L'Aratro n. 4 Aprile 2017 - page 11

APRILE 2017
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RIGINALI
I OGNI MARCA
– effettuare una concimazione con sostanza
organica sulla base dei risultati delle analisi
chimico-fisiche del terreno;
– sistemare le nuove piante in posizione di-
versa da quella occupata dalle precedenti.
Per la
VITE
il reimpianto sulla stessa parti-
cella è ammesso se vengono eseguite almeno
2 delle pratiche sopra esposte.
A queste norme di base fin dal 1995, anche
se variamente modificate, si sono aggiunte:
• IRRIGAZIONE
Non si devono superare volumi massimi di
irrigazione per singolo interventi (pagina 21
delle norme tecniche 2017).
• SCELTA DELLE SEMENTI e DEL MATE-
RIALE DI PROPAGAZIONE ORTICOLO E
ARBOREO
Per la scelta del materiale di propagazione
per le semine, i trapianti e gli impianti delle
specie arboree vedere pagina 14 delle norme
tecniche.
• GESTIONE DEL SUOLO
Della gestione del suolo in caso di terreni de-
clivi abbiamo trattato nello scorso numero
del giornale.
Occorre inoltre sottolineare, rimanendo
nell’ambito delle colture frutticole e della
vite, quali siano le norme che devono essere
rispettate dalle aziende che oltre all’impegno
di base hanno aderito
all’impegno facolta-
tivo dell’inerbimento controllato di frutti-
feri e vite
:
a) frutteti di pianura.
È vietato il diserbo chimico tra le file e sotto
la fila; è obbligatorio l’inerbimento dell’in-
terfila e la lavorazione meccanica o lo sfalcio
del sottofila.
b) frutteti di collina/montagna e vigneti
È obbligatorio mantenere l’inerbimento per-
manente tra le file, con due possibili moda-
lità di gestione del terreno sotto la fila:
- diserbo chimico;
- inerbimento o lavorazioni meccaniche (di-
vieto di diserbo chimico).
Questi due casi sono caratterizzati da livelli
di premio differenti.
Sia per i frutteti di pianura che per i frutteti e
i vigneti di collina la copertura vegetale deve
interessare almeno l’interfila, per una super-
ficie almeno pari al 70% della superficie
della coltura. Pertanto, qualora sia effettuato
il diserbo chimico del sottofila, la quantità di
diserbante per ettaro di vigneto o di frutteto
non deve superare il 30% della quantità che
le norme tecniche consentono di distribuire
per ettaro di superficie effettivamente coperta
dal diserbante. L’inerbimento controllato
dell’interfila prevede periodici sfalci, da ese-
guirsi a file alternate per la salvaguardia del-
l’entomofauna, fatte salve le prescrizioni
della Legge Regionale 3 agosto 1998 n. 20
per la Tutela dei pronubi da trattamenti effet-
tuati in concomitanza con la fioritura di erbe
spontanee. È ammessa la lavorazione autun-
nale superficiale del terreno a file alterne per
l’interramento localizzato dei fertilizzanti.
L
o scorso 15 marzo il Comi-
tato di Valutazione Rischi
dell’ECHA (Agenzia Eu-
ropea per la Chimica) ha con-
cluso che non c’è evidenza scien-
tifica che il Glifosate abbia effetti
cancerogeni, mutageni o altri-
menti dannosi per l’apparato ri-
produttivo. L’opinione del Comi-
tato verrà pubblicata sul sito web
dell’ECHA e contestualmente tra-
smessa alla Commissione Eu-
ropea. Il dossier Glifosate passerà
quindi all’esame del Comitato
scientifico UE per i prodotti fito-
farmaceutici che dovrà pronun-
ciarsi sul rinnovo dell’autorizza-
zione all’impiego del Glifosate.
Attualmente la scadenza dell’au-
torizzazione è fissata al 31 di-
cembre 2017 e potrebbe essere
prolungata fino ad un massimo
di 15 anni, ovvero fino al 2032.
Come avevamo pubblicato su
queste righe lo scorso anno, tutto
era nato da una diatriba tra IARC
(l’Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro dell’Organiz-
zazione Mondiale della Sanità,
l’agenzia speciale dell’ONU per
la salute) e l’EFSA (l’Autorità eu-
ropea per la sicurezza alimen-
tare) nell’ambito della procedura
per il rinnovo dell’autorizzazione
all’utilizzo di prodotti a base di
Glifosate in agricoltura e per usi
extra agricoli.
Lo IARC aveva classificato il Gli-
fosate come probabile cancero-
geno, analizzando non solo la so-
stanza attiva (il Glifosate ap-
punto) ma formulati commer-
ciali che sono composti oltre che
dal principio attivo anche dai co-
formulanti (uno dei quali è stato
accertato essere dannoso alla sa-
lute).
L’EFSA invece assolveva la so-
stanza attiva Glifosate conside-
rando improbabile che costi-
tuisca una minaccia di cancro per
l’uomo e che danneggi il DNA
umano; l’agenzia comunitaria
nella sua analisi aveva valutato gli
effetti tossici della sostanza attiva
senza considerare i coformulanti.
Questa accesa diatriba era sfo-
ciata in aspre discussioni non
solo tra favorevoli e contrari al-
l’uso degli agrofarmaci, ma anche
tra Stati Membri dell’Unione Eu-
ropea, tanto che la Commissione
Europea ha rimandato ogni deci-
sione sul rinnovo dell’autorizza-
zione all’uso del Glifosate al-
l’esito delle verifiche del Comi-
tato di Valutazione Rischi del-
l’ECHA; la decisione comunitaria
dovrebbe essere presa entro sei
mesi dal 15 marzo 2017.
A questo punto non resta che at-
tendere le decisioni UE, ricor-
dando che il nostro Ministero
della Salute ha normato, in osse-
quio al Regolamento 2016/1313,
l’utilizzo in agricoltura dei pro-
dotti a base di Glifosate, consen-
tendo quelli che non contengono
tra i loro coformulanti la am-
mina di sego polietossilata (detta
anche POE Tallowamine, nu-
mero chimico CAS 61791-26-2)
ritenuta dannosa per la salute;
eventuali giacenze aziendali di
formulati commerciali a base di
Glifosate revocati per la presenza
di questo coformulante dove-
vano essere utilizzate entro il 22
febbraio 2017.
Inoltre il Ministero, sempre per
gli effetti del Regolamento 1313,
ha vietato l’uso di formulati com-
merciali contenenti la sostanza
attiva Glifosate nelle aree fre-
quentate dalla popolazione o da
gruppi vulnerabili quali parchi,
giardini, campi sportivi e aree ri-
creative, cortili e aree verdi all’in-
terno di plessi scolastici, aree
gioco per bambini e adiacenti a
strutture sanitarie.
È stata anche revocata l’autorizza-
zione di alcuni formulati com-
merciali a base di Glifosate per
l’uso in pre raccolta.
In caso di impiego extra agricolo
ne viene vietato l’uso su suoli
contenenti più dell’80% di
sabbia, in aree vulnerabili e zone
di rispetto.
Pagine a cura di
Marco Visca
Glifosate: non ci sono prove della sua tossicità
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