L'Aratro n.9 Ottobre 2016 - page 16

OTTOBRE 2016
16
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(Confederazione Agromeccanici
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agricole per conto terzi determinati sulla base dei costi di
esercizio al 20 settembre 2016 da valere per la provincia
di Alessandria per l’annata agraria 2016.
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N
ello scorso numero abbiamo provato
a delineare il quadro normativo le-
gato alle registrazioni dei formulati
commerciali contenenti la sostanza attiva gli-
fosate.
Adesso cerchiamo di chiarire gli
aspetti ecologici e tossicologici con-
nessi ai residui del glifosate.
Incominciamo dal “Rapporto nazionale pe-
sticidi nelle acque” redatto dall’ISPRA, che si
riferisce agli anni 2013 e 2014. Il termine “pe-
sticidi” è appropriato in quanto il rapporto
non considera solo i fitofarmaci, ma l’in-
sieme delle molecole utilizzate anche in
campo extra agricolo come i biocidi (ad
esempio sostanze erbicide utilizzate contro
le alghe negli impianti di depurazione delle
acque, preservanti, disinfettanti).
Il rapporto si basa sui dati di monitoraggio
raccolti dalle Regioni. Nel biennio 2013-
2014 sono stati analizzati 29.220 campioni
per un totale di 1.351.718 misure analitiche e
sono state ricercate oltre 350 sostanze attive.
Il monitoraggio ha mostrato diverse criticità.
Innanzi tutto una copertura territoriale in-
completa, essendo concentrato principal-
mente nelle aree del Nord: infatti nelle re-
gioni del Centro Italia (tranne la Toscana), si
registra un basso numero di stazioni di mo-
nitoraggio, situazione che si riduce moltis-
simo nelle regioni del Sud e in Sicilia e Sar-
degna: da Molise e Calabria non è pervenuta
nessuna informazione, mentre da Campania,
Puglia e Basilicata solo informazioni sulle
acque superficiali. Quindi, alcune sostanze
attive (ad esempio insetticidi neonicotinoidi
e il glifosate con il suo metabolita AMPA)
sono state ricercate solo in alcune regioni e
alcune sostanze di recente introduzione (non
solo in ambito agricolo) non sono state og-
getto di monitoraggio.
Il monitoraggio dimostra una diffusione
ampia della contaminazione.
Pesticidi sono presenti nel 63,9% dei punti
di monitoraggio delle acque superficiali e nel
31,7% di quelle sotterranee, più che nel pas-
sato. Le frequenze sono più basse nelle acque
sotterranee, ma i pesticidi sono presenti
anche nelle falde profonde naturalmente
protette da strati geologici poco permeabili.
Sono state trovate 224 sostanze diverse, un
numero sensibilmente più elevato degli anni
precedenti. La contaminazione è più diffusa
nella Pianura Padano-Veneta. Questo di-
pende dal fatto che nelle cinque regioni
dell’area si concentra poco meno del 60%
dei punti di monitoraggio dell’intera rete na-
zionale.
Il 21,3% dei punti delle acque superficiali ha
concentrazioni superiori al limite. Nelle
acque sotterranee la percentuale di supera-
menti è 6,9%.
Per rimanere nell’ambito del glifosate e del
suo metabolita AMPA (l’acido amminometil-
fosfonico, primo prodotto di degradazione
della superficie agricola che viene mineraliz-
zato ad anidride carbonica – sono dati del-
l’Istituto Superiore di Sanità del 2002 – che
può provenire, però, anche dalla degrada-
zione di altri composti chimici – dati di
studio svizzero commissionato dalla Radio
Televisione Svizzera a un istituto di ricerca
nell’aprile 2016, i cui risultati sono reperibili
su internet) nel 2014 il glifosate è stato tro-
vato nel 39,7% dei 302 punti di monito-
raggio delle acque superficiali in cui è stato
cercato. In 76 casi (25,2%) è responsabile del
superamento degli standard di qualità am-
bientali (stabiliti in base alla tossicità per gli
organismi acquatici). Nelle acque sotter-
ranee, invece, è risultato presente nel 4,3%
dei 185 punti controllati, in 2 casi (1,1%)
con valori superiori agli standard qualitativi.
La contaminazione dovuta all’AMPA si è rive-
lata presente nel 70,9% dei 289 punti di mo-
nitoraggio delle acque superficiali, in 151
casi (52,2%) con valori superiori agli stan-
dard qualitativi. Nelle acque sotterranee è
presente nel 4% dei 177 punti di monito-
raggio, in 4 casi (2,3%) con valori superiori
agli standard di qualità.
Sarebbe opportuno a questo punto chiedersi
quanto glifosate utilizzato in agricoltura sia il
responsabile della contaminazione e quanto,
invece, derivi da usi extra agricoli, fino ad
oggi legittimi, ma magari non ben propor-
zionati a livello di dosaggi e di tecniche di-
stributive.
Per il suo metabolita AMPA occorre tener
presente che questo risulta essere non solo
un prodotto di degradazione del glifosate,
ma anche un prodotto risultante dalla demo-
lizione dei detersivi domestici. Il fatto che
venga trovato con tale frequenza nelle acque
superficiali rispetto al glifosate lascia sup-
porre che buona parte dell’AMPA sia di na-
tura extra agricola; sembra inoltre che la sua
maggiore concentrazione nelle acque super-
ficiali sia stata riscontrata nei punti monito-
rati in corrispondenza delle grandi città del
Nord. Non essendo possibile ottenere dati
circa le vendite di glifosate per utilizzi extra
agricoli e non potendo determinare se un
metabolita derivi da una sostanza (glifosate)
o da altre (detersivi) non è possibile affer-
mare con certezza che la contaminazione
delle acque sia provocata da residui derivanti
dall’uso agricolo di prodotti fitosanitari a
base di glifosate o da utilizzi extra agricoli.
Certamente utilizzi “scriteriati” si saranno
pur verificati in campo agricolo, ma non tali
da essere gli unici responsabili, insieme con
un uso corretto, a determinare questo stato
di contaminazione delle acque. Infatti i
tempi di utilizzo del glifosate (in assenza
della coltura o localizzato nelle colture ar-
boree), dosaggi utilizzati inferiori nella mag-
gior parte dei casi ai massimi consentiti dalle
etichette dei prodotti e la naturale consuetu-
dine della maggior parte degli agricoltori di
considerare il costo del trattamento, cer-
cando di risparmiare il più possibile, portano
a ritenere che la responsabilità della conta-
minazione da parte dell’agricoltura sia real-
mente inferiore rispetto alle accuse. A mio
parere occorre la massima prudenza nell’illu-
strazione di dati di una certa rilevanza e gra-
vità.
Dopo la tossicità ambientale, la tossi-
cità per la salute.
Innanzi tutto: come è possibile che il glifo-
sate entri nella dieta dei consumatori?
È innegabile che l’assunzione di glifosate e/o
di AMPA può avvenire con acque potabili
Glifosate sì, glifosate no… glifosate forse?
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