Principali avversità e difesa del nocciolo

15/05/2011

I parassiti del nocciolo sono numerosi e si dividono sostanzialmente in parassiti animali (acari e insetti), funghi e batteri. Di seguito riportiamo alcune delle principali avversità che colpiscono il nocciolo nella nostra area di coltivazione.

I PRINCIPALI PARASSITI ANIMALI

Eriofi de del nocciolo (Phytoptus avellanae) Sverna all’interno delle gemme trasformate in caratteristiche galle. A fine marzo inizio aprile, avviene il passaggio degli acari dalle gemme  colpite a quelle in via di formazione sui nuovi rametti (migrazione). Le gemme colpite presentano uno sviluppo anomalo, ingrossano rapidamente assumendo un colore rossiccio. L’anno successivo le gemme colpite germogliano precocemente e cadono a terra.
La varietà Tonda Gentile Trilobata è particolarmente sensibile agli attacchi dell’eriofide che condiziona negativamente lo sviluppo della
pianta, in particolar modo nei giovani impianti,  inoltre condiziona la capacità produttiva del  nostro noccioleto. Se, a seguito dei campionamenti, si evidenzia un superamento della soglia d’intervento pari al  10-15% di gemme colpite, conviene intervenire con 2-3 trattamenti distanti 10-12 giorni l’uno dall’altro durante il periodo della migrazione, con prodotti a base di zolfo.

Agrilo (Agrilus viridis)
L’agrilo ha assunto negli ultimi anni una preoccupante diffusione nell’area di coltivazione del nocciolo in Piemonte. Gli adulti compaiono intorno alla metà di maggio, le uova di color biancastro o arancio, sono deposte sulla corteccia del tronco o dei rami.
Le larve scavano profonde gallerie interrompendo parzialmente o totalmente i vasi linfatici, provocando l’ingiallimento della chioma,
l’arresto della vegetazione, la caduta anticipata delle foglie e il caratteristico rigonfi amento a spirale dei rami colpiti.
La pianta colpita difficilmente riesce a recuperare ed è destinata a morire nel giro di poco tempo.
La prolungata presenza nel noccioleto  dell’insetto rende difficile attuare un programma di difesa efficace. Bisogna quindi prevenire o limitare l’infestazione mediamente razionali pratiche agronomiche, come drastiche potature dei rami colpiti, adeguate  concimazioni e asportazioni di materiale infetto dal noccioleto.

Balanino (Curculio nucum L.)
L’adulto è di colore marrone, presenta un corpo di forma ovoidale, munito di un lungo rostro che consente alla femmina di forare il guscio della nocciola non ancora lignificato e deporvi le uova. Dall’uovo deposto si sviluppa una larva che si nutre del seme della nocciola e che, quando raggiunge la maturità, cade a terra dove passerà l’inverno.
I noccioleti situati in terreni freschi  o vicino ai boschi, offrono condizioni particolarmente favorevoli allo sviluppo del balanino. La soglia d’intervento è di due adulti per cespuglio campionato. Al superamento della soglia, si interviene posizionando il trattamento insetticida possibilmente prima della ovideposizione che inizia nella prima decade di giugno e si protrae fino a luglio.

Cimice del nocciolo
Negli ultimi anni, in Piemonte le cimici, fortunatamente, grazie agli sforzi di tutti gli operatori della filiera nocciolo, non rappresentano più un problema, come avvenuto alla fine degli anni 90.
L’utilizzo di prodotti fitosanitari più efficaci, una migliore strategia d’intervento, le diverse condizioni climatiche, hanno ridotto
sensibilmente le popolazioni di cimici nei nostri noccioleti. Numerose sono le specie di cimici che possono causare danni alle nocciole. In Piemonte sono presenti soprattutto la  cimice verde (Palomena prasina) e la cimice color marrone (Gonocerus acuteangulatus).

