In questi anni gli allevatori hanno già investito molto per la sostenibilità ambientale delle loro aziende, ma con l’entrata in vigore del Piano regionale per la qualità dell’aria
In questi anni gli allevatori hanno già investito molto per la sostenibilità ambientale delle loro aziende, ma con l’entrata in vigore del Piano regionale per la qualità dell’aria l’impegno a carico del settore agricolo diventa sempre più oneroso, vasto e articolato. Con il prossimo anno, infatti, cominceranno a essere applicate le norme e i vincoli previsti e per gli allevamenti questo comporterà la necessità di rispettare prescrizioni molto impattanti dal punto di vista gestionale, ma soprattutto l’introduzione di adeguamenti strutturali piuttosto complessi e generalmente molto onerosi dal punto di vista finanziario. Per questa ragione il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha promosso un incontro in videoconferenza, che si è svolto l’11 dicembre scorso, con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che, nel corso del collegamento, ha confermato il suo impegno per cercare accorgimenti e migliorie insieme agli uffici regionali.
Il presidente Cirio, consapevole delle difficoltà sottolineate, si è detto disponibile a portare i contenuti dell’incontro all’attenzione degli assessorati e dei funzionari regionali competenti, ma ha sottolineato come la Regione agisca in base ad indicazioni coercitive che arrivano da Bruxelles, mettendo in luce, ad esempio, come le autorità europee non considerino i tanti e recenti interventi di efficientamento energetico fatti in questi anni, con un impatto positivo sull’ambiente. Il presidente ha quindi ricordato che la trattativa è molto delicata: da un lato non si devono mettere a rischio le risorse per il Piemonte, ma dall’altro vanno considerate meglio le istanze delle aziende per aiutarle a rispettare vincoli e normative.
Allasia ha evidenziato come gli allevatori, che stanno già stanno affrontando una situazione economica e di mercato per molti aspetti critica, si troveranno a breve a dover gestire uno degli interventi tecnici più complessi e articolati degli ultimi decenni: la copertura delle strutture di stoccaggio dei reflui”.
Le difficoltà sono perlopiù di ordine tecnico, le norme richiedono infatti interventi per lo stoccaggio e la copertura di materiabili “palabili” e “non palabili” che metterebbero in difficoltà molte aziende zootecniche, in quanto richiedono investimenti piuttosto onerosi e notevoli problemi a livello logistico e gestionale.
Inoltre, secondo Confagricoltura le misure previste non tengono in conto gli interventi per nuove vasche e coperture già realizzati appena qualche anno fa con fondi del precedente PSR e che andrebbero rifatti nuovamente; occorre dunque instaurare sin da subito un dialogo costruttivo con la Regione per la ricerca di alternative che non richiedano modifiche strutturali alle aziende, evitando così un ulteriore duro colpo al settore zootecnico della nostra regione.