Una situazione critica che, con tutta probabilità, avrebbe potuto essere evitata con l’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti
“Una situazione critica che, con tutta probabilità, avrebbe potuto essere evitata con l’azione di contrasto sollecitata da tempo a tutti i livelli nei confronti della proliferazione dei cinghiali”.
Lo sostiene la Giunta di Confagricoltura che si è riunita per fare il punto sulla situazione a seguito dei casi accertati di peste suina e delle prime decisioni varate a livello europeo.
“Ora è necessario agire con la massima tempestività ed efficacia nel campo della sorveglianza e delle misure di biosicurezza per la protezione degli allevamenti” - sottolinea il presidente, Massimiliano Giansanti - Dobbiamo in ogni modo contrastare il fenomeno e limitare al massimo i danni, considerato che sono già arrivate le prime sospensioni delle importazioni dall’Italia di carni suine e prodotti derivati”.
Le sospensioni sono già state disposte - evidenzia Confagricoltura - dalle competenti autorità di Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait. Restrizioni sono state disposte anche dalla Svizzera. Lo scorso anno le esportazioni del settore suinicolo sono ammontate a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 500 milioni destinate ai mercati extra Ue.
“In questa fase – prosegue Giansanti – è anche fondamentale il rigore delle informazioni ai consumatori, evitando altresì qualsiasi speculazione commerciale”.
Nei prossimi giorni - annuncia Confagricoltura - saranno convocate congiuntamente le Federazioni Nazionali di Prodotto dei settori suinicolo ed avicunicolo (alle prese con l’influenza aviaria) per valutare le richieste da presentare al governo e in ambito europeo per la salvaguardia delle imprese.
“Intanto - conclude il presidente di Confagricoltura - ci siamo già rivolti ad alcuni istituti di credito affinché rivolgano la maggiore attenzione possibile nei confronti degli allevatori in difficoltà”.