L’aumento dei costi energetici nei prossimi mesi impatterà in modo significativo sui costi per la refrigerazione dei magazzini, tant’è che le società
“L’aumento dei costi energetici nei prossimi mesi impatterà in modo significativo sui costi per la refrigerazione dei magazzini, tant’è che le società di distribuzione del gas e della corrente elettrica stanno chiedendo pesanti anticipi e onerose fideiussioni ai frutticoltori, alle cooperative e ai grossisti che immagazzinano la frutta per conservarla e venderla nei prossimi mesi. L’incremento esponenziale dei costi di questo servizio finirà per ricadere sui produttori, vanificando la speranza di ottenere un prezzo sostenibile”.
Lo ha dichiarato Michele Ponso frutticoltore cuneese presidente della Federazione nazionale frutticoltura di Confagricoltura, intervenendo alla riunione che l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, ha convocato martedì 27 settembre su richiesta delle organizzazioni agricole, incontrando i rappresentanti dei frutticoltori piemontesi per analizzare la preoccupante crisi del comparto.
Per il secondo anno consecutivo i frutticoltori devono far fronte a pesanti difficoltà economiche; già il 2021 era stato poco favorevole dal punto di vista climatico a causa delle eccezionali gelate primaverili che avevano stanzialmente compromesso i raccolti di vaste aree del territorio, aggravando le problematiche causate dalla pandemia da Covid-19.
Il 2022 – sottolinea Confagricoltura Piemonte - si è aperto con le nefaste conseguenze economiche del conflitto tuttora in corso in Ucraina, che hanno destabilizzato i mercati generando rincari soprattutto dei prezzi dell’energia, del gas e dei carburanti, fenomeno accompagnato da una contestuale riduzione del potere di acquisto dei consumatori e da una sensibile contrazione delle spese alimentari.
Il risultato di questa straordinaria combinazione di eventi negativi “è che il mercato della frutta autunnale risulta essere particolarmente fiacco – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte - con quotazioni del prodotto che si attestano su valori molto al di sotto dei costi di produzione della frutta piemontese di qualità”.
Appare evidente che, senza interventi urgenti, c’è il rischio di un tracollo tale da mettere a repentaglio una filiera strategica che in Piemonte conta circa 8.000 aziende agricole (la maggior parte situate nel distretto del Saluzzese), per una superficie coltivata di circa 18.500 ettari, in grado di generare un fatturato di oltre 500 milioni di euro (su un totale nazionale di più di 5 miliardi) tra frutta fresca e industria di trasformazione.
I rappresentanti della filiera hanno chiesto sostanzialmente interventi di respiro nazionale per i quali la Regione può svolgere un ruolo di sensibilizzazione nelle sedi competenti, anche attraverso la Commissione Politiche Agricole e La Conferenza Stato-Regioni. Le misure più urgenti da attivare sarebbero il rinvio della contribuzione previdenziale, la moratoria sui muti a 12 – 24 mesi, la riduzione dei costi energetici di condizionamento e la gestione razionale dei flussi migratori utili a reperire la manodopera stagionale.
“Come primo intervento – chiarisce Enrico Allasia - abbiamo chiesto all’assessore all’Agricoltura di accelerare i pagamenti dei danni da gelo 2021, operazione che può costituire una boccata di ossigeno per i frutticoltori stretti nella morsa della carenza di liquidità finanziaria”.
L’assessore Protopapa, che ha condiviso le richieste di intervento della filiera frutticola, si è anche impegnato a farsi promotore di un incontro con la GDO per illustrate i reali costi di produzione a cui sono soggetti i frutticoltori, rimarcando il divario tra quanto viene riconosciuto alle aziende per il loro prodotto e quanto la frutta venga pagata dal consumatore, invitando gli operatori della filiera al rispetto delle norme comunitarie in tema di contrasto delle pratiche commercia