L'Aratro n.9 Ottobre 2015 - page 15

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a necessità di un conteni-
mento degli ungulati nei
territori rurali italiani è ap-
prodata alla Camera dei Depu-
tati. Questo dopo che alcuni Par-
lamentari avevano chiesto mi-
sure atte a contenere la prolifera-
zione dei cinghiali.
Sono stati chiariti alcuni punti
fondamentali per inquadrare e
risolvere le problematiche evi-
denziate dai Sindaci e dalle Asso-
ciazioni agricole.
La situazione ha assunto, di
fatto, dimensioni di una vera e
propria emergenza da superare.
Come testimoniato anche dal re-
cente allarme di Confagricoltura,
e delle altre OO.PP. sui danni
causati all’agricoltura dalla fauna
selvatica, il cinghiale rappresenta
la parte preponderante del pro-
blema.
Nel frattempo è notizia dei
giorni scorsi, la decisione della
Regione Piemonte, attraverso
una delibera pubblicata sul Bol-
lettino Ufficiale, di tagliare i
fondi per il risarcimento dei
danni agli agricoltori.
In pratica le aziende agricole che
hanno subito i danni alle colti-
vazioni verranno rimborsate in
regime
de minimis
, al massimo
riceveranno 15 mila euro in tre
anni.
Una soluzione che Confagricol-
tura non accetta, se si pensa che
nel solo 2014 i danni provocati
in Regione Piemonte, ammon-
tano a quasi 2 milioni di euro.
La provincia più colpita è quella
di Alessandria con oltre 450 mila
euro.
Le Organizzazioni agricole
hanno già avuto diversi incontri
con l’Assessore regionale all’Agri-
coltura
Giorgio Ferrero
al fine di
risolvere il problema; la speranza
è che il Ministero si pronunci
sull’argomento in tempi brevi e
che la delibera regionale venga
modificata dall’Assessorato.
Paolo Castellano
OTTOBRE 2015
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Confagricoltura
Piemonte
FEASR
Fondo europeo agricolo
per lo sviluppo rurale: l’Europa
investe nelle zone rurali
Attività di informazione anno 2013-2014 che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla Misura 111.1 sottoazione B
Informazione nel settore agricolo del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Piemonte
Emergenza contenimento degli ungulati
La nostra è stata la provincia più colpita
F
orse non tutti sanno che in una pio-
vosa giornata di alcuni anni fa una de-
legazione di Confagricoltura Alessan-
dria rappresentata dall’allora presidente
provinciale
Gian Paolo Coscia
aveva avuto
un confronto con l’assessore regionale
Claudio Sacchetto
per cercare di dirimere la
questione legata all’assimilazione del dige-
stato ai rifiuti.
La norma regionale prevedeva infatti che
quando un biodigestore anaerobico era
quotidianamente alimentato in modo
esclusivo da biomasse agricole provenienti
da colture dedicate e da sottoprodotti op-
pure in misura superiore al 50% da questi
materiali, il digestato in uscita dall’im-
pianto assumeva la connotazione di rifiuto.
Sia chiaro: si trattava di una classificazione
esclusivamente teorica, completamente sle-
gata dall’eventuale contenuto di materiali
pericolosi nel digestato.
Lasciamo immaginare ai lettori quali e
quanti siano stati i problemi amministrativi
e tecnici legati all’utilizzazione agronomica
del digestato, considerato universalmente
ottimo fertilizzante apportatore di quella
sostanza organica la cui carenza nei suoli è
il principale imputato della desertificazione
di vaste regioni un tempo assai fertili.
Oggi, dopo “soli” 5 anni di discussione,
dopo che molti imprenditori e associazioni
hanno fatto sentire la propria voce autore-
vole, la Regione Piemonte, sulla scia della
bozza di normativa nazionale all’esame del-
l’Unione Europea da poco più di un anno,
ha deliberato di spezzare il binomio “dige-
stato da biomasse = rifiuto”, assumendo
una decisione tanto attesa dai molti im-
prenditori che hanno scelto la strada della
produzione delle energie rinnovabili.
Ecco qui il comunicato stampa regionale.
Facilitare le valutazioni sulla classificazione
del “digestato”, materiale generato dal pro-
cesso di digestione anaerobica per la produ-
zione di biogas per poterlo reimpiegare in
agricoltura: è quanto ha stabilito la Giunta
regionale del Piemonte con una delibera
adottata nella seduta odierna (n.d.r. 5 ot-
tobre).
La diffusione degli impianti di digestione
anaerobica per la produzione di biogas da fonte
rinnovabile
– ha detto l’assessore all’Am-
biente della Regione Piemonte,
Alberto Val-
maggia
ha raggiunto quote significative in
Piemonte, e per tale motivo si è ritenuto neces-
sario approvare delle linee guida rivolte al ri-
spetto ambientale del nostro territorio”.
Fino ad
oggi, a causa della mancanza di univoci pa-
rametri di riferimento, non è sempre stato
agevole individuare la natura del materiale
di risulta del processo di digestione: il “di-
gestato”.
Al fine di facilitare le valutazioni tese a una
corretta classificazione, la Regione Pie-
monte ha approvato le “Linee guida per la
classificazione del digestato come sottopro-
dotto ai sensi dell’articolo 184 bis, comma
1 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n.
152, recante norme in materia ambientale, e
per la sua utilizzazione agronomica”.
Il provvedimento si rivolge alle amministra-
zioni provinciali con l’intento di suppor-
tarle nell’applicazione della normativa na-
zionale in materia di sottoprodotti, for-
nendo loro elementi per una valutazione
caso per caso nell’ambito delle procedure
autorizzative di legge.
Questo è quanto; la Delibera regionale è
dell’inizio di ottobre; sicuramente gli inte-
ressati si rivolgeranno all’Amministrazione
Provinciale per gli adempimenti del caso.
Sarà d’ora in poi più semplice distribuire di-
gestato nelle nostre campagne a tutto van-
taggio della fertilità dei suoli e della ulte-
riore razionalizzazione dell’uso di fertiliz-
zanti.
Marco Visca
Digestato assimilato a rifiuto: storia chiusa
La Giunta regionale delibera secondo quanto Confagricoltura Alessandria aveva proposto nel 2010
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