Misure di lotta obbligatoria contro la Diabrotica del mais

07/12/2010

L’insetto coleottero crisomelide Diabrotica virgifera virgifera Le Conte è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 1998 in Veneto; successivamente
è stato ritrovato in Lombardia nel 2000, in Piemonte nel 2001, in Friuli Venezia Giulia nel 2002, in Emilia Romagna e provincia di Trento
nel 2003, in Liguria e Lazio nel 2008.
La diabrotica è considerata attualmente un grave problema fitosanitario per le coltivazioni del mais ed è pertanto annoverata tra gli organismi di quarantena
previsti dalla normativa UE per il cui contenimento è obbligatoria la lotta su tutto il territorio nazionale.
I danni del crisomelide diventano manifesti alcuni anni dopo l’introduzione dell’insetto, a seguito della crescita della popolazione. La gravità del danno
è rappresentata dalla diminuzione della produzione dovuta all’allettamento delle piante provocato dalle erosioni sulle radici da parte delle larve.
-Nell’anno 2001 è stata accertata per la prima volta in Piemonte la presenza della diabrotica del mais in provincia di Novara.
Nel 2002, in applicazione del decreto di lotta obbligatoria del 21 agosto 2001 e della DGR 54-5737 del 3 aprile 2002, la presenza dell’insetto è
stata monitorata su tutto il territorio maidicolo regionale.
Sulla base dei risultati dei monitoraggi pluriennali, la Giunta Regionale con la deliberazione n. 15–11863 del 2 marzo 2004 ha preso atto che l’insetto
era stabilmente insediato su tutto il territorio del Piemonte; il Settore Fitosanitario il 12 marzo 2004 ha classificato l’intero territorio del Piemonte quale
zona d’insediamento della diabrotica del mais e sono state stabilite le modalità di lotta, basate principalmente sull’avvicendamento vivamente consigliato.
I dati dei monitoraggi annuali (2002-2008) hanno permesso di evidenziare un costante aumento delle popolazioni del fitofago nel corso degli anni,
tanto che nel 2009 in numerose località del Piemonte, anche nel Casalese, si sono osservati nel mese di giugno su mais in monosuccessione sintomi di
allettamento da diabrotica. Gli allettamenti registrati nel 2009 in modo più diffuso rispetto al passato sono probabilmente legati alla concomitanza di
più fattori oltre la crescita delle popolazioni, quali la mancata rotazione delle colture, il clima invernale, la primavera particolarmente piovosa, situazioni
queste che insieme potrebbero aver determinato una minore mortalità delle uova deposte nel 2008; inoltre le semine 2009 ritardate su buona
parte delle superfici destinate a mais a causa delle avverse condizioni climatiche primaverili hanno comportato una maggiore sensibilità delle piante,
meno vigorose, al momento dell’attacco radicale da parte delle larve di diabrotica; ancora occorre sottolineare lo scarso ricorso a trattamenti insetticidi
contro gli adulti in appressamenti in monosuccessione, anche per motivi tecnico- economici legati alla difficoltà di disporre di macchine specifiche (trampoli)
per effettuarli.
I livelli di quantità e di diffusione raggiunti dalle infestazioni di diabrotica nella nostra regione sono tali per cui si può considerare che l’insetto si sia
stabilmente insediato da diversi anni e non sia più possibile la sua eradicazione.
Si ritiene invece che sia perseguibile l’obiettivo di contenere il più possibile l’insorgere di popolazioni capaci di causare danni economici.

