LOTTA OBBLIGATORIA ALLA FLAVESCENZA DORATA DELLA VITE

15/06/2010
Flavescenza dorata della vite ha fatto la sua drammatica comparsa nei nostri territori vitati dalla fine degli anni 90. I primi che sono stati costretti a combattere contro questa malattia della vite sono stati i vignaioli tortonesi, che hanno dovuto sostenere uno sforzo economico, tecnico ed organizzativo estremamente impegnativo. Dal tortonese la Flavescenza ha in pochissimi anni interessato tutto il territorio vitato piemontese, mettendo tutti i viticoltori nelle condizioni di dover combattere la sua virulenza, effettuando obbligatoriamente interventi insetticidi prima non necessari e estirpando tutte piante anche solo sospettate di avere contratto la malattia in base alla sintomatologia che in brevissimo tempo si manifestava; questo ha comportato in molti casi, l’estirpo di interi vigneti oltre alla distruzione di milioni di piante infette estirpate per ridurre le fonti di inoculo. Nel 2000 il Ministero ha decretato le “Misure per la lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata della vite” ; secondo questo decreto, in Piemonte si è deciso di istituire come “zona focolaio” l’intera Provincia di Alessandria, tranne i territori dei comuni di Avolasca, Berzano di Tortona, Carbonara Scrivia, Carezzano, Casasco, Castellania, Castellar Guidobono, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Montegioco, Morsasco, Orsara Bormida, Paderna, Sarezzano, Spineto Scrivia, Tortona, Viguzzolo, Villavernia, Villaromagnano, Volpeglino cho sono stati da subito definiti “zona insediamento” a causa dell’elevatissima percentuale di vigneti ammalati, caratterizzati da un numero eccezionale di piante colpite. In questi anni di lotta alla Flavescenza tutte le misure di contenimento previste dal Decreto e indicate dal Settore Fitosanitario regionale sono state sempre mirate al tenativo di eradicare la malattia in tutto il Piemonte. Questo enorme sforzo ha visto insieme in prima linea un gran numero di viticoltori e tutti i nostri tecnici che hanno dato, ciascuno secondo il proprio ruolo, il proprio incondizionato e imponente apporto. La Regione Piemonte nel 2008 ha apportato sostanziali modifiche alle modalità applicative del Decreto Ministeriale di lotta obbligatoria contro la Flavescenza dorata della vite, per cui tutta la Provincia di Alessandria è stata classificata “zona insediamento”: per definizione, le “zone insediamento” sono quelle aree in cui si ritiene impossibile l’eradicazione dalla malattia. Questa decisione è apparsa subito come una sconfitta del mondo viticolo, ma, con questa classificazione si è voluto prendere atto di una situazione ritenuta da molti, in principal modo dal mondo scientifico piemontese, ormai irreversibile: con la Flavescenza dorata d’ora in avanti bisognerà imparare a convivere, visto che è impossibile il risanamento dalla malattia dei territori vitati. Dal 2008 si è pertanto entrati in una fase nuova: non essendo possibile eradicare la malattia, occorre orientare tutte le strategie di difesa verso la massima minimizzazione dei rischi di nuove infezioni: questo significa monitoraggi dell’insetto vettore (lo Scafoideus titanus a tutti ben noto), effettuare i trattamenti insetticidi obbligatori nei tempi e nei modi più idonei al suo contenimento nella massima sicurezza ambientale; in alcuni casi –in certi ancora in via obbligatoria - significa ancora provvedere all’estirpo e alla distruzione delle piante infette. Inoltre, nei reimpianti, utilizzare materiale vivaistico sottoposto a termoterapia per 45 minuti a 50°C, come raccomanda l’aggiornamento 2010 della lotta obbligatoria regionale. Per la Provincia di Alessandria l’aggiornamento annuale delle modalità applicative del Decreto di Lotta Obbligatoria non comporta particolari novità operative; qui di seguito si riassumono quelle ormai in vigore dal 2008: ESTIRPO DELLE PIANTE INFETTE: è obbligatorio nei vigneti che presentano una percentuale di piante ammalate inferiore al 4%, in tutti i Comuni con l’esclusione