Irrigazione di soccorso nei vigneti: non si tratta di forzatura

09/05/2013

Il MiPAAF ha emanato in data 19 aprile una circolare attraverso la quale fornisce chiarimenti in merito alla pratica dell’irrigazione di soccorso. In Europa la viticoltura è tradizionalmente asciutta e nel pensiero comune l’irrigazione del vigneto è spesso associata ad una bassa qualità del vino e considerata una forzatura per aumentare la produzione, come effettivamente avviene in qualche caso. L’atteggiamento negativo verso questa tecnica agronomica, o meglio la presunta contraddizione tra irrigazione e qualità, era dovuta, in passato, alla scarsa evoluzione della pratica irrigua che veniva effettuata per scorrimento o sommersione con l’utilizzo di grandi volumi d’acqua e finalizzata ad un sostanziale aumento quantitativo del raccolto. Queste tecniche sono state sostituite da impianti di irrigazione a goccia, anche in subirrigazione, e a spruzzo. Per entrare nel merito della circolare, essa evidenzia come le mutate caratteristiche del clima abbiano portato a modificare i concetti che hanno da sempre accompagnato la viticoltura europea e che sono stati sopra richiamati. Viene sottolineato come in presenza di condizioni climatiche avverse sia opportuno ricorrere all’irrigazione di soccorso, in quanto questa pratica non si configura come una “forzatura” per aumentare le rese di produzione (stabilite dai disciplinari di produzione), ma come una tecnica volta a garantire la sopravvivenza dei vigneti e a salvaguardare la qualità delle produzioni. Viene pertanto espressamente affermato come l’irrigazione di soccorso sia applicabile anche nei riguardi di DOC e DOCG, i cui disciplinari di produzione non la contemplino espressamente, nel rispetto delle caratteristiche tecnico-produttive e qualitative, in particolare delle rese di produzione.

Luca Businaro