Il presidente Vecchioni incontra Confagricoltura Piemonte per il progetto Futuro Fertile

28/10/2010

L’incontro avvenuto il 25 ottobre scorso con i dirigenti della Confagricoltura del Piemonte ha aperto la serie di appuntamenti regionali dell’Organizzazione per illustrare il suo disegno organico di riforma normativa del settore agricolo.
A presentarci il progettoil presidente nazionale Federico Vecchioni con il direttore generale Vito Bianco.
Mentre va avanti la parte economica del progetto - quella di costituire una commerciale nazionale per ottimizzare
costi, produzione e distribuzione nella filiera agroindustriale italiana - Confagricoltura si è rivolta alle istituzioni politiche con un “pacchetto” di 61 proposte-risposte. Non semplice elencazione di problematiche
ma individuazione di soluzioni percorribili a costo zero per lo Stato, rendendo efficace la spesa e spalmando le risorse recuperate da altri capitoli.
Ad avviso del presidente Vecchioni, Confagricoltura vede il suo ruolo non come mero organismo rivendicativo, ma come sindacato progettuale, che vuole ridisegnare il futuro del settore, aggiornando gli strumenti, le regole ed i contesti ai nuovi bisogni ed alle nuove sfide di mercato. Le proposte formulate puntano allo snellimento
normativo, alla semplificazione burocratica, alla riorganizzazione produttiva, definiscono il rapporto agricoltura-ambiente, rilanciano l’agroenergia, favoriscono l’insediamento dei giovani in agricoltura ed il ricambio generazionale, danno efficienza ai settori produttivi, realizzano un’offerta organizzata, riposizionano il settore primario nelle filiere di prodotti agroindustriali.
Il presidente Vecchioni ha ribadito ai dirigenti piemontesi della Confagricoltura che le linee individuate, se attuate, concorreranno a garantire un tessuto legislativo di reale supporto alle attività di impresa, raccogliendo precise e puntuali istanze provenienti dagli agricoltori e traducendole in disposizioni di legge.
Sono iniziative razionali, asettiche e non ideologiche, tecnicamente condivisibili da tutti gli agricoltori italiani, indipendentemente dalla “casacca sindacale” che indossano, perché sono dirette a dare più reddito, più efficienza, più competitività. Proposte “aperte”, integrabili con il contributo di tutti quanti vorranno
coadiuvare il nostro sforzo propositivo.