Il governo ha varato nei giorni scorsi il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024
Il governo ha varato nei giorni scorsi il disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio.
“Il disegno di legge – è stato sottolineato in una nota diffusa a conclusione della riunione del Consiglio dei ministri – è in linea con l’approccio prudente, responsabile e realistico dei precedenti provvedimenti economici”.
Va riconosciuto che i margini di manovra a disposizione del governo erano decisamente stretti. Sulle decisioni hanno pesato gli effetti del “superbonus” edilizio e l’aumento dei tassi d’interesse che ha fatto salire di circa 15 miliardi di euro l’onere per il debito pubblico. Lo scostamento di bilancio è risultato inevitabile, per raggiungere l’obiettivo di fondo rappresentato dal taglio del cuneo fiscale a tutela dei redditi medio-bassi.
Il cammino verso l’approvazione della prossima legge di Bilancio non è privo di ostacoli. Le crisi internazionali potrebbero innescare una sostenuta ripresa dei prezzi dei prodotti energetici e non va esclusa un’ulteriore stretta monetaria da parte della Banca centrale europea. La crescita del PIL nel 2024 potrebbe risultare inferiore a quella – pari all’1,2 per cento – stimata dal governo. L’anno venturo, inoltre, ripartirà l’applicazione del nuovo Patto di stabilità e crescita della UE, ancora in via di definizione ma che, in ogni caso, stabilirà un percorso di rientro programmato del debito pubblico.
Dopo l’esame dei testi da parte della Commissione europea, il dibattito si sposterà in Parlamento dove – secondo le indicazioni formulate dal governo - non saranno possibili sostanziali cambiamenti. Qualche problema urgente, però, dovrà essere affrontato.
Per quanto riguarda l’agricoltura, occorrerà dare una risposta alla situazione di crisi di alcuni settori innescata dall’aumento dei costi di produzione, dalla contrazione dei prezzi all’origine e dall’impatto del cambiamento climatico. Risultano limitate le risorse finanziarie per il sistema delle assicurazioni agevolate che rischia di entrare in profonda crisi.
Va anche ricordato che, dallo scorso 16 ottobre, sono in pagamento gli anticipi degli aiuti diretti della PAC che hanno subito una drastica riduzione per effetto della riforma entrata in vigore all’inizio di quest’anno. Il taglio è risultato più profondo a causa dell’eccezionale aumento dell’inflazione.
Il governo non ha potuto assegnare nuove risorse finanziarie a sostegno della crescita economica. A questo punto, diventa fondamentale procedere con il massimo impegno nella realizzazione dei programmi definiti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dai contratti di filiera può arrivare un forte impulso al rafforzamento della filiera agroalimentare. I fondi previsti nel capitolo “RePower” vanno assegnati alle imprese per gli investimenti finalizzati alla transizione ambientale ed energetica.
Gli investimenti generano la crescita economica che è fondamentale anche per la tenuta dei conti pubblici.