“Nel dettaglio, le pratiche aggiunte sono: il pagamento per servizi non resi; l’obbligatorietà di un contratto scritto se richiesto dal fornitore; l’abuso di informazioni confidenziali da parte dell’acquirente; le ritorsioni commerciali; il pagamento per la gestione del prodotto alla consegna; il pagamento per la gestione dei reclami dei clienti; l’estensione del pagamento a 30 giorni per i prodotti deperibile e a 60 per quelli non deperibili; il divieto di trasmettere al fornitore i costi di advertising”, precisa Agrinsieme, esprimendo rammarico la mancata aggiunta nell’elenco della vendita sottocosto anche tramite il ricorso ad aste a doppio ribasso, pratica che da tempo Agrinsieme aveva segnalato come fortemente distorsiva.
“Oltre alla rafforzata protezione per gli agricoltori, viene fissato a 350 milioni di euro la soglia di fatturato globale delle imprese fornitrici per poter rientrare nel campo di applicazione della direttiva”, sottolinea il coordinamento, per il quale “si tratta di un sicuro passo in avanti rispetto all’approccio iniziale, che tuttavia si pone in contraddizione rispetto all’obiettivo comunitario di aumentare la concentrazione dell’offerta dei produttori: resta un forte sbilanciamento tra potere della distribuzione organizzata e produzione agricola che avrebbe potuto giustificare un limite di fatturato ben superiore per le imprese agricole. Auspichiamo che tale soglia venga aumentata a livello nazionale”.
“Gli agricoltori e le cooperative italiane ed europee chiedevano da anni una regolamentazione delle pratiche commerciali da considerare come sleali, utile a riequilibrare la filiera a favore della parte agricola, rafforzando al contempo la competitività del settore”, prosegue Agrinsieme, che si è sempre espresso a favore di una normativa europea che potesse stabilire regole e procedure in grado di garantire una catena di approvvigionamento alimentare più equa, trasparente e sostenibile in tutta l’Europa.
“Attendiamo ora l’approvazione definitiva per conoscere il dettaglio delle misure contenute nella direttiva, alla luce dell’accordo finale raggiunto oggi”, conclude Agrinsieme.