La battaglia di Confagricoltura contro l’IMU ha dato i suoi frutti

02/09/2013

All’indomani dell’introduzione dell’IMU, ad opera del decreto legge n. 201/2011, cosiddetto “Decreto Salva Italia”, la nostra Confederazione, per prima, ha denunciato con forza gli aspetti pregiudizievoli derivanti dalla nuova imposta patrimoniale. Risultava evidente, infatti, l’enorme aggravio che essa comportava rispetto alla precedente ICI (anche fino al 200/300 per cento di incremento), per effetto degli elevati moltiplicatori delle rendite catastali e per l’aver considerato autonomamente tassabili i fabbricati rurali (per la prima volta nella storia della fiscalità agricola), sia abitativi che strumentali. Nell’immediato si è cercato di contenere il “danno”, riuscendo ad ottenere una riduzione dell’aliquota sui fabbricati rurali strumentali e la reintroduzione nella disciplina IMU delle riduzioni d’imposta già previste nella normativa ICI per gli imprenditori agricoli professionali e per i coltivatori diretti. Nel corso del 2012, è proseguita l’azione sindacale sia presso gli uffici del Ministero dell’Economia e le commissioni parlamentari competenti che sul territorio, con il presidio della nostra Unione provinciale sui Consigli Comunali impegnati nella definizione delle aliquote finali da applicare, ed i Consigli Regionali per supportare le richieste del settore agricolo. Forti delle ragioni espresse e documentate in tutte le sedi politiche, abbiamo concentrato lo sforzo sindacale per una revisione completa del tributo per l’agricoltura che colpisce gli immobili produttivi per l’esercizio delle attività agricole, sono evidenti i riflessi di doppia imposizione derivanti dall’assoggettamento dei fabbricati strumentali il cui valore è già ricompreso, in base alla normativa catastale, in quello dei terreni agricoli. Prima il rinvio e poi la cancellazione della prima rata per il 2013 decisa con il decreto legge approvato il 28 agosto dal Consiglio di Ministri e l’impegno dello stesso Governo alla cancellazione definitiva dell’imposta per il settore, è un risultato per nulla scontato e da valutare con grande soddisfazione. Si è trattato di una operazione politica e sindacale molto importante; il fatto che tuttora le risorse per la definitiva cancellazione dell’imposta non siano state individuate, dimostra comunque che questa volta il settore agricolo è stato trattato come settore “primario”, vedendo l’abolizione della prima rata IMU al fianco della prima casa. L’operazione IMU non garantirà sul piano economico una ripresa dei consumi immediata, ma vogliamo sottolineare come, sicuramente, la strada della riduzione della tassazione sugli immobili agricoli incentiva proprio la ripresa degli investimenti nel settore, perché abbiamo la consapevolezza che nel nostro ambito questo è il comportamento normale in presenza di maggiori disponibilità. Quindi, pur con la cautela dovuta all’evoluzione del quadro di tassazione degli immobili che si andrà a delineare, è bene rimarcare che l’agricoltura è stato l’unico settore economico totalmente escluso dalla tassa. Questa operazione, che ha portato il tema agricolo in grande evidenza e costituisce un’affermazione del ruolo economico e strategico del settore, non rappresenta però un punto di arrivo ma uno stimolo a continuare con l’azione sindacale volta alla tutela degli interessi delle nostre aziende.

Luca Brondelli