L'Aratro n.7 Luglio-Agosto 2015 - page 5

Superare gli Ogm per una “via italiana” all’innovazione in agricoltura
LUGLIO/AGOSTO 2015
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Alessio Barosio 342 30 71 791
Daniela Cafasso 344 01 19 122
Valentina Zoccola 344 57 40 790
C‘
è una “via italiana” che
può superare la questione
“Ogm” così come l’ab-
biamo vissuta finora. È quanto è
emerso dal convegno “Geni Ita-
liani”, organizzato da Confagricol-
tura all’auditorium di Palazzo
Italia, a Expo 2015 il 16 luglio
scorso. Un confronto sul moderno
miglioramento a cui hanno parte-
cipato i professori
Harald Von
Witzke
, dell’Università di Berlino,
e
Michele Morgante
, dell’Univer-
sità di Udine, e il ricercatore
Ro-
berto Defez
– IBBR CNR Napoli.
Nel corso dell’incontro è stato evi-
denziato che ovunque, nel
mondo, la ricerca e l’innovazione
genetica in agricoltura sono viste
come una soluzione alle sfide glo-
bali del pianeta, piuttosto che
come un problema. Solo in Eu-
ropa, ed in Italia, si registrano forti
resistenze. Dove gli Ogm sono uti-
lizzati, aumentano i vantaggi per il
settore e per la collettività.
Confagricoltura ricorda che sono
ormai 181 milioni gli ettari a trans-
genico nel mondo. Con un au-
mento di 100 volte in meno di 20
anni. E quello che più conta è che
in concomitanza con l’incremento
delle superfici è diminuito l’uti-
lizzo di agrofarmaci del 37%, sono
aumentate le rese del 22% ed il
profitto degli agricoltori è cre-
sciuto del 66%. In Europa, invece,
la coltivazione di Ogm è stata fre-
nata dai “bandi” imposti dai vari
governi, che però non ne hanno
mai proibito l’utilizzo a fini man-
gimistici e alimentari (a patto di
etichettare adeguatamente i pro-
dotti) e la produzione è pratica-
mente confinata alla sola Spagna.
“Ma il vero paradosso italiano
– ha
detto il presidente di Confagricol-
tura
Mario Guidi
da noi sempre
denunciato, è che mentre si vieta la
coltivazione ai nostri imprenditori, si
importa moltissima materia prima
transgenica, che viene in larga parte
utilizzata per produrre le nostre eccel-
lenze agroalimentari”.
Secondo una stima del Centro
Studi di Confagricoltura ormai il
valore della soia e del mais impor-
tati in Italia assomma ad oltre 8
milioni di tonnellate, oltre 20mila
ogni giorno, festivi inclusi, per un
controvalore di oltre 2 miliardi di
euro.
Questa situazione di paradosso ri-
schia di aggravarsi con le recenti
evoluzioni della normativa eu-
ropea. La direttiva UE 2015/412
approvata quest’anno consente
agli Stati membri di vietare prati-
camente a loro piacimento la colti-
vazione di Ogm. Parallelamente è
stata varata una proposta di rego-
lamento che consente altrettanta
libertà per vietare l’utilizzo a fini
mangimistici e alimentari di pro-
dotti Ogm. Quest’ultima proposta
ha incontrato in Consiglio l’oppo-
sizione di alcuni Paesi tra cui
l’Italia che l’ha rigettata proprio lu-
nedì 13 luglio. Se non dovesse es-
sere approvato questo regola-
mento che consente l’
opt-out
per
gli Stati membri, ci ritroveremmo
nella condizione in cui magari
l’Italia vieta la coltivazione ma
non l’utilizzo di Ogm, confer-
mando ancora per il futuro il para-
dosso che si è verificato sinora.
“Il vero problema dell’Italia
– ha
detto Guidi –
è l’assenza di una po-
litica a favore di una ricerca per l’in-
novazione e la genetica in agricol-
tura. Abbiamo bandito la ricerca in
campo aperto su una delle principali
innovazioni adottate in tutto il
mondo. Non solo. Abbiamo eccel-
lenze, ricercatori e accademie che
sono ampiamente in grado di lavo-
rare su questi temi producendo inno-
vazioni di cui la nostra agricoltura
può ben beneficiare. Tecniche nuove,
perfette per l’agricoltura italiana, di-
verse da quelle transgeniche utiliz-
zate nelle
commodities
internazio-
nali, come il
genome editing
e la
ci-
sgenesi
, che potrebbero addirittura
non essere considerate degli Ogm. Se
solo si provvedesse anche ad una di-
versa definizione”.
C’è, insomma, la possibilità di
produrre direttamente, e rapida-
mente, delle varietà geneticamente
identiche a quelle che si otterreb-
bero utilizzando i meccanismi na-
turali, con tecniche che manten-
gono praticamente intatta l’iden-
tità genetica “tipica” della pianta e
che sono quindi perfette per
un’agricoltura basata sulla tipicità
com’è la nostra e per assicurare un
futuro dei marchi del Made in Italy
agroalimentare.
Una ricerca genetica che utilizza e
trae vantaggio dalla biodiversità,
come ha dimostrato il video di
Bioversity International, proiettato
durante l’incontro, sviluppata in
Italia da ricercatori italiani, soprat-
tutto pubblici, più adatta anche
alle dimensioni delle produzioni
agricole italiane.
“Una ricerca genetica per i nostri ri-
cercatori e per la nostra agricoltura
che chiediamo formalmente al Go-
verno di aprire”,
ha concluso Guidi.
Dalle “Bandiere Blu” alle “Spighe Verdi”
parte il progetto per i Comuni rurali
L’
8 luglio scorso i presidenti della
Foundation for Environmental Edu-
cation – FEE Italia,
Claudio Mazza
, e
di Confagricoltura,
Mario Guidi
, hanno
sottoscritto un protocollo di intesa per av-
viare il programma “Spighe verdi”, volto a
favorire lo sviluppo sostenibile dell’am-
biente rurale e destinato ai Comuni rurali,
in primo luogo a quelli delle aree interne
del Paese. “Spighe Verdi” si basa sull’espe-
rienza di FEE nella gestione del programma
internazionale “Bandiera Blu”, un eco-label volon-
tario assegnato alle località turistiche balneari che
rispettano criteri di gestione sostenibile integrale
del territorio, attraverso un complesso iter procedu-
rale certificato UNI EN ISO 9001-2008, che vanta
28 anni di applicazione in 67 Paesi al
mondo. “Spighe Verdi” si rivolge ai Comuni
e utilizzerà, per la parte rurale, i principi del
progetto EcoCloud di Confagricoltura,
esempio di come le aziende agricole pos-
sano attuare pratiche sostenibili che coin-
volgano e migliorino tutta l’azienda nei
suoi aspetti ambientali, economici e sociali.
Il prodotto del programma “Spighe Verdi”
sarà uno strumento per semplificare la ge-
stione sostenibile ambientale dei Comuni
rurali. La promozione del progetto in sede istituzio-
nale prevede il coinvolgimento delle Regioni, che
contribuiranno a diffondere l’iniziativa per racco-
gliere le adesioni dei Comuni e delle associazioni di
categoria.
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