“L'aumento del valore aggiunto nel 2018 è modesto (meno dell’1%) e consente solo un parziale recupero rispetto agli scorsi anni, riportando il VA in pratica ai valori di cinque anni fa – prosegue Giansanti - l'andamento del ‘Pil agricolo’ rimane poi caratterizzato da una forte volatilità che certo non garantisce fiducia agli operatori”.
Nel 2018 – rileva Confagricoltura sulla base dei dati Istat - i prezzi dei prodotti agricoli venduti sono aumentati solo dell’1,1% mentre quelli degli input (concimi, energia motrice, mangimi) sono aumentati in misura molto più consistente (+3,9%), con un ampio differenziale favorevole ai secondi.
Il quadro che emerge dall’analisi Istat ha luci ed ombre – sottolinea Confagricoltura -. Si registrano ottime performance per settore enoico (+16,2%) e melicoltura (+25,6%), ma anche calo produttivo del settore agrumicolo (-4%) ed il crollo di quello olivicolo (-34,7%, con Xylella e mosca olearia che incidono pesantemente sui raccolti). In calo anche allevamenti zootecnici (-0,6% la variazione del volume e -2,2 % dei prezzi 2018/2017).
Dall’analisi di Istat emerge poi la crescita della multifunzionalità delle imprese agricole, per migliorare la competitività (+21% il valore della produzione per attività secondarie e di supporto sul totale dell’agricoltura). La produzione di energia rinnovabile (fotovoltaico, biogas, biomasse) rappresenta il 32% del complesso delle attività secondarie, seguita dall’agriturismo (30%).
“E’ giunto il momento di attivare misure straordinarie per il settore agricolo – commenta il presidente di Confagricoltura Giansanti -. Serve insomma un Piano nazionale per l'agricoltura che favorisca e rafforzi la crescita. Oltre tutto, quello agricolo è un settore che guarda avanti, che vuole innovare e che può fornire buone opportunità occupazionali (+4,2% i redditi da lavoro dipendente, +4% le retribuzioni lorde)”.