In breve del 16 Settembre 2014

16/09/2014

Il mercato dei cereali e dei semi oleosi  
Il mercato nazionale del frumento tenero resta debole. A Milano c’è stato un leggero calo della quotazione massima (-1 euro/t) del panificabile che ha portato il suo prezzo medio a 192,50 euro/t. A Bologna il listino ha registrato -2 euro/t su tutte le voci ad eccezione delle qualità superiori, con il fino che ora quota 192 euro/t. La sensazione è che si tratti di prezzi nominali: in realtà al Nord il prezzo per un normale misto rosso non supera i 190 euro/t partenza centro di stoccaggio, con sconti anche di 10 euro/t per i frumenti di qualità inferiore.

Sui mercati a termine internazionali la situazione non promette nulla di buono. Il Cbot (dove ormai si ragiona su base dicembre 2014, essendo ormai scaduto il future di settembre) la quotazione ha sfiorato la soglia di 500 cent/bushel; venerdì la chiusura è stata di 502,4 cent/bushel dopo una settimana di consistenti cali, toccando così il minimo delle ultime 52 settimane. Del tutto analoga la situazione a Parigi, dove il future di novembre ha chiuso venerdì a 162,75 euro/t (rispetto ad aprile un calo addirittura del 22,7%!).

A Rouen la quotazione fob per pronta consegna è di 166 euro/t, ossia con una perdita di 9 euro/t nel corso della settimana passata.

Non c’è dubbio che i forti cali per il prodotto estero non tarderanno a mostrare i propri effetti anche in Italia. I possibili fattori di sostegno (maltempo in Nord America, crisi politiche internazionali e indebolimento dell’euro) non sembrano esercitare alcuna pressione al rialzo, perché ampiamente controbilanciati da una domanda debole, dall’abbondanza delle scorte e soprattutto dal crollo delle quotazioni del mais, che trascina con se anche gli altri cereali foraggeri, frumento feed compreso.

Già martedì scorso a Milano tirava aria di forti ribassi per il mais nazionale ed estero: -9 euro/t, con il prodotto italiano del nuovo raccolto che ha chiuso a 180,50 euro/t. Poi giovedì a Bologna c’è stata una vera e propria doccia gelata: -23 euro/t, ossia soli 162 euro/t per il mais italiano, mentre per la merce estera le quotazioni sono momentaneamente sospese.

Il mercato internazionale inizia a fare i conti con il nuovo raccolto, per il quale, a differenza della soia, non ci sono preoccupazioni dovute all’ondata di freddo in Nord America.

A Chicago il future di dicembre ha chiuso venerdì a 338,4 cent/bushel, in lieve recupero rispetto al minimo di 335,6 cent/bushel di giovedì. In brusco calo anche il future di novembre del Matif, che ha chiuso venerdì a 140,25 euro/t. Il mercato per pronta consegna è ancora più depresso: a Rouen il prezzo fob è di 136 euro/t.

Gli operatori soprattutto europei sono molto preoccupati. I prezzi per le consegne autunnali ad esempio dall’Ucraina sono attorno ai 150 euro/t cif Adriatico, per cui ci sono ancora spazi per ulteriori cali, che potrebbero trascinare con se anche gli altri cereali. A ciò si aggiungono le voci di una forte riduzione del fabbisogno di mais in Cina, che costringerà gli esportatori nord- e sudamericani a essere più aggressivi.

Nonostante il crollo del mais, l’orzo nazionale si mantiene più meno stabile. A Milano la quotazione per l’orzo pesante è rimasta invariata a 171,50 euro/t. Bologna ha segnato invece -2 euro/t (175 euro/t).

Anche per l’orzo le prospettive non sono rosee: la concorrenza sui mercati internazionali del prodotto del Mar Nero ha messo in difficoltà le esportazioni comunitarie, e di conseguenza il prezzo anche in Francia: 143 euro/t l’ultima quotazione per merce resa al porto di Rouen.

L’ondata di freddo nel Midwest settentrionale non spaventa i mercati, e così i semi di soia finiscono a Chicago sotto la soglia dei 10 dollari/bushel. Le scorte di fine campagna e le previsioni delle rese negli Usa non lasciano intravedere spazi di recupero.

Di conseguenza i prezzi in Italia della soia estera sono stati in forte calo: -6 euro/t a Milano (407,50 euro/t) e -12 euro/t a Bologna (388,50 euro/t).

In calo le quotazioni per i semi di colza a Parigi: il future di novembre ha chiuso venerdì a 321,50 euro/t.

I primi giorni della campagna 2014-2015, sulla base dei dati di rilevazione settimanali dell’Ente Risi, evidenziano vendite di riso per 43.459 t rispetto a 39.891 t dello stesso periodo della campagna precedente (+8,9%). Per quanto riguarda le importazioni sulla base dei dati della Commissione europea il volume totale della campagna 2013-2014 si assesta su 1.039.191 t base lavorato, in aumento di 147.020 t (+16,5%) rispetto alla campagna precedente. Sul fronte dei prezzi del mercato interno per il momento non si registrano ancora quotazioni. Uniche novità alla Borsa Merci di Mortara, con il Thaibonnet e le altre Indica che passano da 210-230 euro a 220-240 euro/t.

Sui mercati internazionali in calo il Thai 100% B ( - 15 dollari, con prezzo fissato a 445 dollari/tonnellata) e l’USA LG 2/4% (-11 dollari, con prezzo a 540 dollari). In aumento il Vietnam 5% (+ 5 dollari, con prezzo a 450 dollari/tonnellata) e l’India 5% (+ 5 dollari, con prezzo a 440 dollari/tonnellata).