L'Aratro n.9 Ottobre 2016 - page 4

OTTOBRE 2016
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………….. il sapore del Pomodoro Piemontese
15068 Pozzolo Formigaro (AL)
Str. Bissone, 1
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FAX: 0143.319203
SITO:
D
opo la richiesta di Confagricoltura
Piemonte, mercoledì 28 settembre a
Torino in Assessorato è stato convo-
cato il Tavolo Verde. Tra gli altri vi erano
Luca
Brondelli di Brondello
, presidente di Confa-
gricoltura Alessandria e vice presidente di
Confagricoltura Piemonte con delega regio-
nale al PSR e
Marco Visca
, responsabile tec-
nico provinciale, alla presenza dell’assessore
Giorgio Ferrero
e dei funzionari preposti.
Il risultato è stato deludente.
Criticità e proposte
di intervento
Dall’esame dell’andamento dei bandi e dagli
esiti delle graduatorie relative ai sostegni per
le misure 4, 6 e 10 del PSR, si è evidenziata
una serie di criticità che qui di seguito si rias-
sumono.
Si sottolinea, preliminarmente, come sia as-
solutamente inadeguata la dotazione finan-
ziaria per le misure attivate e come molte,
troppe, aziende restino di fatto escluse dai fi-
nanziamenti. È perciò indispensabile e ur-
gente che la Regione, in taluni casi, integri le
risorse assegnate e, in altri casi, attivi con
tempestività nuovi bandi.
L’urgenza di aprire un nuovo bando, magari
entro fine anno, vale soprattutto per l’opera-
zione 6.1.1 (insediamento giovani) e per la
collegata operazione 4.1.2 (investimenti
nelle aziende agricole condotte da giovani).
Ciò è dettato dal fatto che i giovani esclusi
dall’attuale graduatoria sono già insediati da
alcuni mesi ed entro un anno devono poter
presentare una nuova istanza. Inoltre, alcuni
di essi compiranno 41 anni entro breve ter-
mine, età raggiunta la quale non è più possi-
bile accedere al sostegno giovani del PSR.
Per quanto riguarda invece la misura 10, o
meglio l’operazione 10.1.1 (produzione inte-
grata), si evidenzia come la stragrande mag-
gioranza delle istanze presentate risulti collo-
cata nella parte non finanziabile della gra-
duatoria e quindi esclusa dai benefici del
PSR. Si è così mancato di cogliere l’obiettivo
proprio delle misure agroambientali, che è
quello di indurre le aziende ad adottare com-
portamenti virtuosi, specie nelle aree dove le
criticità ambientali legate all’uso dei fitofar-
maci e dei fertilizzanti sono maggiori.
Un elemento che desta particolare preoccu-
pazione è rappresentato dal fatto che non
possono accedere ai premi molti giovani in-
sediati e numerose aziende aderenti alle mi-
sure agroambientali da oltre vent’anni. Se
tale situazione dovesse rimanere invariata, si
rischierebbe di bloccare un processo vir-
tuoso, proprio in un momento in cui agricol-
tori e cittadini dimostrano sempre maggiore
sensibilità nei confronti della sostenibilità
ambientale. Proprio in ragione di queste con-
siderazioni, occorre destinare, fin da subito,
più risorse alla misura, procedendo ad una
rapida revisione della tabella finanziaria del
PSR con una forte decurtazione dei fondi de-
stinati all’operazione 2.1.1 (servizi di consu-
lenza), che in nessuna Regione italiana è si-
nora stata attivata e difficilmente lo sarà, a
causa delle incertezze procedurali derivanti
dalla pretesa dell’Unione Europea di appli-
care alla misura le regole restrittive della nor-
mativa sugli appalti pubblici.
È inoltre necessario che la Regione definisca
urgentemente un’unica procedura per le
istruttorie delle misure 4 e 6 (in particolare
sulle integrazioni documentali), alle quali gli
uffici territoriali (ex Province) dovranno
strettamente attenersi.
Per quanto concerne ancora le misure agro-
ambientali, vanno subito sottolineate le non
poche difficoltà incontrate dagli operatori a
causa di norme non sempre chiare e applica-
bili sul versante tecnico (ci si riferisce, ad
esempio, agli impegni facoltativi, quali i so-
vesci autunno-vernini, l’intervallo di 40
giorni tra la raccolta di una coltura e la se-
mina della successiva per l’operazione
10.1.3, ecc…). Tali difficoltà sono state se-
gnalate più volte, per iscritto e a voce, ai fun-
zionari della Regione e dell’ARPEA senza che
siano state individuate idonee soluzioni.
Si evidenziano poi le seguenti ulteriori criti-
cità:
• formazione tardiva delle graduatorie, in
relazione agli impegni tecnici assunti fin
dall’11 novembre 2015, con notevole
danno a carico delle aziende che hanno sa-
puto, solo a fine campagna, che la loro
istanza non era in posizione finanziabile.
Per di più, a tutt’oggi, mancano ancora le
graduatorie per le operazioni 10.1.3,
10.1.4, 10.1.5 e per la misura 11, con im-
possibilità da parte delle aziende di assu-
mere le opportune decisioni;
• impossibilità da parte del programma in-
formatico di riconoscere, al momento
della redazione delle domande, il cambio
di beneficiario rispetto alle istanze presen-
tate nel 2015, a prescindere dalla loro am-
missione in graduatoria. Questa lacuna del
programma ha comportato errori di quali-
ficazione delle domande, considerando
come domande iniziali anche quelle di
prosecuzione con adeguamento e conte-
stuale cambio del beneficiario;
• mancata assegnazione del relativo pun-
teggio ad aziende che conducono terreni
in fascia A e/o B (Piano stralcio per l’as-
setto idrogeologico del fiume Po). Con la
corretta attribuzione di questo dato, le
aziende avrebbero potuto sommare al
punteggio calcolato altri 3, 6 o 12 punti, in
base alla percentuale di superficie in fascia
A/B sul totale della SAU, e salire così in
graduatoria fino alle posizioni finanzia-
bili;
• analoga mancata assegnazione del relativo
punteggio anche ad alcune aziende ubi-
cate nelle zone UNESCO;
• necessità di risemina, con conseguente ag-
gravio dei costi, dei prati realizzati ai sensi
della 10.1.4/1 e falliti a causa dell’anda-
mento siccitoso. Ciò è accaduto sia per il
ritardo con cui sono stati definiti i bandi,
che non ha consentito alle aziende una se-
mina in epoca corretta per l’affermarsi
della coltura, sia per la prescrizione conte-
nuta nel bando di effettuare la semina tra
l’inizio dell’impegno e il mese di giugno,
periodo non agronomicamente sosteni-
bile;
• incertezza, nel caso di impegni facoltativi
o degli obblighi previsti dall’operazione
10.1.3, circa la necessità o meno della cer-
tificazione del seme da sovescio.
Per quanto concerne infine le misure della
forestazione, con particolare riferimento al-
l’operazione 8.1.1 (imboschimenti), la criti-
cità principale è data dall’impossibilità di
poter rendicontare lavori in economia, es-
Troppe aziende escluse dal PSR 2014-2020
Così si frena lo sviluppo
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