 

È su questo filone che il Settore Fitosanitario regionale lo scorso 10 settembre 2010 ha emanato il “PIANO DI APPLICAZIONE DEL DECRETO MINISTERIALE DELL’8 APRILE 2009: ATTUAZIONE DELLA DECISIONE N.2003/766/CE, MODIFICATA DALLE DECISIONI 2006/564/CE E 2008/644/CE, RELATIVA ALLE MISURE D’EMERGENZA INTESE A PREVENIRE LA PROPAGAZIONE NELLA COMUNITA’ DI DIABROTICA VIRGIFERA VIRGIFERA LE CONTE” Questo importante atto amministrativo definisce “zona infestata” l’intero territorio regionale e istituisce una “fascia di contenimento” tra la provincia di Alessandria (“zona infestata”) e la provincia di Genova (“zona indenne”) per evitare che vi sia trasferimento dell’insetto dai nostri territori maidicoli e quelli situati nella provincia di Genova. Questa “fascia di contenimento” ha un’estensione di 30 km nella provincia di Genova e di 10 km nella provincia di Alessandria, ove interessa praticamente tutti i Comuni appenninici. Il mais, negli anni passati, era stato coltivato su circa 250 ettari nei seguenti territori comunali indicati nel primo elenco della tabella. Alcuni di questi comuni sono interamente interessati dal provvedimento; altri invece, solo parzialmente. Su questi la linea di confine non è ancora ben definita: sarà nostra cura richiedere un maggiore dettaglio ai competenti uffici regionali. La “fascia di contenimento” interessa anche i comuni interamente montani e in altri interessati parzialmente nei quali nel 2009 il mais non è stato coltivato, per lo meno in base alle rilevazioni della Regione Piemonte basate sui fascicoli aziendali. Questi comuni sono indicati nel secondo e terzo elenco della tabella. In questa “zona di contenimento” il mais deve essere coltivato rispettando le seguenti norme: a) sia organizzata una rotazione delle colture in modo tale che il mais sia coltivato una sola volta nell’arco di due anni consecutivi, oppure b) sia attuata una rotazione delle colture in cui il mais possa essere coltivato due volte su tre anni consecutivi e, in funzione di un sistema locale di previsione dello sviluppo dell’organismo, almeno una delle due semine del mais avvenga solo dopo la comparsa delle larve di diabrotica, oppure c) sia attuata una rotazione delle colture in cui il mais possa essere coltivato due volte su tre anni consecutivi, associando ogni volta questa coltivazione a trattamenti insetticidi efficaci contro gli adulti o a qualunque altra misura o trattamento che garantiscano un analogo risultato nella lotta contro l’organismo. È inoltre vietato, nella “fascia di contenimento”, trasportate al di fuori della zona infestata piante di mais o loro parti allo stato fresco nel periodo dell’anno in cui si rileva la presenza dell’insetto, stabilito in base alla biologia dell’organismo in questione, al livello di catture dello stesso e alle condizioni climatiche dominanti. Nella “zona infestata” le misure di contrasto verranno definite in base ai risultati dei monitoraggi che annualmente verranno realizzati dal Settore Fitosanitario Regionale con la nostra collaborazione, ai quali verranno applicati i modelli previsionali delle infestazioni disponibili, validi nell’ambiente italiano. Nella decisione dello scorso 10 settembre viene raccomandato l’avvicendamento del mais con altra coltura, quale misura di maggiore efficacia e priva di effetti collaterali negativi sull’ambiente, oltre all’osservanza delle disposizioni contenute nel Decreto Ministeriale 8 aprile 2009, di cui lo scorso anno vi avevamo dato notizia, volte a impedire l’infestazione delle zone indenni che prevedono: • non venga trasportato al di fuori della zona infestata mais non essiccato nel periodo dell’anno in cui l’insetto sia ancora vivo e vitale; • non vi sia trasporto di terra tra zone infestate e zone indenni; • le macchine agricole utilizzate nei campi di mais vengano ripulite dalla terrea e resti di altro materiale prima di essere portate al di fuori della “zona infestata”. Queste misure devono essere rispettate anche nella parte non interessata dalla “fascia di contenimento” dei territori comunali interessati parzialmente da questo limite. La situazione verrà costantemente monitorata dai nostri tecnici e qualora la Regione adottasse ulteriori particolari misure di contenimento ne daremo comunicazione tempestiva su queste righe a tutti gli imprenditori.