La Flavescenza dorata della vite

12/06/2013

La Flavescenza dorata è una malattia epidemica che attacca la vite; il suo agente infettivo è un fitoplasma – un microorganismo privo della parete cellulare molto simile ai batteri. La malattia viene trasmessa alla vite dal vettore, l’insetto Cicadellide Scaphoideus titanus: questo insetto per alimentarsi succhia la linfa da viti infette e assimila il fitoplasma che si instaura nelle ghiandole salivari. Pungendo altre viti, con la saliva l’insetto inietta il fitoplasma nelle piante sane infettandole. Ad oggi non sono conosciuti altri sistemi di trasmissione della malattia. La Flavescenza dorata ha fatto la sua comparsa in Piemonte in provincia di Alessandria, nel Tortonese, nel 1998; di qui si è diffusa in tutto il territorio vitato piemontese e ha interessato anche le altre regioni del Nord Italia. La Flavescenza è malattia da quarantena; dal 2000 in Italia la lotta è obbligatoria: non essendoci cure dirette contro la malattia gli unici accorgimenti efficaci sono di profilassi utilizzando insetticidi contro il vettore ed eliminando le fonti di inoculo: questi sono i cardini del Decreto di Lotta Obbligatoria. In questi ultimi anni si sta perfezionando la lotta, cadenzando i trattamenti in base ai monitoraggi dell’insetto vettore (sia forme giovanili che l’adulto) e asportando in estate tutte le parti vegetali sintomatiche, per eliminare dal vigneto tutti i potenziali focolai da cui la malattia può essere trasmessa. Allontanare le fonti di inoculo significa anche intervenire sugli incolti e sui vigneti abbandonati estirpando le piante di vite selvatica; per i nuovi impianti e per le eventuali sostituzioni si dovrebbe utilizzare materiale vivaistico termotrattato (il trattamento termico delle barbatelle in vivaio).

I sintomi della malattia
Il sintomo più eclatante è l’arrossamento tra le nervature nei vitigni a bacca rossa, che nelle varietà a bacca bianca assume una colorazione giallastra, che si può estendere all’intera lamina fogliare. Il portinnesto non manifesta alcun sintomo. Accanto alle manifestazioni cromatiche il riconoscimento della malattia è possibile delle seguenti sintomatologie:
• Germogli con numero inferiore di internodi
• Internodi raccorciati e/o disposti a zig-zag
• Foglie di dimensioni inferiori
• Bollosità della lamina fogliare per sviluppo ridotto delle nervature
• Ripiegamento verso il basso della foglia
• Inserzione più acuta della lamina fogliare sul picciolo
• Caduta anticipata delle foglie
• Disseccamento e disarticolazione del germoglio a partire dall’apice
• Corteccia imbrunita nella parte interna a contatto con il legno
• Stentato germogliamento primaverile
• Disseccamento delle infiorescenze o dei grappoli in allegagione
• Ispessimento della lamina fogliare (percepibile al tatto)
• Appassimento parziale o totale del grappolo dall’invaiatura
• Consistenza gommosa del germoglio o mancata lignificazione
Indagini molecolari possono fornire dati certi della presenza della malattia, ma l’attenta valutazione dei sintomi presenti è sufficiente a fornire altrettante certezze: la presenza contemporanea di almeno 3 sintomi sulla stessa pianta fornisce l’evidenza della infezione da Flavescenza dorata.

L’insetto vettore
Lo Scaphoideus titanus è il vettore della malattia. Compie un unico ciclo all’anno. Sverna come uovo nel legno della vite; le uova non sono sensibili ai freddi invernali. La schiusa avviene generalmente tra la fine di maggio e la metà di giugno, a seconda dell’andamento termico primaverile; durante i 5 stadi giovanili l’insetto si può vedere sulla pagina inferiore delle foglie più vicine al ceppo: le neanidi di 1° e 2° età (le più giovani) non trasmettono la malattia anche se si alimentano su piante ammalate. L’insetto acquisisce capacità infettive a partire dagli stadi ninfali di 3°, 4° e 5° età; l’insetto che acquisisce il fitoplasma negli stadi giovanili è sempre infettivo.