dei “vecchi” comuni definiti “insediamento”, fin dal 2000 e precisamente Avolasca, Berzano di Tortona, Carbonara Scrivia, Carezzano, Casasco, Castellania, Castellar Guidobono, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Montegioco, Morsasco, Orsara Bormida, Paderna, Sarezzano, Spineto Scrivia, Tortona, Viguzzolo, Villavernia, Villaromagnano, Volpeglino. VIGNETI CON PERCENTUALE DI PIANTE AMMALATE SUPERIORE AL 30%: nei nuovi Comuni insediamento la Regione può intimare l’estirpo obbligatorio dell’intero vigneto; nei “vecchi” comuni questo obbligo non vige. VIGNETI ABBANDONATI: in tutto il territorio provinciale è obbligatorio l’estirpo. TRATTAMENTI INSETTICIDI: in tutti i comuni, compresi i “vecchi” definiti “insediamento”, sono obbligatori 2 interventi insetticidi. Per quanto riguarda i trattamenti insetticidi occorre soffermarsi a esaminarne tutti gli aspetti tecnico/operativi ed economici. La lotta alla Flavescenza non può assolutamente prescindere da un corretto contenimento del vettore. I due trattamenti insetticidi obbligatori all’anno contro lo Scaphoideus titanus devono essere indirizzati: - il primo contro le neanidi (indicativamente tra la seconda e la terza decade di giugno) - il secondo contro gli adulti (indicativamente circa un mese dopo il primo trattamento). Se il livello di popolazione lo richiede può essere effettuato un terzo trattamento insetticida (in deroga per le aziende che aderiscono all’azione 214.1). Per i trattamenti devono essere utilizzati prodotti insetticidi espressamente autorizzati sulla vite contro le cicaline; questi prodotti sono riportati nelle tabelle che trovate in queste pagine, insieme con alcune fondamentali note tecniche da osservare per una migliore efficacia dei trattamenti e per la loro esecuzione in tutta sicurezza nel rispetto delle api e della fauna utile. Infine, il monitoraggio della presenza e dello stadio di sviluppo di S. titanus a livello aziendale o comunale è condizione indispensabile per posizionare al meglio le epoche di intervento dei trattamenti insetticidi. Negli ultimi anni 2008 e 2009 la Flavescenza sembra che abbia ridotto la sua virulenza; questo risultato non deve illudere nessuno, anzi deve spronare tutti gli addetti ai lavori a una maggiore attenzione, per evitare che sintomi e segnali oggi ritenuti trascurabili diventino, domani, nuove drammatiche fonti di infezione. Trascurare la lotta insetticida o eseguirla in modo non ottimale potrebbe generare un mancato controllo del vettore che significherebbe un aumento delle sue capacità di trasmissione della malattia. Questo rischio è particolarmente evidente nelle situazioni in cui sono presenti ex-vigneti in stato di abbandono o di vigneti comunque sottoposti in senso generale ad una conduzione approssimativa e inefficace al contenimento anche solo delle normali malattie della vite (peronospora, oidio, ecc.), in cui i trattamenti insetticidi obbligatori non vengono effettuati o, qualora eseguiti, non producono i risultati attesi per negligenze o imperizie nelle modalità di esecuzione. Sotto questo profilo occorre porrein rilievo il fatto che in queste situazioni di marginalità, come è stato riscontrato dai tecnici del Settore Fitosanitario Regionale nella loro attività di controllo delle infestazioni dello Scafoideus titanus e della corretta esecuzione dei trattamenti insetticidi, la presenza dell’insetto vettore raggiunge in numerosi casi popolazioni ancora eccezionalmente elevate, cosa che lascia presupporre la mancata o non corretta esecuzione dei trattamenti insetticidi obbligatori. Per concordare e definire al meglio i sistemi di lotta, la scelta del prodotto e le modalità di distribuzione e per massimizzarne l’efficacia dei trattamenti, allo scopo di contenere al massimo le infestazioni di Scafoideus titanus e ridurre i rischi di recrudescenza della Flavescenza dorata, i viticoltori sono vivamente pregati di contattare i propri tecnici di Zona.

La tabella dei trattamenti richiesti

Elenco A: salvaguardia degli insetti pronubi