ESSICCATOI AGRICOLI: NIENTE AUTORIZZAZIONI PER LE EMISSIONI IN ATMOSFERA

10/08/2013

Con la conversione in legge del “decreto del fare” sono state apportate importanti semplificazioni burocratiche in campo agricolo. L’Articolo 41-ter ha escluso talune tipologie di impianti dal novero degli impianti assoggettati all’autorizzazione alle emissioni in atmosfera: sono stati esclusi dall’autorizzazione, i silos per i materiali vegetali, gli impianti di essiccazione impiegati da imprese agricole o a servizio delle stesse con potenza termica nominale, per corpo essiccante, uguale o inferiore a 1 MW, se alimentati a biomasse o a biodisel o a gasolio come tale o in emulsione con biodiesel, e uguale o inferiore a 3 MW, se alimentati a metano o a gpl o a biogas. Sono state escluse dall’autorizzazione anche le cantine che trasformano fino a 600 tonnellate l’anno di uva nonché stabilimenti di produzione di aceto o altre bevande fermentate, con una produzione annua di 250 ettolitri per i distillati e di 1.000 ettolitri per gli altri prodotti. Sono comunque sempre escluse, indipendentemente dalla produzione annua, le fasi di fermentazione, movimentazione, travaso, addizione, trattamento meccanico, miscelazione, confezionamento e stoccaggio delle materie prime e dei residui effettuate nei citati stabilimenti. Anche i frantoi per la spremitura delle olive sono stati esclusi dalle autorizzazioni. Dovranno chiedere un’autorizzazione in forma semplificata alle emissioni in atmosfera gli impianti di essiccazione che utilizzano potenze superiori a 1 MW, se alimentati a biomasse o a biodisel o a gasolio come tale o in emulsione con biodiesel, e uguale o superiori a 3 MW, se alimentati a metano o a gpl o a biogas, come pure le cantine con produzione superiore a 600 tonnellate l’anno di uva. Non appena disponibile, sul nostro sito pubblicheremo il testo completo del provvedimento nazionale approvato. È da sottolineare che quanto ottenuto è frutto dell’impegno pressante e continuo da parte della nostra Confederazione, profuso a tutti i livelli.

Marco Visca