Discorso del presidente Gianpaolo Coscia - Assemblee di zona 2010

21/02/2010
Lo stato di crisi che grava sull’agricoltura italiana nel contesto della complessiva situazione di recessione dell’intera economia nazionale è diventato davvero preoccupante per tutti gli imprenditori agricoli. L’agricoltura produttiva è infatti parte integrante dell’economia reale del Paese, motore di sviluppo e fattore di equilibrio nelle congiunture più sfavorevoli. Rappresenta, compresi i settori ed i servizi a monte e a valle del processo produttivo - dalla fornitura di mezzi tecnici alla trasformazione, sino alla distribuzione ed alla ristorazione - ben il 15% del Pil nazionale. “Tuttavia, come si temeva e come abbiamo segnalato più volte, le difficoltà stanno degenerando in criticità strutturali che postulano interventi correttivi coerenti, solo in parte motivati dall’emergenza” ha asserito il presidente Gian Paolo Coscia durante le recenti Assemblee di Zona. L’agricoltura, più di altri comparti, necessita di un quadro stabile dal momento che non ha la flessibilità di altri: non può interrompere la produzione, non può sospendere le lavorazioni, non fruisce di ammortizzatori sociali. Non è un caso che Paesi a forte strutturazione agricola come la Francia abbiano recuperato provvedimenti e misure di supporto per centinaia di milioni di euro al fine di traghettare il settore in acque più tranquille con decisioni innovative e coraggiose per un riorientamento ed un rilancio del “primario”. Riteniamo che la politica possa e debba dedicare tutto il suo impegno per comprendere l’entità della crisi che interessa il settore agricolo come dimostrato ampiamente dai dati statistici. Costi di produzione in salita (+31% dal 2000 al 2009), prezzi all’origine dei prodotti statici (+15% sempre dal 2000 al 2009), bilancia agro alimentare in deficit strutturale per oltre 9 miliardi di euro, nonostante il trend positivo dell’export e domanda agroalimentare rigida, con consumi domestici ed extradomestici sostanzialmente fermi (+0,5% in termini reali nell’ultimo anno e meno dell’1% come incremento medio annuo negli ultimi sei anni). In questo quadro obiettivamente negativo destano particolare preoccupazione alcuni dossier che richiedono un intervento politico deciso e risolutivo nella direzione degli interessi delle imprese. Si può a buon diritto affermare come manchi ormai un disegno di politica agricola nazionale ed una attenzione verso quelle Piccole e Medie Imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Paese. Su tutte queste problematiche si ritiene urgente l’intervento dell’Esecutivo per ripristinare le condizioni minime di competitività del settore. Una serie di interventi “anti crisi”, in analogia a quelli già previsti per gli altri comparti produttivi, che consentirebbero alle vere imprese agricole “trainanti” un deciso recupero di competitività. La mobilitazione, promossa da Confagricoltura in questi ultimi mesi interpretando correttamente il malessere degli imprenditori associati, costituisce un’azione di sollecitazione alle istituzioni che non vuole essere antigovernativa ma che è richiesta dalla delicatezza della situazione e dalla difficoltà della congiuntura in cui si trovano ad operare le imprese del settore. Si tratta di un’azione cui non si può rinunciare e che costituisce ad avviso della Confederazione la vera priorità di un’azione di rappresentanza sindacale che mira, nell’assoluto reciproco rispetto dei ruoli, al dialogo ed al confronto per evidenziare tutte le situazioni che richiedono interventi adeguati e risolutivi. Per rilanciare un settore agricolo che fa parte a pieno titolo del sistema economico nazionale. Con le manifestazioni in piazza del 21 novembre ad Alessandria e del 27 novembre a Torino, Confagricoltura Alessandria e Cia Alessandria hanno voluto lanciare un grido d’allarme sulla drammatica situazione che investe l’agricoltura della nostra provincia. Sotto gli slogan “L’agricoltura muore!” e “L’agricoltura è in pericolo: ha bisogno del tuo aiuto” si sono stretti attorno alle Organizzazioni professionali agricole oltre 4000 associati per portare la propria protesta a conoscenza dell’opinione pubblica e delle istituzioni. In particolare, le OOPP hanno chiesto una fattiva solidarietà ai consumatori e rapidi e risolutivi interventi ai politici. Per ribadire e allargare ulteriormente la forma di protesta, le due associazioni hanno poi indetto a inizio dicembre vari presidi nei centri zona della provincia, presso i quali agricoltori e dirigenti hanno avuto modo di incontrare i cittadini e gli enti locali. A livello nazionale abbiamo ottenuto: - la conversione del decreto legge sulle quote latte che prevede un’impostazione non condivisibile in via di principio laddove si rischia di determinare sperequazioni a danno dei produttori che hanno in passato prodotto latte nel rispetto dei quantitativi di riferimento loro assegnati o acquisiti in altra forma (acquisto, affitto etc.). - il rinnovo delle agevolazioni previdenziali ex L. 81/2006 per le zone montane e svantaggiate. - lo stanziamento di adeguate risorse per il Fondo di Solidarietà nazionale per favorire l’accesso alle assicurazioni agevolate da parte delle imprese agricole. Uno strumento essenziale soprattutto per alcuni settori chiave come l’ortofrutta e il vitivinicolo. A livello regionale, grazie all’azione di mobilitazione, abbiamo ottenuto per gli agricoltori l’accelerazione dei saldi del 2008 relativi ai pagamenti del PSR e la promessa che entro la fine del 2009 fossero erogati alle aziende gli anticipi del 2009. Altri passi importanti dell’anno appena concluso a livello locale sono stati: - la firma del Contratto Integrativo Provinciale di Lavoro, - l’accordo sui contratti agrari, la manifestazione di protesta del comparto lattiero-caseario ad Arcore presso la residenza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, - un progetto di promozione delle eccellenze vitivinicole partecipanti al Concorso Marengo Doc con annesso tour per giornalisti delle principali guide e testate specialistiche nazionali, - la partecipazione alle principali fiere e iniziative locali e regionali. Ci aspettano nuovi traguardi da raggiungere quali: - misure straordinarie di sostegno dei prezzi alla produzione nei comparti in maggiore difficoltà. Promozioni ed aiuti per forme di commercializzazione innovative; - riduzione dei costi produttivi: diminuzione del costo dei carburanti; agevolazioni sui contributi previdenziali; - semplificazione burocratica; - facilitazioni per l’accesso al credito; - forti agevolazioni per le imprese che investono: vantaggi fiscali e crediti di imposta per l’acquisizione di macchinari, strutture ed attrezzature; - sostegno alla cooperazione e alle organizzazioni di prodotto. - gli strumenti per fronteggiare la difficile congiuntura di mercato per cereali e prodotti zootecnici, - la promozione del comparto energetico, - gli incentivi per la ricerca e l’innovazione nelle imprese agricole, - la ristrutturazione del settore del tabacco e di quello bieticolo saccarifero, - le dotazioni finanziarie necessarie al funzionamento dell’AGEA, responsabile dei pagamenti diretti comunitari. Per smuovere la situazione, Confagricoltura Alessandria intende dirigere lo sguardo verso questo 2010 appena iniziato con una serie di iniziative a cui darà vita anche insieme alla Cia e agli altri enti locali, che si pongono come obiettivo il rilancio della nostra agricoltura. Tra le proposte ricordiamo che sono già in corso di realizzazione un progetto per la valorizzazione del frumento alessandrino di qualità e un progetto per la commercializzazione dei vini della provincia, che coinvolge anche le cantine sociali. “Molte altre sfide attendono la nostra associazione, che continuerà sulla strada intrapresa sempre allo scopo di difendere gli interessi degli agricoltori alessandrini, a tutela del reddito, del territorio, dell’ambiente” ha concluso Coscia.