o agevolazioni fiscali, le aziende che investono in progetti di tutela e valorizzazione della biodiversità (ad es., Green Jobs, progetti in R&S)

– Incentivare i privati nel sostegno delle municipalità nei compiti di tracciamento del verde urbano e messa a dimora dell’albero per ogni bambino nato - legge n.10 del 20132

– Definire un "piano comunale del verde urbano" che miri a de-asfaltare le superfici che possono tornare permeabili e destini aree più vaste per la proliferazione del verde

– Incentivare la progettualità in iniziative mirate a ridurre gli incendi boschivi per sbloccare l'utilizzo di Fondi Europei per l'ambiente (ad es., Fondo MED)

– Sostenere e diffondere le iniziative di gestione bio-economica del patrimonio boschivo e la filiera per la produzione di prodotti certificati a favore dell'ambiente

– Inserire obiettivi di conservazione e ripristino del capitale naturale in tutte le strategie e politiche recanti un maggior consumo del suolo (ad es., Compensazione del suolo utilizzato)

– Creare un "Registro nazionale" dei crediti di carbonio generati da progetti forestali ed agricoli, emettendo un decreto che dia coerenza alle iniziative già messe in atto - Codice Forestale del Carbonio

– Incoraggiare le imprese a quantificare nei loro bilanci e reporting non-finanziario il capitale naturale che gestiscono e i servizi eco-sistemici di cui beneficiano

b. Per contrastare il consumo di suolo e il conseguente dissesto idrogeologico

– Subordinare il ricorso a nuovo consumo di suolo alla preliminare valutazione di alternative per il riuso e la rigenerazione delle aree già urbanizzate

– Introdurre credito d'imposta e/o altre agevolazioni per gli acquisti di fabbricati recuperati o aree riqualificate per imprese e cooperative di costruzione

– Sostenere il ripristino della naturalità dei bacini idrici italiani per migliorarne la qualità ecologica

Fonte: agricolae.eu