In breve del 19 Luglio 2013

19/07/2013

Nuova Pac, le richieste di Agrinsieme
La nuova Pac è un’occasione da non sprecare e deve rappresentare un momento di rilancio dell’agroalimentare “made in Italy” per la crescita del Paese. I circa 52 miliardi di euro di spesa per l’agricoltura italiana possono generare nel periodo 2014-2020 un valore aggiunto di circa 1750 miliardi di euro (250 miliardi l’anno) tra fase produttiva primaria e attività collegate a monte e a valle, poco meno del 20 per cento del Pil. Risorse in grado di valorizzare il ruolo del made in Italy, creando occupazione, garantendo cibo sicuro e di qualità, innovando e investendo su giovani e donne e rafforzando imprese e filiere. È quanto affermato ieri (giovedì 18 luglio) a Roma dalle organizzazioni agricole e cooperative riunite in Agrinsieme che hanno presentato al Ministro delle Politiche agricole Nunzia Di Girolamo e agli assessori regionali all’Agricoltura un documento di proposte che, in dieci punti chiave, indica la strada per garantire un futuro di certezze e di sviluppo.

Con questa iniziativa Agrinsieme si candida ufficialmente come soggetto di rappresentanza del mondo agricolo ed agroalimentare italiano aperto ad un confronto politico con le amministrazioni centrali e regionali.

I dieci punti indicati da Agrinsieme sono:

1. promuovere un partenariato tra organizzazioni di rappresentanza e pubblica amministrazione;
2. porre come linee prioritarie di azione dello sviluppo rurale l’innovazione, l’organizzazione delle filiere e gli investimenti produttivi;
3. promuovere sul territorio come Agrinsieme progetti regionali e interregionali per lo sviluppo dell’agroalimentare in una logica di network tra imprese;
4. prevedere sottoprogrammi per i giovani nell’ambito dello sviluppo rurale, in aggiunta ai pagamenti diretti specifici;
5. promuovere sottoprogrammi per le donne con linee guida omogenee per tutta la nazione.
6. superare la logica “monofondo”, creando una coesione tra tutti i fondi comunitari ed attivando le opzioni strategiche per il Mezzogiorno e per le aree interne.
7. far coesistere programmi nazionali e regionali di sviluppo rurale finanziando a livello nazionale le misure per la gestione del rischio e la stabilizzazione dei redditi
8. semplificare la burocrazia mirando a modelli omogenei dei bandi con criteri uniformi per tutto il territorio nazionale;
9. attivare tutte le scelte della PAC per selezionare i beneficiari e rendere più efficiente la spesa pubblica;
10. partire dalla PAC per riformare la legislazione nazionale in ambito di aggregazione dell’offerta e regolazione dei mercati (I costi delle inefficienze delle filiere agroalimentari nazionali assommano a due-tre volte i pagamenti diretti della PAC).
 
Pac: l’Italia parla, la Spagna agisce
In Italia si annuncia che la discussione della Pac si sposterà in ambito nazionale, in Spagna il ministro delle Politiche agricole ha già fatto 52 domande alle associazioni di categoria, agli operatori e alle amministrazioni per indagare quali sono le priorità e le esigenze di cui tenere conto nel definire i parametri su cui basare la riforma delle Politica agricola comune. E la settimana prossima – scrive l’agenzia di stampa Agricolae - è previsto un incontro al ministero spagnolo per la consegna delle risposte con cui l’amministrazione dovrà formulare un testo unico. Uno dei punti di forza della Spagna sembrano essere gli Ogm. In Spagna il 30 per cento del mais è transgenico. Nel 1998 la percentuale si fermava al 4 per cento. Oggi sono 400mila gli ettari coltivati a mais, di cui 30 per cento (117mila ettari) ogm. Nella regione nella Catalogna, Aragon, si raggiunge quota 75 per cento perché gli ogm rendono resistente la coltivazione ai prodotti per combattere la piralide. Nel 2012 uno studio spagnolo dimostra un aumento di reddito lordo di 95 euro per ettaro. Che moltiplicato per i 116mila ettari circa si traduce in 11 milioni di euro.

Quote latte, nuova bocciatura da Bruxelles
La Commissione Ue – scrive La Stampa di ieri -  ha bocciato la decisione con cui il governo Berlusconi ha stabilito nel 2011 una proroga semestrale del pagamento delle multe per il superamento delle quote di produzione del latte.