Attuazione Pac: intesa insignificante e dannosa

05/06/2014

“Apprendiamo da indiscrezioni i primi elementi dell’accordo che sarebbe stato raggiunto tra Ministero per le Politiche agricole e Regioni per le regole di applicazione della riforma della Pac “verso il 2020” . Si prefigura un’intesa politicamente insignificante e dannosa che mortifica l’agricoltura italiana con misure ora poco incisive, ora invece addirittura penalizzanti per quegli operatori che fanno crescita e occupazione per il Paese”. È questo il secco commento di Agrinsieme che giudica duramente le linee guida definite dopo il lungo negoziato tra ministero e assessorati regionali.
“Ci riserviamo di conoscere tutti i dettagli della ipotesi di applicazione della riforma – aggiunge il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative italiane – ma già da quanto è trapelato il nostro giudizio è totalmente negativo”.
“Avevamo formulato diverse proposte - prosegue Agrinsieme - tra le quali quella di utilizzare al livello massimo del 13 più 2 per cento la quota di massimale da destinare ai pagamenti accoppiati settoriali. Ministro ed assessori si sono invece fermati all’11 per cento rinunciando a voler gestire una fetta importante di risorse e prevedendo misure che potrebbero essere di fatto ininfluenti sui conti aziendali. In più ci ritroveremo probabilmente misure penalizzanti come una disciplina dell’”agricoltore attivo” ed una forte riduzione dei pagamenti oltre determinate soglie (la cosiddetta degressività) che colpirà realtà dinamiche e competitive che creano ricchezza e occupazione”. “Non ci sembra certo il miglior compromesso possibile. Tutta’altro. C’era sicuramente da confrontarsi e discutere di più, magari con un occhio al piano da noi ipotizzato per attuare la nuova Pac in Italia – conclude Agrinsieme -. Una soluzione equilibrata e sicuramente più attenta alle reali esigenze delle vere imprese agricole”.