Nel mese di settembre è iniziata la raccolta delle olive prodotte dalle circa 250mila piante, coltivate su 350 ettari, presenti nella nostra regione.
Nel mese di settembre è iniziata la raccolta delle olive prodotte dalle circa 250mila piante, coltivate su 350 ettari, presenti nella nostra regione.
Quello dell’olivicoltura è un settore interessante, che si sta sviluppando in Piemonte con produzioni sempre crescenti, basti pensare che l’aumento rispetto all’anno scorso è dell’ordine del 30%, e in parziale controtendenza rispetto alle altre regioni del Nord Italia, dove complessivamente si sta registrando una diminuzione.
L’intenzione degli olivicoltori piemontesi è quella di arrivare al riconoscimento dell’Igp, per questa ragione il Consorzio che li riunisce ha avviato una collaborazione con l'università di Torino, Agrion e la Fonda Olio per mappare i terreni e individuare le piante secolari che consentiranno di definire il profilo unico dell'olio EVO del Piemonte. La coltivazione dell’ulivo nella nostra regione ha infatti una lunghissima tradizione, essendo presente fin dal 1300/1400, quando il raccolto veniva trasformato e serviva soprattutto per ungenti sacri o per l'illuminazione.
Le aree piemontesi più vocate all’olivicoltura sono la Collina torinese, il Monferrato e quindi il Saluzzese, il Pinerolese e le Langhe, il progetto vuole recuperare e reintrodurre in produzione ecotipi o varietà locali di olivi piemontesi in grado di fornire prodotti dotati di particolari caratteristiche organolettiche e qualitative, trattandosi di un olio non eccessivamente gustoso e molto profumato, particolarità molto apprezzate su alcuni mercati esteri, tra cui Francia, Stati Uniti e Giappone.