Flavescenza Dorata della vite nell’estate 2010

16/07/2010

Le aree vitate della regione Piemonte in questi giorni stanno mostrando una preoccupante recrudescenza delle infezioni di Flavescenza dorata (FD). Accanto ai nuovi sintomi di malattia in molte zone piemontesi è stata verificata una elevata presenza dell’insetto vettore della Flavescenza dorata, il ben noto Scaphoideus titanus.
Questo accade in modo particolarmente grave nelle zone in cui la viticoltura è presente in modo disomogeneo sul territorio e dove si verificano situazioni di abbandono. Le strategie di lotta obbligatoria che abbiamo descritto nello scorso numero, indicate dalla
Regione Piemonte, si basano su evidenze scientifiche sulla malattia e sul suo insetto vettore e sull’esperienza maturata in altri distretti
viticoli, italiani ed esteri dove la malattia è stata contenuta con successo. In Francia le azioni di lotta che si stanno applicando da noi, condotte per decenni con costanza e con impegno civico da parte di tutto il mondo agricolo, hanno permesso di normalizzare la situazione. L’applicazione delle regole a macchia di leopardo non aiuta a risolvere la situazione e aumenta i dubbi sull’efficacia strategie di lotta anche in chi le  segue scrupolosamente.
È sempre più importante sottolineare l’importanza di un’applicazione corretta dei vari sistemi di lotta, considerando, inoltre, che nel 2010 si sono verificati anche particolari andamenti climatici stagionali che potrebbero aver influito sulla diffusione della malattia e sulla sua manifestazione.
I viticoltori più attenti potranno anche intervenire, in aggiunta ai sistemi noti, con le seguenti ulteriori misure di profilassi.

Presenza di piante sintomatiche in vigneto
La presenza di piante sintomatiche in vigneto durante la stagione estiva è certamente un elemento che può favorire la trasmissione di FD da viti infette a viti sane. Una ulteirore misura di contenimento valida  se tempestiva consiste anche nell’eliminazione dei tralci sintomatici all’apparire delle prime manifestazioni della malattia, senza eliminare subito l’intera vite. Si tratta di un intervento che richiede particolare attenzione e impegno da parte dell’agricoltore, ma che può aiutare a ridurre l’inoculo presente nel vigneto.

Presenza di luoghi rifugio per l’insetto vettore
La maggiore presenza dell’insetto vettore avviene sempre nei vigneti confinanti con vigneti abbandonati, gerbidi e boschi dove si trovano ricacci di vite selvatica. Considerata tuttavia la diffusione di questo problema, è opportuno curare particolarmente i trattamenti lungo il perimetro del vigneto. Un intervento particolarmente diligente consiste nel ripassare con il trattamento lungo il perimetro circa 2 giorni
dopo, per intercettare così eventuali insetti vettori rifugiatisi all’esterno e reimmigranti nel vigneto.

Mancata o inadeguata effettuazione dei trattamenti insetticidi
In numerosissimi casi e specialmente dove la viticoltura è meno professionale, i trattamenti insetticidi obbligatori non vengono effettuati
o non sono eseguiti in modo corretto. Tale fenomeno appare in certe zone esteso. Questo comportamento è assolutamente censurabile e deve essere opportunamente sanzionato.

Mancato controllo della qualità delle barbatelle acquistate
Nel corso degli ultimi anni si è diffusa nel settore vivaistico viticolo la pratica della termoterapia; si tratta di una metodologia che
può effettivamente essere di grande aiuto nel migliorare la sanità del materiale di propagazione. Occorre che al momento dell’acquisto l’avvenuta termoterapia sia attestata attraverso opportuna documentazione.

Insufficiente presa in carico del problema FD a livello locale
Per rendere maggiormente efficace il contrasto ad FD è importante che le comunità locali si mobilitino, valorizzando con il coordinamento
delle amministrazioni comunali il grande patrimonio di esperienza agronomica disponibile sul territorio, costituendo gruppi in grado di individuare le emergenze presenti e di dialogare con la Regione, concordando e collaborando con questa nelle iniziative da portare avanti per risolvere i problemi.

Occorre considerare infine che il problema della FD non riguarda allo stesso modo tutto il Piemonte: dove la viticoltura è maggiormente
professionale, la gestione del territorio è omogenea ed assidua ed il ricambio generazionale è attivo, la presenza delle popolazioni di scafoideo è esigua e la FD è già oggi sostanzialmente controllata.
Il problema si pone soprattutto dove aree a viticoltura professionale sono inframmezzate da aree ormai marginali da un punto di vista viticolo; proprio qui occorre intervenire con un coordinamento a livello locale che affronti le singole situazioni in modo capillare.