Si possono distinguere due tipologie di danno:
- l’aborto traumatico della nocciola: si verifica quando le punture  delle cimici avvengono nella prima fase di formazione del seme, determinando l’arresto dello sviluppo. I frutti colpiti, vuoti, cadono a terra.
- il cimiciato: si verifica quando le punture delle cimici sono praticate in una fase avanzata di sviluppo del frutto. Si evidenziano imbrunimenti della polpa, macchie biancastre più o meno sviluppate (bianchettatura), ma soprattutto le nocciole vanno incontro
a gravi alterazioni organolettiche, acquisendo un caratteristico sapore amarognolo che le rende inutilizzabili dall’industria trasformatrice.  Il cimiciato rappresenta così un danno sia per l’agricoltore, sia per lo sgusciatore, che per l’industria utilizzatrice.
È quindi necessario individuare, tramite appositi campionamenti nel noccioleto, il momento più opportuno per intervenire con prodotti che
risultino efficaci contro le cimici. La revisione della normativa europea in materia di agrofarmaci ha cambiato radicalmente la strategia di difesa del nocciolo e molti principi attivi finora utilizzati sono stati revocati o hanno subito drastiche restrizioni d’impiego. Negli anni a seguire sarà importante continuare la sperimentazione di nuovi formulati che siano allo stesso tempo efficaci nella lotta contro le cimici del nocciolo e a basso impatto ambientale.

Altri parassiti
I fitofagi che possono danneggiare il nocciolo sono: la cerambicide del nocciolo (Oberea linearis L.), i rodilegno (Zeuzera pyrina, Cossus cossus), la falena (Operopthera brumata L.), l’infantria o bruco americano (Hyphantria cunea), la cocciniglia (Eulecanium tiliae). Nella maggioranza dei casi questi parassiti secondari si manifestano con infestazioni limitate a poche piante che spesso non richiedono interventi specifici con mezzi chimici. Per maggiori informazioni su questi insetti che possono danneggiare il nocciolo, si consiglia di prendere visione del precedente opuscolo informativo realizzatodall’Ascopiemonte dal titolo “Le principali avversità del nocciolo”.

PARASSITI FUNGINI

Oidio (Phyllactinia guttata)
Sul nocciolo i sintomi si manifestano quasi esclusivamente sulle foglie. Raramente si rende necessario un intervento in quanto, gli attacchi, si verificano normalmente in tarda estate, provocando al massimo la caduta anticipata delle foglie.

Gleosporiosi (Piggotia coryli)
Alla ripresa vegetativa, le gemme colpite da Gleosporiosi vanno incontro a disseccamento e talvolta questa alterazione può interessare anche i rametti. Le gemme colpite si presentano imbrunite, con le fruttificazioni del fungo identificabili con la caratteristica puntinatura scura. Gli attacchi sono più evidenti in annate particolarmente umide e nei noccioleti di fondovalle. Qualora si rendesse necessario, si può intervenire in autunno, a metà caduta foglie.

Mal dello stacco (Cytospora corylicola)
Si manifesta principalmente su impianti vecchi, con la comparsa delle caratteristiche macchie, più o meno estese, di color bruno rossastro, sulla corteccia del tronco e sui rami. Le parti interessate dall’infestazione presentano vigore vegetativo stentato e necrosi dei tessuti sottostanti. L’unico sistema per combattere l’infezione, è asportare e bruciare i rami colpiti, adottare concimazioni equilibrate ricorrendo all’utilizzo, dove sia presente un forte attacco di cytospora, di prodotti a base di rame.

Marciume radicale (Armillaria mellea)
Le piante colpite da Armillaria presentano scarso vigore vegetativo e clorosi diffusa, con susseguente appassimento e disseccamento della chioma. Sotto la corteccia si possono facilmente  osservare masse di micelio di colore crema con l’inconfondibile conformazione a ventaglio.
Le piante più colpite sono quelle situate in terreni umidi, dove sono frequenti ristagni d’acqua. In caso di attacchi non esistono mezzi di lotta diretti,  è consigliabile rimuovere tempestivamente le piante infette, asportando l’intero apparato radicale compromesso.

FISIOPATIE

Macchie Brune
Fenomeno di carattere fisiologico che si manifesta con l’insorgere di macchie brune diffuse sul tronco, che secernono liquido. Alcuni fattori predisponenti sono: gli squilibri idrici, la densità degli impianti, le concimazioni errate, la scarsa potatura, gli attacco di parassiti e l’età avanzata degli impianti. Al modificarsi delle condizioni che hanno favorito l’insorgenza, le macchie regrediscono cicatrizzandosi in parte.