La lotta
La lotta alla Flavescenza dorata è indiretta: deve essere indirizzata contro l’insetto vettore e devono essere adottate tutte le seguenti misure di profilassi: estirpo dell’intera pianta colpita oppure eliminazione della vegetazione sintomatica, pulizia degli incolti e dei vigneti abbandonati, cura dei vigneti mal gestiti. Accanto a queste misure per i reimpianti occorre sempre ribadire la necessità di disporre di materiale vivaistico sano, meglio se termotrattato. In provincia di Alessandria i trattamenti insetticidi obbligatori contro il vettore sono due: il primo contro le forme giovanili tra la metà di giugno e l’inizio di luglio, a seconda del periodo di comparsa delle forme giovanili di terza età, va effettuato soltanto al termine della fioritura della vite, ad allegagione avvenuta, a salvaguardia delle api e degli altri insetti pronubi; il secondo contro gli adulti, circa un mese dopo. Per il rispetto delle api e degli altri pronubi occorre sempre sfalciare e allontanare le fioriture erbacee spontanee dal vigneto. Ove i monitoraggi dell’insetto vettore lo richiedano potrà essere effettuato un terzo trattamento. Un quarto trattamento insetticida è ammesso ancora prima della vendemmia, oppure localizzato sui filari esterni di vigneti situati in prossimità di vigneti abbandonati o incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche in cui si verifichino una recrudescenza della malattia e/o catture significative di adulti di scafoideo su trappole eventualmente poste sui filari limitrofi oppure in post vendemmia. In prossimità di incolti o capezzagne con presenza di viti selvatiche il trattamento deve essere localizzato e rivolto al vigneto; è vietato trattare gli incolti e le capezzagne al fine di evitare danni agli insetti pronubi e alle api. I prodotti da utilizzare sono gli insetticidi registrati sulla vite contro i cicadellidi. Le aziende aderenti alla misure agroambientali devono rispettare gli obblighi stabiliti nel disciplinare di difesa della vite. Le aziende biologiche devono incominciare la lotta in anticipo di 10-15 giorni rispetto alle aziende convenzionali cadenzando con maggior frequenza gli interventi con insetticidi contenenti estratto di piretro naturale, meglio se addizionati a piperonil butossido, acidificando la miscela insetticida e intervenendo verso sera. Occorre osservare particolare cura nell’effettuazione dei trattamenti, trattando tutti i filari con quantitativi di acqua tali da bagnare bene la vegetazione, evitando sgocciolamenti; l’irrorazione dovrà essere indirizzata su tutta la chioma, anche nella parte bassa della stessa; sarà anche opportuno eliminare al più presto i polloni e l’erba che può fungere da schermo al trattamento. Inoltre è obbligatorio rispettare i tempi di carenza, ovvero i giorni che devono intercorrere tra il trattamento e la raccolta, oltre al tempo di rientro, i giorni tra il trattamento e l’ingresso in campo senza le protezioni individuali; questi dati sono desumibili dalle etichette dei prodotti.

I Monitoraggi
Monitorare la comparsa delle forme giovanili e degli adulti è la base per la realizzazione di una lotta efficace. In provincia di Alessandria questa attività sta intensificando di anno in anno e per il 2013 sarà ulteriormente estesa. L’epoca dei trattamenti insetticidi, in base ai monitoraggi, viene segnalata affiggendo appositi bollettini presso le bacheche comunali. Trattare contemporaneamente e tutti insieme è condizione necessaria per organizzare un sistema di lotta efficiente ed efficace.

Novità normative e sanzioni
La Regione Piemonte nel 2013 ha assunto due delibere di rilievo riguardanti la lotta alla Flavescenza dorata della vite:
– l’esclusione da tutti i contributi economici in ambito agricolo a chiunque non rispetti le misure previste dai Decreti di Lotta Obbligatoria e dall’art. 18 ter della LR 63 del 12 ottobre 1978 (Misure di emergenza per la prevenzione e l’eradicazione di fitopatie ed infestazioni parassitarie);
– linee guida per l’introduzione nei regolamenti comunali di specifiche norme per la prevenzione e la lotta degli organismi nocivi. Queste decisioni regionali finalmente forniscono ai Comuni le necessarie indicazioni sulle misure che essi stessi responsabilmente devono mettere in campo per prevenire la diffusione della malattia, per effettuare una più capillare vigilanza sul territorio e per verificare l’attuazione degli eventuali provvedimenti sanzionatori. Nei confronti delle Aziende alle quali venga dimostrata senza ombra di dubbio l’inadempienza alle norme obbligatorie dettate dal Decreto Ministeriale di Lotta Obbligatoria oltre alle esclusioni da ogni contributo economico potranno essere comminate anche le sanzioni amministrative dirette dal mancato rispetto delle norme che, si ricorda, ammontano:
– per il mancato estirpo intimato dalla Regione Piemonte a 0,30 euro per metro quadrato di vigneto con un minimo di 1.500 euro;
– per la mancata effettuazione dei trattamenti insetticidi da 200 a 1.200 euro. Chiunque non rispetti gli obblighi derivanti dalla mancata applicazione del Decreto Ministeriale di Lotta Obbligatoria oltre a incorrere nelle sanzioni previste dall’articolo 500 del Codice Penale è perseguibile a livello amministrativo con sanzioni pecuniarie da euro 200 a euro 1.200 per l’omissione dei trattamenti e da euro 1.500 a euro 3.000 all’ettaro per il mancato estirpo.

Marco Visca