Cimice asiatica, pubblicato il decreto per la lotta biologica
È stato pubblicato sulla G.U. n. 98 del 14 aprile 2020 il decreto del Ministero dell'Ambiente che stabilisce i criteri per il lancio di insetti adulti appartenenti al genere Trissolcus, giornalisticamente noti come "vespa samurai", originari di Cina, Corea e Giappone, antagonisti naturali della Cimice asiatica (HalyomorphaHalys). Grazie a questo Decreto si potrà quindi procedere con l'introduzione sul territorio nazionale di questi imenotteri parassitoidi sui quali si poggiano le speranze per il contenimento delle infestazioni della Cimice Asiatica.
Innanzi tutto un chiarimento: il Trissolcus è un parassitoide in quanto vive a spese dell'ospite provocandone la morte (nel caso specifico si definisce ooparassitoide in quanto depone le proprie uova in quelle della cimice e non si esclude il fatto che si possa anche nutrire del contenuto delle uova della cimice); il parassita, al contrario, instaura rapporti con l'ospite cercando di mantenerlo vitale.
Questa cimice, da alcuni anni presente nelle nostre campagne, nello scorso 2019 ha arrecato notevoli danni alle produzioni frutticole e ai noccioleti oltre alla soia (e in casi piuttosto isolati anche a mais). Per fare un quadro della pericolosità dell'insetto basta sapere che è dotato di elevata prolificità, ovideponendo più volte a determinati intervalli nella stessa annata, è polifago, in grado cioè di attaccare più di 300 specie vegetali ed è pericoloso sia negli stadi giovanili che da adulto. La sua attività si svolge da metà/tarda primavera fino all'autunno inoltrato. Inoltre trascorre l'inverno come adulto non all'esterno, ma in ricoveri che lo difendono dalle basse temperature.
Il Decreto approvato e pubblicato nella G.U. è il primo adempimento amministrativo verso l'applicazione della lotta biologica contro la HalyomorphaHalys. La procedura prevede che le Regioni interessate – e il Piemonte è una delle principali – presentino al Ministero dell'Ambiente una richiesta di autorizzazione al lancio degli adulti di Trissolcus.
Per la preparazione dei lanci occorre che il parassitoide della cimice, che non è un insetto originario dei nostri ambienti, venga riprodottoper poter disporre di sufficienti esemplari affinchè la diffusione nell'ambiente abbia già nell'anno del lancio un certo rilievo.Questa attività si sta realizzando presso laboratori ufficialmente accreditati e autorizzati. La riproduzione avviene attraverso la parassitizzazione da parte del Trissolcus, allevato in questi ambienti protetti, di ovature di cimice asiatica raccolte da femmine che sono state raccolte durante il periodo invernale nei luoghi di svernamento.
Data l'elevata prolificità della cimice asiatica e la massiccia presenza di adulti che sono riusciti a superare questo tiepido inverno, i Trissolcusche saranno rilasciati non saranno sufficienti a portare la popolazione della cimice in equilibrio: occorrerà che accanto agli esemplari riprodotti e lanciati si instauri una popolazione che si riproduca naturalmente nell'ambiente; anche se il Trissolcus è in grado di effettuare alcune generazioni all'anno,per raggiungere questo obiettivo sarà necessario tempo.
Il Settore Fitosanitario Regionale e l'Istituto di Entomologia Generale e Applicata del Dipartimento di Scienza Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell'Università di Torino e AGRION, la Fondazione per la ricerca l'innovazione e lo sviluppo tecnologico dell'agricoltura piemontese, in convegni, riunioni e recenti videoconferenze, hanno confermato che il lancio delle femmine del Trissolcus avverrà presumibilmente in due momenti, a inizio e metà estate.
I Truissolcus verranno lanciati in corridoi ecologici naturali appositamente identificati in modo da consentire l'ottimale copertura delle aree agricole regionali, partendo da quelle che in questi anni hanno fatto registrare i maggiori danni.
La scelta di diffondere i Trissolcusin corridoi ecologici e aree naturali, affinché questo imenottero si insedie trovi un equilibrio con le sue prede, nasce dal fatto che i parassitoidi lanciati,per potersi riprodurre, devono trovare uova di cimice da parassitizzareche si trovano con maggiori probabilità in questi ambienti. Inoltre, fatto di fondamentale importanza,in questi ambienti non vengono effettuati trattamenti con prodotti fitosanitari e principalmente insetticidi, che determinerebbero una riduzione drastica dei Trissolcus utili, vanificando così la loro attività di parassitizzazione nell'ambito di questa non semplice modalità di lotta.
La difesa delle colture potenzialmente danneggiate dagli attacchi della cimice asiatica, a cominciare dalle colture frutticole e corilicole, nel 2020 non potrà prescindere da interventi insetticidi che però dovranno essere posizionati con estrema attenzione e in base a rilievi e monitoraggi indispensabili per identificare epoche e formulati più adatti al duplice scopo, quello di contenere la cimice e quello di non arrecare danno ai Trissolcus quando saranno presenti nell'ambiente.Inolre, per la difesa, oltre al lancio del Trissolcus e ai trattamenti insetticidi, sono in via di definizione le modalità di utilizzo di fertilizzanti integrati che nel consentire un buon controllo della cimice non hanno nessuna attività dannosa ai parassitoidi lanciati.
I lanci, come detto, dovrebbero essere effettuati a inizio estate. E' importante che le modalità di trattamento delle colture siano particolarmente rispettose di tutte le aree non interessate dalla coltura; la presenza dei parassitoidi della Cimice potrebbe risentirne e il numero di questi insetti utili potrebbe ridursi.
Dovrà essere impegno comune di tutte le componenti agricole piemontesi l'attuazione di una lotta efficiente ed efficace nel rispetto di questi insetti utili, su cui nel futuro prossimo occorrerà contare per contenere gli attacchi della cimice asiatica.
Al momento di andare in stampa la Regione Piemonte ci ha inviato un'importante nota volta a divulgare e a chiarire le modalità amministrative e tecniche della diffusione del Trissolcus, con allegato uno specifico documento del Settore Fitosanitario nazionale. Il programma, infatti, è coordinato a livello nazionale dal Servizio Fitosanitario Centrale con il supporto tecnico-scientifico del CREA - BC di Firenze e vede la partecipazione delle diverse Regioni interessate, tramite i rispettivi Servizi Fitosanitari e le strutture tecnico-scientifiche incaricate della moltiplicazione del parassitoide nelle rispettive regioni.
La nota regionale ci informa che al momento manca ancora il via libera definitivo alla realizzazione di questo progetto non essendo stati ancora compiuti tutti i passi amministrativi necessari alla sua piena operatività.